Nuova Repubblica - anno IV - n. 41 - 7 ottobre 1956

8 ·,F]J,i\ZIONl E PROSPE1'TIVE DI UP FASI~ NEO-GIOLITTIANA L'unific'aziònc socialista sembra avviarsi verso una fonzione di mediazione a tipo radi. cale, che può essere imposta da .una situazione storica; ma occorre saper mantene. re valida·anche una fonzione gramsciana, di ripensamento e di rip ... esa delle sinistr.e di FRANCO MORG.Ai'Tl Caro Codignolo, mi inviti a dire le mie idee su Nuova R"epubblica e lo faccio volentieri, anche se ciò per qua'lcuno sarà causa di indicibile soUerenza. Prernetlo che non esprimo affatto il parere di tanti cornl?agni che condividono, ecc. ecc. Ques~o per non far prendere lucciole•per lanterne. Per me il partito unificato sarà l'unico ve1·0 ·grande partito radicale: partendo, nostro malgrado, con propositi ministeriali, non potrà che venire ad accordi con la DC ma, data la sua maggior forza, svolgerà quella funzione di condizionamento che IR socialdemocrazia non ha svolto. Che nasca. con propositi ministeriali è fuori di dubbio:. · una certa qual fame arretrata di potere agita molti so– cialisti, mentre i socialdemoc·ratici hanno, come è noto, il s·acco senza fondo. Altrimenti, perché ianta fretta nel dire di no 1;1.i comunisti? La neCessità di f~re una politica co– mune nasce dalle preclusjoni d'.i. Fanfani e del 1Jartito catt'olico nel suo complesso, non certo dalle nuove prospet– tive che si delineano in Italia per il movimento comuni– sta dopo ia condanna dello stalinismQ. Dire cli no, prima di tutto, ai comunjsti, è un po' come dire: « Qui piove, andiamo a ripa.raJ·ci in. que.lla casa. làr eh.e. è senza. tetto,:.. Ho detto «radicale» perché penso che il partito uni– ficato si debba limitare, per le~necessità dettate dalla si– tuazione obiettiva e cioè da indubb~e ragion} slbriche,' a • esercitare una funzione illuministica di moralizzazione,__ di argine al clericalisfnO, di austèrità della pubblica ipesa, di incremento degli investimenti produttiv:i Che è una po– litica, direi, neo-giolittiana, di mediazione fra gli jnteressi del proletariato esse~ziahnente · urbano e quelli dell'indu– stria più progredita·. Ma nessuna l'·ottura e nessuna sensi- bile trasforinaziruie di stmttura. . ' E' ,fuori discussione' però ·che una politica di questo tipo non può che caratterizzare una fase transitoria. Se reggerà all'urto dello scontentq borghese e, se sapvà coin– volgere chiaramente n'tfle respons'abiÙtà la Dà, si aprir"à~ un periodo di liberalismo politico che pur non mutando gran che dello stlitus q·uo, certamente non peggiorerà nulla: un pe1·iodo cioè in cui le forze cli sinistra ( nrta ci sono poir) avranno finalmepte ag.io di meditare sugli eJ'l'ori com– piuti e di ripensare t.utto daccal)o per affrontare prove ben più impegnative. Se non reggerà, si aprirà invece un pe– riodo di massiccio avventO della destra economica e cli quella più retri.va in particolare. Chi di noi se la sente di b~ttersi per un programma illumini'St.ico di questo tipò, dia il contributo: ese1·citerà, ques~o sia ben chiaro, una funzione meramente 'liberale. Chi non se la sente è bene che si ri"tiri dalle responsabi- , lità dirette e cominci a pensare seriamente al dopo, an·– che facendo tm• po' il Mendès-Franée del momento. E: noto' che la socialdemocrazia ha dato magra prova in senso rivoluzionario dappertutto: cioè speci-e dove era richiesta _proprio una aaernativa riv0luzi'ohari~. E' non ho detto insurrezionale; si- vedano gli esempi déHa - Fl'ancià e, deHa Ce1·mania, Federale. Sarebbe un grave errore affi– dare, le sorti della- rivotnzione italiana alfa1 soci-al'democra– zia1 che ora già. comprende di,:erse dirigenze del PSI. R ILE-V.AVA qualche tempo fa Burba da q1~este col-onne che ~lissiroli col « plus, ça change plus c'est ra m'3me c.hose » avev.a. in!taurato addirittuta una poetica cfol' con– formismo. Ma qni mi pare che Missil'oli stia, veramente pet vincere la sua battaglia. Non• mi stupirei di vederl'o Ira. un po' direttore deWAvanti!, con buana pace dei gio• vani morandiani: intanto· fra romagnoli ci si inte.nde sem– pre; poi si otterrebbero vantaggi innegali>ili, quale querto di pa,.rlare una volta tan.to in tet·z-a. pagina di qlilesta be– nedetta unificazione, invece di mettere didascalie snl tipo di « Kicking_ Bear (Orse Recalc.itranteJ luogotenente di Toro Seduto pee le fum•,iooi relative alla. Danza degli Spet– tri>,. oppure come: ·« Chi non lo ricorda, modesto. e fa– moso, alla }ll'ima, Cento del 1909,. e poi anco1·a per sedi-ci edizioni, di cui sei ne vin.se, e cinque volte girmse secondo e tre volte tet"L;O? »; inoltre si lascerebbe pubblicare so}. tanto dai giornali borghesi ·quel presunto Ideo p-recor di Nenni dopo Pra-lognan che dice: « ... io personalrnente sono d'isposto a far tutto il possibile per sbloccarn la si– tuazione italiana» (il corsivo è ~io). Una riprov-a della prontezza socialdemocratica del PSI? Oosa avrebbe fatto i1 PSI a Firenze senza J'a caparbietà di quei quattro-pazzi di consiglieri-di UP? E cosa ha fatto a Mila.nor Già, gnrncte vittoria socialista, si· è detto: ma. a parte il fatto che f'uomo della strada ancora. non ha ca.– pito se il PSI fa parte o non fa parte della maggioranza, ®? Qattabeni eh~ dice di sì e Migtiori che d'ice di no, po– tra questa magg10nrnza:, PSI. compreso, fare una potitiea. c?ntro· ltt « Edison » 1 Ce1·tamente no, perché if PSI non s1 assumerà la responsabilità cli una rottura se contem.po ·– raneamente non lo faranno anche i socialdemocratici (non è_ già la paralisi tipièa che nei pa-rtitr. prelude alla scis– sione-?) e a scaglial'si contL'O la « Edison »-- non sa--,.àcerto il s9cialdernom-atico Rollier, detto comunemente il bnon, papà degli aii-ionisti. che.. si affretta a scrivere lettere ai .Q.u&ldemonio ti F-cn.t:.:...ri 11uado caues1li.su 1...:ms-11Tct1So ae- cenna. a na:Gionaliz,za:1.ioni nel settore elettrico. Non e'è si·– curamente da farsi illusioni, e poiché la « Edison » è fu• nica spina nel c-nore dell'amministrazione di l\Iilano, c'è di che stare allegri. Si dice che la destra ostacoli l'unificazione e.cl è vero. Ma l'industria più progi-edita cosa fa? Vogliamo scommet– tere che il prof. Valletta è disposto a finanziarlo, qnesto partito unificato? Chi non si avvede, fra i più responsa– bili, che è anche nell'interesse dell'ecoriomia. italiana, sic et sim,pliciter una politica giulittiana? Nel mondo dei cie– chi i guerci ci sono, anzitutto, e sono re. E' lezioso porsi .ora pi-oblemi di corrente, pretendendo di fare dell'alch.irnia (tnte litteram nel partito che ,·el-rà: non si potrà pesare in sensi opposti, le condizioni obiet– tive non permettono altro -che quel radicalismo. Non dico che rion lo si- debba fare: anzi, pare proprio sto'ricarnente necessario alla situazione italiana, im"mobilizzata a questo punto dalla DC, ma mettiamoci bene in testa i limiti di questa azione. · I confini 1 Ira PCI 'S): UP PSDI USI e pé,fino fra tntti qnesti e i radicali. e i lamalfiani, non esistono già P.!ù fin d'ora: è inutile n1..gjonru·e su. tex.mini.o.rma.i as.t.i:atti quali gli schieramenti attuali della sinistra. Per convincer– sene ~basti pensare a: eiò che appare, lo stesso giorno·, nella stessa pagina-, sull'~nitù.~ da un Jato l'on. Longo che dice: « Non vedo perciò la necessità di un ripensamento dei rapporti fra socialismo e libertà.; non sento la esigenza di alcune coraggiose affermazioni non solo sul ter..reno del– l'a.ttività. pratica, ma su quello C!feiprinci[)i. .. »; dal1'altro, l!on. Giolitti: « ... aObiam0 L'insegnamento di Gr~msci che poneva L'esigenza di riporre continuamente in ~cussione gli stessi principi chè pa:10110 ,più essenziali». Sono uo– mini d.Y uno· stesso partìtor ~ possono éssere "UQmfoi di uno stesso partito Basso e Faravelli? ' \ ' \ ! e I SONO duè funzioni cfa esercitare: una neo-giolittiana, che Saragat s'è illuso di compi~re solo, e riguarda già chill-rame.nte molti soc.lal'isti socialdemocratici radicali e f,'jJ:~ anche molti di n.oi . ' , ,·Una di· resistenza., 1::lti@1·ganizzaz.ione,, di, preparazÙ!lne' èlel poi, 'una fun.r~ione gramsciana, pex c0Sì dire,. che ,po– trebbe riguardare molti con:umisti e molti 1 forse anche bt\ noi, che n@n se la. sentono di 0.edic&re la pllop.ria esistenza all'assicurazione obbljg_atoria. D'altt·a. parte, se è vero che Ja fine dello sta,l,inismo ha posto il socialismo su un. pianoi di magg.i0.re indipendenza, è. anche \l'ero che si sono ape11:e nuove prospettive prop-ci0 A..lla politica unitaria: politica, non dimen.,tichiamolo, che la base opetaia sente molto sua,, come di,mostra,van.q. le reàzion:i.• a,l discors·o di Nenni 4omenica a Mila-no. Pe.vcbé,, si chiedono, nel momento in cui i comunisti abiurano, la, dittatt.1ra, noi s0cialisti dobbiamo abband~naTe la. µ,olitica unitaTia e dire il ~ no » di, Pnalognan? L'unico vero1 «no» da dire nella situazione italiana è i-l no a Fanfani a.lla Confi1;-itesa e al clericalismo, altri.menù che razza di al- ternativa è questa? , In pri~:no luogo dunque non- esistono pi-hl conlin.i de[i– niti fra i g,ru:gpi del"la- sinistra e cadono anche le ragioni tattiche che consigl'iavano certe convivenze. Detto questo; a parei· mio, non yale gran eh~ la pena di speJ7der fa– tica per bat:tagl 1 iru·e nel partito uniticato, per voler che sia ciò che non pnò essere e che la situazione storica nem– me'no richfed'e. Ma fuori Sì, perché. c'è da lavorare in pro– spettive nuove e con un;idea organizzativa assolutamente origiriare e spregjud'icata, tenefldo come òase di di"scussione la condizione in cui si troverà il paese af momentC: i"n cni l'esperimento socialista von·à o dovrà fare i cont'.i con le "-ecchie strutture, col malcontento contactino, con lo stra– potere dell'industria pr0gredita. Non' dimentichiamo inor-lre che un PCI immobile su po– sizioni· tipo 'Fhorez è ruFtima cosa che potremmo desiderare. . La funzione medialrice è tuttavia lmportante; io vo. glio solo, dire che chi ha attitudi·ne alla pnbblicai amrni– ni-strazione, 'scontata, la nostra onestà, è bene che si ci-· menti. Ma chi rifiuta veramente la condizione borghese è- bene che ci pensi su·. Pu0 essere per lni propi·io il mo- mento di• chiedersi t'ln nuovo sacrificio. • Non credo di, aver detto ni·en·te d'i rt'lolto diverso da Tagliaz.ncchi. Sol© sono- andato• più in Uì, sposando la smt i.potesi pessimista e non pun1iando una ] 1 iTa. snlVa:ftra, queltla ottimista. E~, certfamente, nn i:nte-Pvento ehe cle~ota. ta più totale carenza cl~ senso tattieo. •Ma, francamente-, proprio di quest0 cfle senti.vamo-- la ma :ncan.za .?, 1'i saluto caramente. Franco- M organt i L'amico Morg-cmt·ii, che· (p-er sua fo11t-utW) è giova:ne-, esprime qui asseri effi:ca:cem,e-nde il d-rannma di co8ei"e-n-za che si apre a mol'tt fra i giovani più seri' e disint&essafi di- fronte alla prospet"tiva' dell"wnifi·cazione sociàlista~ Q,u.e·– sto dramma, pe1· ,:J;irta con pa,role' moleo setri,pliei; co:nsi-ste in. un dilemma: o c'int.r--upp-iamo-anC'h.enoi i11! un grosso JWn.toron·arocial--rif&rmist.ico (elte sarà dO'mli:»at<>- tlallll· piC-- , ~' ~J ' (15t), nno11a repufJJdica cola corrtt-zi·one, dal deteriore elettoralismo, dalla corsa ai posti) 1, o ci mettiam·o fuori giuoco in· attesa di tempi mi– glfori. Qiiesto dilemrna si sposta poi sul terreno teorico, in due sens~: a) il pentolone social•wri/01·mistico è uva neces– sità (ne~•giolùtfan-a;. appwitp:) dt1,lla situazione ttaliana, e q11indi non c'è 'nulla da fare contro di esso: a•su0 modo, è una difesa, l'unfra possibile, dal clericalismo; b) lo schie– ram.ento comunista,, Che resta -tagliato fuori dal pentolone, contiene tuitavi"a in sè delle forze e de(fer~enti che sono infì,rdtaniente 7)iù ihte1·essanti, e' coi ·quali quind·i conviene riprendere quel di8corso, che dentro il pentolone non sarà t)ossibile /arre (il d1'sco1·aosulle nvove strutture, sul rinno– ira.mento reale della società., sul significat0 di democrazia, eec. ecc.f Se la contingenza potitica ci mette fum'i giu~co - concl.udono questi giovani -, tant'è che ci dedichiamo a codesto discorso, aspettando di fare politica poi. Q,,·a, siccome io c1·edo che la cosa più utile clie abbia fatto UP è queUa di aver ridat·o attività e fiducia polit.ica. a moUi gio,vwni, che non r~i,scitvano a mantene1·e nè l'111w nè l'altra nel tradizionale schiel'amento socialista, consi– de1'0 serio il loro, dramma di coscienza: molto sedo per quelf,i,,di noi che ritengono la zn-esenza impegna.la, dei gio• vani migliowi nella politica ìn atto la condizione, la garan– zia di, ogn·i possi"b-ile svil'vppo. ll discorso è troppo lwiyo per unClibreve nota, e mi ti1niterò quindi a poche osser·v,:r– zioni piinituali, su c·ui la discussione si potrebbe a,11rire, e cioè: 1) secondo me, il problema ditemma.tico è m,al posto. In po-litica non si è mai fuori giuoco, se non si vl1-oleessèrlo: dichia1·ar8i fuori giuoc"o nasconde sempre un difetto di vo– lon,tà.. Si può essere fuori giuoco in una situazio'ne c.he ndn consenta u,n lib_efo intervento poli'tico (ma G.nche ·fo ·tale eventirnlità, c'è l"alternatirva dell"a.Zione clanàest·ina o rivo– luzionaria); e questo non è il nostro caso. Se si ricono$ce che il « ventol'one » f:01Jre . obiett·iva:111-entetut'to lo sf;az·io vossibile dell'azione volitica i11nmed·iq,ta,il proble·ma è u'ni– cq.mente quello di 01·ganizzare vreventivamerite e con e!fi– cacfo questa nostra azfone dentro e non fuori lo spazio; 2') non p-edo, perchè si consideri necessaria una fase neogiolittiana: anche questo è un giudizio alquanto affret– tato, destinato a copr-ire una cleficienza di volontà. BasStJ, in un recente articolo s11WAvanti !, ha espresso e[Jicacc– mente il pwrere clie si tratti al' contrario di trovm·e per tempo tutte le solidarietà necessarie f"ra coloro (oggi 11el .PSI o fuori d'el" PSI) che .non intendono ridur-re l'unifica– zione a un'operazione tras/orr,1-·ist·ica(che non servi·rebbe a nulla neppure co~e ar"gine al clericalismo, di cu; anzi di– venterebbe un nuovo mezzo di" eapansione), ma la vedono come un passo per la costituzione di una alternativa va.lida_; SJ l'atteggiamento dello star a vedere corri.sponde arl una CMta involontaria presunzione giovanile, che è dove. roso combattere. E' proiprfo 'dei giovani credere con asso.- , luta certezza alle proprie posizioni ed immaginare come antitetiche quelle àegli altri. Una maggiore capacità tli– dialettica, di rnediazione, dimosh·a che spesso. si possono trovare solidarietà, awogg.i, incont-i:i, dove meno .!!i crede: alla condiziane, ·moralmente assoluta,. di non st-are mai a vedere; 4) è senz' altrd valida l'osservazione che· è oggi in- a.tto 'butta, una nuova. esigenza Mvisionistiea, so,pr,attutto fra i giovani, che determinà linee di accosta-mento orizzontali {p. es. fra m,.ilitanti soda-listi e comunisti) niente a:f}.allo con·is,pond:enti alle linee di d,istinz-ione vewticali (pa~titi). Ma Morganti consentiwà con- me che mentre la aensib-ilità q, queste nuove esi·g.enze. deve restatre v-irva-eà operante- ( e sarà utìle se si esercjte-1à.dentro, un.o strumento politico, pr~ babilmente in.utile e comunque assai 3te1'1le· se tente1rài di ese1·citarsi fu·0,1·i),,c'è il per.icolo evider11&eche il :restare a vede-1·e, su posizioni:. parrapolitiche, fi,--ni,sca, per tro·scino:-e inevitab-ihn.ente dent-ro queU'altro; pentolone (c·ome de;fi– ni-rlo ag9ettivamentef). che, b_ i-l pa-rrtito C()IY)Xunista.Ecco, ca110 !J.1 or.g,an:ti,io• condivid0 con ·te tutte· le tue p1.-eoc_cupa– zi0--»i sul « pentolone social-r{forniist:ico », ma 1)rnprio per~ ch,è ho imparato da tempo che ad' esso non costituisce alcuna se,r,iaalte'1'nativa il « pentolone .... talin•l7wwiov'Wno ►. J/alt.ernativa è in noi stess•i,, nella nostra· corpacità di resi– stere e: di offrire- soluzioni reali e valide nella realtà poli– ti.ca cbi euì, facciamo· pa:rte: a queste solu-zioni, ~ ovvio, dob– biamo senvpre chiamare a, collaborare quelle, delle forze co11'1!Uniste, che sian:o <Jlvpacidi senìire le nostre stesse esi– (Je1't,z-e. llfa il m'odo pel' farl'o non à quello di sga.nc -iarsi d'a ogni cosa, di· restare « ver a·ria »: senza àncore di -nessun gene1·e sulla te·rra ferma., it risucchio d'i,venta ine-vitab-ile. E in ta:l caso, il di"sem·so merùe1·ebbe- ve1·amente di es– s&te fattor STAMPERIA ARTIS'FICA HZION~L edizioni· scientifiche e letterarie lingue estere cataloghi TOAl·NO • Via Carlo Alberto ::!S T. C.

RkJQdWJsaXNoZXIy