Nuova Repubblica - anno IV - n. 43 - 21 ottobre 1956

4 CRISI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA_ IN ITALIA . . LACARRIERA SPEZZATA Quali prospettive possono attrarre i giovani •nedici négli enti, ospedalieri-se.ne. so- 110 allontanati proprio quando giungono a dare un efficace contributo al lavoro del reparto? Nè offre garanzie un servizio _-ospedaliero ove l11continua rotazione degli aiuti e degli assistenti 11011 può consentire l'affiatame!1to e il rendimento necessari Dal prof. Ugo Erede, presidente deHa Confe– federazioné ·It~liana Medici Ospedalieri (CI– MO) e rheinbTo del· Consiglio suJ)eriore di Sanità, ricevianìo questa segnalazione, che mette in luce Un problema sociale e professionale' della massima' i1riporta1iza. , ' S I E' CHIUSO pochi gio1·11i fa, a Rimini, il Congresso dei· rnedfoi Co~dotti, è litrgàmente se· ne è occupata Ja·stampa. poJjtica it8,liana;mentre è prossimo quello dei medici ospedàlieri. In quello: si è p;rlato )n ·favore della conservazione_ e del pedeziona·mento di una. fra le più solide ed ~nsvstitui– bili istituzioni della nòstra organizzazione sanita1·ia, in qnesto · si parlérà della ·necessità di dare una caniera, con cal'attere di continuità e di stab.ilità, agli Assistenti ed Aiuti Ospedaliel'i. Nella vigente legg~ sull'ordinamento del personale sa– nitario degli ospedali italiani (che va sotto il• nome del suo compilatore, prof. l:,etxognani), la carrie1·a degli aio.ti ed assistenti è a termine, ossia consi,;te in due anni di ser'vizio per gli assistenti ·e quattro per gli aiuti, confei·– mabili per pari tempo una sola volta. In diciotto annj, tanti ne ha il R. D. 30 settembre 1938 n. 1631 a cui si fa riferimento, molte cose sono cambiate in tema di_ assistenza ospedaliera: il recente prngresso della medicina e della chirnrgia e delle rispetti.ve branche specializzate ha radicalmente tr-asformato le m,rnsioni dei medici ospedalieri di ogni grado, dall'.assistente volonta– rio al primario titolare. _ La vecchia legge, infatti, conferiva la stabilili\ del posto 'solt~nt~ ·ai primari e all'ostet,·ica capo, in obbedienza al concetto che' le corsie ospedaliere dovessero precipua– mei-ite rappresentare,. nei confronti dei giovani medici, una scuola pratica, rispolldeilti, cioè, a funzioni dirl.::itt1che. Ma se è vero che ancor oggi questo compito è fon– damentale per la prnpàra:6ione pratica al letto dell'am– malato dei giovani neolaureati, che escono dalle Uni– verSib\ con un ponderoso bagaglio di' cognizioni ma con pochissima esperiem:.a, non è; meno vero che la rapi.da ro– tazione del personale sa:nitario Subalterno è c.rmai incom– patibile con le odierne necessità del lavoro cosidetto in « équipe » o di «gruppo». L'affiafamento e la stretta collaborazione fra gli ad- U N ANNO fa, I.e_elezioni alla Pirelli avevano se• gnato una• vit~0ria d'an:esto della CGIL, ·che pur sub~ndo una notevole flessione er.a riuscita a man– tenere la maggioranza dei voti e dei seggi nella Com– missione interna. Avrebbe potuto essere l'inizio della l'i– presa dopo i crolli di primavera .. E' opportuno riallacciarsi. alle considerazioni a questo proposito fatte aJlor_a .su que– ste _colonne per misurare l'ultel'iore gra've peggioramento della situazione· sindacale. /\.lla vigilia delle e1e;,!",ioni del 1056, il gl'OSSOproblema della fabbrica è, c·ostituito dall'intenzione della direzione di procedère a massicci licenziamenti nel quadro di una pa1•ziale rio1·ganizzazione produttiva. Molti lavoratori hanno già accettatò la risoluzione cons~nsuale del rapporto, offerta a condizioni particolarmente favorevoli, ma il loro numero è ben lungi dall'aver _raggiunto quello ritenuto necessario dalla direzione, per cui è lecito prevedere che ·seguira-nn_o, altri alleggerimenti. ' Le conseguenze prodotte da questa situazione nella CGIL sono di un tipo particolare e consistono' principal– niente nelle dimissioni di Franco Dallò 1 segretario provin– cjale della FILO (Federazione dei chimici), che lascia una carica che aveva assunto solo quest'inverno, poco prima del IV Congresso. Negli .ambienti del l:,CI, del PSI,.,. della èGIL Si afferma che Dallò se ne è andato perchè non condivide l'impostazione che è stata data al problema della Pirelli e che lo costringerebbe fra qualche tempo a firmare l'ennesima capitolazione dei lavoratori. Ufficiai• mente, 1ln comunicato della Camera del Lavoro annuncia le sue dimissioni pe1· i soliti « motivi personali » ed esprime un freddo ringraziamento per quanto Dallò ha fatto per 1'01·ganiz~azione dalla Liberazione in poi. Men– t.-e il rappresen_tante del PCI nei chimici si dimette in questo modo, il rappresentante del PSI nella FILC., Arri– ghi, se ne è andato anch'egli e lavora ora all'ufficio enti locali de·lla Federazione del Partito. Sembra che le ra.~ gioni della sua decisione siano analoghe a quelJe di Dallò. Quello che da nn anno· è avvenuto alla Pirelli, rende attendibili queste voci, ma comunque è di per se stesso illuminante sulla situazione nella seconda fabbrica d'Italia. AIJa riconquista della maggioranza da pai-te della CGIL nn anno fa, la direzione reagì revocando tutti i distacchi sindacali, impedendo cioè alla QI dì funzionare. Poi ac– cordò l'esenzione dal lavoro ad un membro per ogni sin– dacato, CGIL, CISL, UIL. Per cui la ma.ggioranz;a CGIL divenne praticamente minoranza e la possibilità di azione della CI risultò ridotta anzichè aumentata. Tutto questo senza nessuna rn.gione. In seguìto la direzione annunciò detti al servizio di un repa1-t9 ospedaliero (1nedico-chi– rurgico o specialistiCo) Hon si creano in breve tempo e non s.i può bruscamente interrompel'e per la rjgida sca– denza di_ termini, già cli per sè insufficienti a maturarli. I compiti dégli assistenti e degli aiuti ospecla.lieri, e ben lo sann'o anche i cOlleghi di_1·ettori degfi Istituti clinici universitati, so,1o en'o1·meroente aurnentati in t'elaz1one al numero e alle qua.l_ità delle- rice.ryhe :Jhe sono richieste per gli acce1-tamenti diagnostici e. per i trattament1 tera– peutici. E ciò che si dice per la. medicina genel'àle, v~le al– trnttanto, e forse più, pèr la chii·urgia e per le specialità chirurgiche:· il trattamento pre e post-operatori0 esige la diretta prestazione e la oculata sorveglianza del pel'Sonale medico di reparto, che a tali compiti dedica studio; pas– sione e ternpo, ben al di soprn di ogni valnl-az;1one di' compenso econornjco. Ciò che qui più mi preme far osservare è che ln nessun altro ·campo di attività professionale è 6chiesta una pre– parazione tanto lunga e 'cornp1èssa (co.stitaita da fattori tecnici culturali ed umani), j3 una dediz·ione e uno spirito di sacrificio quali si esigono nel e dal medico e, in parti– colare, da quelli dei nosti·i istituti clinici ed ospedalieri. Chi si dedicherà, in avvenil'e, a questi gravi ed indi– spensabili compiti di assistenza e di ·,ura se, olfre .-,da-in– sufficienza dei compensi economici, mancherà ai giovani la possibilità di una carriera? · D'altra parte le necessità, semp1·e più impellenti, della vita spingono i giovani- al pi.LIfacile gLrndagno tanto più rimunerativo di quello consentito dai magri bih1n~i degli Enti Os.pedalierj, che oggi è offerto dalla i11edici.:ia•,mu– tualistica. Quali prospettive possono ·attrarre questi giovani, alla palestl'a ospedaliera se da questa sono _a.llontanati appCna giungono aÌla .giusta pi-eparazion~ ·per un efficace C'ontri– bnto al lavorn di reparto, n~n anCora ,no.turi Ptrò .~ svol– s,ere una attività extra ospedaliera '"'.ldipendènte e rimu– nerativa.? Infine, quale garam-:.ia offre un servizio ospeda– liero ove la continua rotazione degli aiuti e degli assi– stent.knon può_ conseritire quell'affiatamen_to e, quindj, que( \·cndimento che tutti, la collettività come i sii.goli, hanno diritto di ottenere? La stabilità di una carriera per gli assistenti e per PARL4LISI SIND-ACALE ,di GIORGIO GALLI la sua inten,-,ione di prncedere a riduzioni di personale e apl'Ì Je dimissioni volontarie. Anche questa- grave noti– ,r,ia non provocò nessuna rnazione. La dirnzione, in vista dell'att.uaz;iòne del provvedimento, cominciò a tr·asferire 8.gli stabilimenti •di Livorno e di Torino elementi attivi che avrebbero potuto suggeri_re e guidare la. resisten:ta delle maestran,r,e. Ern una misura cautelativa. e ne11o stesso tempo un motivo per coloro che voles~ero opporsi. Ed allche questa volta, nessuna reAzione. In compenso, in giL1gno, venne - avanzata, del tutto platonicamente, la richiesta della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Inutile dire che la. dit'ezione non si curò àffatto di questa l'ichiesta, e che la FILC si gnardò bene dall'in– dicare con quali azioni sarebbe stata sostenuta. Questo avviene nella seco1'ida fabbrica d'Italia. Dopo di che è pel'fettarnente inutile valutare quello che avverrà nelle elezioni, se la CGIL mantenà la maggioran'!a o farà qualche prog,.esso; o se CISL ed U I.L avanz:eranno. Qua– lunque cosa avvenga la dii-ezione farà quello che vorri\, come e quando lo 'VOJ'l'à. E mentre i sindacati parlano di t1·adu1Te il progresso tecnico in riduzioni d'orario, la Piw relli · lo traduce concretamente in l'iduzione di personale. Nella seconda (abbrica d'Italia il sindacato è paraliz– zato. Un possibile principio di quella automazione della quale tanto si parla, fa già. sentire le sue conseguenze sugli 9perai, e gli studi dell'Istituto Gramsci non cambiano di un ette· la situazione. I dfrigenti della FILC - si dice - se ne vanno perchè non sanno più come far fronte alla situazione. E di tutto questo non si parla apertamente e chiaramente, non si investe lit base di una decisione, si è ancora al livello delle voci e dei sottintèsi e delle rii.1- nioni alla Ca~era del LaVOl'O dove si fa un grari parlare e non si conclude nulla, per cui gli operai in un primo· tempo interyengono e poi ripiombano nello scoraggia– mento e nella sfiducia. Può essere che quando avrà. por- (155)_ uuova repubblica gli aiuti ospedalieri è, quindi, una necessità sia per il ser– vizio ospecialiero considerato in senso g~ncrale, sia per i particolari bisogni di questa indispenS:a.bile ed in~nstitui-· bile categoria. Vi è poi nn-problerna·nlO 'rp.lc qhe· si propone per ultimo ma che tirge (?l 'mài.fi -iso!vet·e. ·S6ltanto- con la craazione di un· ruolo strao,:dinariò, destin:ato 'ad accogliere i gio– vani tnèd.ici per_ la, loro prepa1·adoòe .watica (pre1-H:11·a:io– ne didattica degJj ospedali), si Potrù -:lare nna sistema– zione definitiva (in ruolo stabile) a quei medici che hanno affrontato e supei:ato le difficili pl'ùVe di cOncon:·o che, d'opo tanti anni. di sospensione, li nan.no ·mt,-odotti nella famiglia ospedaliera. Sono medici '.~he, dopo un lungo periOdo di volontariato e di incarico 3onr: 6na.lrr.ente giunti a riconquistarsi, attraverso una dura selez.ione, un posto che dovrebbe rappresentare l'inizio di una 0arriera e che invece, allo stato attùale delle cose, dovrebhe loro sfuggii-e- in base al supei-a.to criterio della. esclusiv~ fun– zione didattica degli ospedali. A. 1nescinclern da un dii-itto mora.!0 (è l'unica catego– ria. di dipendenti di Enti Pubblici ~he ccnternpli posti effett.ivi, di l'uolo, con scadenza a termine di servizio im– z;ichò a limite di età), c'è da pol'si ,ma preo< 'cnpar.te do– manda: vogliamo spopolare j nostri 1spedali del _p,;ir:,;onale medico indispensabile? e, poi, come wstitui!'I.;? 1 favoriti dalla fo1-tuna, i « beati possi<lentes », intesi non soltanto in senso economico, possono oggi aspirare alla carriera universita1·ia che, ove non si ~onclude con il raggiungimento di una catted1·a, consente rnoltc spesso il ripiegamento su un prima1·iato ospedali~ro, con 1,~ tran-, quillità, comunque, di una permanen:-;a in ruolo fino al compimento dei cinquanta anni di età. . Quale è invece il destino degli t'ss.istentJ ospedalied che bloccati in dtie, bienni (al massimo)· d: servizio d_i ruolo, non possono aspirare ai posti di aiuto (cbe frui– scono di due quRclrienni) rnentre yuesti, a loro volt.a, nella migliore delle ipotesi, potrebbel'O aspirare a.i pO$li, di primario (dopo un pet·iodo minitno-mas,3imo <li. G-12 anni cli servizio) se i pt'lmari non avessero dei lirniti di età. (G5-70 anni) tali da bloccare il maggior µnmero degli· aiuti? E, d'altronde, la stabjlftà e la llmga permaneriza in. servizio dei primari è indispensabile per assicurare quella continuità di indirizzo e quella maturazione di espe.riernMt, che non possono non esigersi pel' il miglior vantaggio degli a1 ~1mala.ti e degli enti ospedalieri. Mi sembra che il problema che qui, per sommi capi, ho delineat~ sia di fondamentale impo,rtanza per !"avve– nire dei nosh-i ospedali e che, perciò, debba essere affron– tato e risolto dagli organi legislativ'i e di go.verno cuì spetta. la tutela dell'assistenza sanitaria della pçipola:;,,ione e della salute pubblica. ·Credo· di non andare errato flel ritenere che, per iniziatiya padamentare, sia prossii'na la presentazjnne al Senato di un disegno di legge· per modificare il R.D .. 30 novembre 1938, n._ IG31, sulle basi indicate dalla Confe– de1'fl.zione Italiana Medici Ospeda]ied (CIMO) e da questa presentate in un COJnpleto progetto di riforma, fin dHl novembre del UJ5.5, Rl_Gruppo Medico parlamEintare e _::d– l'Alto Commissariato per l'Jgiime e la Sanità. UGO EREDE· tato a termine il ·suo piano nei modi e nei termini voluti, Ja. di1·ezione riduca l'o1'ario di lavoro, ma sarà un grazioso, piccolo regalo a maestranze Ol'amai rassegnate o pr.ivnte cli ogni forza di pressione. Il caso della Bianchi, 1·isolto in luglio, è altrettanto illuminante. Dopo che_ la Fiat aveva assuntO il contrnllo della fabb1·ica, venne deciso di liquidare. lo stabilimento di Milano pèt· realizzame urio nuovo a Desio, per la produzione della nuova utilitaria. Pareva che gran pai-te delle maestranze - quasi mille persone - dovesseto es– sere licenziate. E' da notare che alla Bianchi nella CI è in maggioNmza. la CJSL .. La grave decisione provocò solo proteste vel'bali e i soliti appelli all~ autorità. Poi fu reso noto che· 1a. Fiat aveva rnntato parere e. che gnrn parte delle maestr·anze sarebbero state riassunte a Desio. Questa decisione non è per nulla il frutto di una pres:-:;ione sindacRle e non può essere interpretata che come un\dha prova di buona volontà offei-ta da Valletta. E' evidente che nessuna ìnaestranza a\1rebbe potuto, a Dèsio, e.-;l'!e1·e più tr-anquilla di questa, che già. aveva. -votato in mag– gio1·anza per la CISL, che si era vista dinnanzi lo spetl-ro del licenr,il!mento e cbe lo aveva constatato fugato non dalla sua ·fo1·za, ma. dalla «comprensione» padronale. Questi episodi dimostrnno quanto sia pesante la si– suazione a Milano. C'è da aggiungere che anche all'azienda tramviRi·ia, roccaforte della CGIL che vi racèoglie oltre il 70% dei voti, si sta determinando una grave involuzione. I tr-amvieri hanno avanzato rivendicazioni sull'applicazio– ne del conti-atto delle quali è "jnutile entrare nei dettagli, bastando dire, con l'Unità, _che « hanno la barba bianca» tanto sono· vecchie (e mai· neanche ascoltate perchè da tempo immemorabile la di,•ezione non riceve la CJ). Eb– bene, si è preannunziata un'·agitazione, ma la dil'ezione non ne ha alcun tJmo,'e per<:hè 1ton ne sono state fissate nè, data nè modalità,• e comunque sarà di natura tale da non provocare difficoltà alla nuoya maggioranr,a consilial'e « aperta a sinistra» in quello stranG modo di cui ha par– lato Ftanèo Morganti: · ' In quelli cb'e erano i cenhi di lotta. e di pressione del movimento operaio a Milano vanno dilagando rassegna– zione e sfiducia. E poco conta che una settimana fa la. FIOM, pux subendo una leggera flessione, abbia mante– nuto saldamente, per esernpio, la maggibranza al Tecna:– rnasia Bro,yn Boveri. Ormai la discussione non è più s11l come evitare le perdite di voti o riguadagnarne, ormai il problema è ben più grave. Si ti-atta. di mutare -radical– mente, un_a politica cbe sta precipitan'do i sindaca.ti operai in, una cdsi senza precedenti.

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