Nuova Repubblica - anno IV - n. 40 - 30 settembre 1956

(150), nuova republilica . -rV INDUSTRI A PETROLIFERA NEL :MONDO 1-L-. PETROLIO IT ALli-\NO Prima di pensare a una politica dei prezzi, occol'J'e incrementare al massimo l'esplorazione geolo– gica del sl>ttosuolo, assicul'are il pieno sfruttamento delle risorse reperite, garanlil'e ali' era l'io una congrua parte di reddito. 11 parlamento, l'amministrazione e l'ENI hanno un ampio campo cl'interYento di FRANCO PESTI JH I L PROBLE:MA dell'industria petrolifera rientra, in Ita. lia come nel mondo, in quello più vasto della produ• zione e del consumo di energia. Nel 1954 il petrolio ha fornito il 36% dell'energia consumata in Italia (un nl. teriore 10% è stato fornito dal metano) e il consumo ha r8ggiunlo gli 8 milioni cli t., cOn ima irnportazione di greggio cli ben JG,9 milioni di t. - La differenza è data dalla riesportazione di prndotti raffina.ti , che, nonostante sia piuttosto cospicua (piì:1 di 8 milioni di t.), non giunge ad esaurire le capacitA di raffinazione del nostro paese, am– monlanli a ben 26 milioni di t. - D'altronde il consumo energetico pro-capite è bassissimo in Italia, giungendo ap– pena all'indice di 0,87 contro 2,33 della Fntncia, 2,94 della Germania, 4,53 della Cran Bretagna, 8,01 degli Stati Uniti; si prevede pei-tl1nto che, pu:r andando canti _nella valutazione de11e possihililà di sviluppo economico del paese, il consumo di energia continui ad aumentare piut– tosto rapidamente nei prossimi anni, in tnoclo che, se nel 1054 sarebbero occorsi almeno 16 milioni di t. per coprire col petrolio tutto -il fabbisogno nazionale di energia, nel 1965 ne dovrebbero occorrere come minimo 35 ( ma c'è • chi calcola addirittura 95 milioni di t. di petrolio). Cal– coli purarnente ipotetici, bene inteso, perché prescindono daB'impiego di altre fonti dì energia, tranne quella idro– elettrica, ormai non pili suscettibile di aumenti cospicui. Occorre quindi considera.re che, a parte -i carboni, di cui potrebbe essere conveniente abolire del tutto l'impiego, :interverranno il metano (nel 1955 3 miliardi e 1/2 di mc., pari a 2,8 milioni di t. di petrolio; con un aumento di 14 volte in sei anni) e, com'è augurabile anche se le pre– visioni sono per ora tutt'altro che rosee, l'energia nucleare. Tre ordini di Qltestioni si pongono in primo piano nelle previsioni sulla produzione petrolifera italiana: l'en– titi~ delle 1·is'erve e le possibilità tecniche di J"icerca e di produzione, il fabbisogno e la disponibilità cli capitali per le ricerche e Jo sfruttamento, la politica dei pre~zi con– ness~ alla gestione delle risorse petrolifere. Tutt'e tre le que– stioni sono concli.iionate dalla politica petrolifera mondiale. Nel 1955 sono stati prodotti, in Italia, soltanto 200.000 't. "d:i greggio, cifra in sé e per sé insignificante in rapporto alla produzione mondiale e al consnmo interno, ma ab– bastanza notevole se si tiene conto della produzione nel 1954 (72.000), e sopr·attutto, del fatto che è stata otte– nuta con soli 24 pozzi e che le riserve erano già valutate a 14 milioni di t. nel 1955 cqn un rapporto presumibile riserve-produzione di lllmeno 70 (uno dei più alti del mondo, dopo il l\.fedio Oriente). Nel giacimento di Ra– gusa la risen-a accertata snrebbè già addirittura 23 mi– lioni di t., secondo una dichiarazione del presidente della Culf-Italìa, con la possibilitit, quindi, cli fornire in breve tempo qt6v:,i_2.000 migliaia di t. all'anno. Meno confor– tante la situazione in 1-\bruzzo, dove, dopo le prime favo– revolissime previsioni, alcuni pozzi sono stati •chiusi dalla Petrnsud, a causa di enormi infiltrazioni di acqua (dolce, e non salata come assei-isce per lo più la stampa). l\Ian– cano noti:-:ie recenti sull'attività abrnzzese dell'ENI. Il fatto è che, a tutt'oggi, la prospezione geologica delle strntture del nostl'O paese si trova ancora ad lm grado di sviluppo· verarnente infimo. A parte la Valle Padana, dove l'ENJ, giust.a le affermazioni del st10 geo– logo-capo, Facca, sta esaurendo soltanto uno dei temi fondamentali di ricerca geologica, e giiL se ne prospetta alti-i assai promettenti, le strutture dell'Italia peninsulare e insulare richif;ldono una somma enorme di lavoro esplo– rativo prima di perrcieltere una qualsiasi fondata· indu– zione sulle riserve: i resultati volta a volta promettenti e deh1~ivi che si sono fin qui verificati lo djmostrano a sufficienza. Si tratta di un lavoro che per troppo tempo è stato rinviato e che dovri~ esse1·e compiuto con la mag– giore rapidità 'possibile, pena non poter formulare qual– siasi te1npest.iva pr8visione sullo sviluppo dell'energia e giungere addirittura in ritardo per lo sfruttamento eco– nomico delle risorse. Questo rimane l'argornenlo principe di chi sconsiglia la nazionalizzazione immediata: occorre promuovere le ricerche con ogni mezzo e impiegando ogni l'isorsa disponibile, dello Stato o dei privali che sia, e le capacità tecniche dell'ENI, creato soltanto nel 1949, avreb– bern potuto essere poste in ci-isi di fronte alla immensità clel compito che la nazionalizza.zione avrebbe assegnato a.ll' ente di Stato. Anche di fronte ai compiti attuali le ri– sorse tecniche dell'ENI si dimosli-eranno probabilmente insufficienti, tanto che è parso oppoduno· l'emendamento al\a legge petrolifera tendento a consentire l'uso di presta– zioni tecniche straniere t>er la ricerca, escludendo la con– sociazione economica. E' da augurarsi che squadre geo– logiche e geo[isiche (e le perforatrici) americane, vengano poste al pili presto in opera in larghissima misura. D'al– tronde l'esempio statunitense indica come ·al livello della ricerca si determini con maggiore diUicolti~ Paccaparra– mento delle risorse polrolifere, e sia piuttosto ad nlt1·i li- velli cl1e occorre interamente ganntire il pubblico inte– resse. Piuttosto, il problema degli -incentivi alla ricet'Ca privata (del tntto auspicabile per le ragioni giiì esposte.) non risiede t8nto, col}le per lo più si arferma speciosa– mente, -in JJiù ampie garanzie di concessione (Io scopo di queste richieste è nn alt.ro , quello di fnvorìre il snccessÌ\·o accaparramento delle risorse), quanto nelle esenzioni fi_– scali per i capitali impiegali nella ricci-ca, problema di– verso, si badi, dal trnttamento fiscale sullx produzione. Tanto è vero che la legge siciliana, tanto magnificata dai sostenito1·i del!'« iniziativa privata», non è stata affatto sufficiente, pur con le sue ampie garanzie di concessione tali da fa,·orire l'accaparramP-nto, a pronrnovere rirnpegno del capitale italiano di limitatn entìtù, per cui la « libera concorrenza > si è risolta nella presenza di nlcnne societù del cartello internazionale o di gros!Si co,npless:.i monopo– listici italiani. Comunque, anche l'i1liziativa dei grandi complessi stranieri del c,1rtcllo è, allo stato delle cose, da desiderare che esplichi al ma~simo le suo pOssibjlità, nel settore della ricerca; come.questo possa avve11i1·e nel caso che, per una avveduta quanto energica applicazione da parte della_ pubblica am,ninistrnzione e dell'ente di Staio delle facoltà che la m1ovn legge pare voler conferire loro, si delinei una mancanza cli ·possibilità di accaparramento delle risorse, è difficile dir-e. Un 'impegno del medio capi- . tale italiano, Che potrebbe avvalersi anch'esso, come PENI, delle prestazioni tecniche reperibilì sul mel'cato ame1·icano, ha molte probabiltà di doversi raccomandarn nel prossimo futuro·. Il ca·pitale italiano è meno esiguo di quanto comu– nemente si creda, ma consentiranno un tal genere di in– vestimento indipendente i grossi monopoli? Tanto pii'1 che il frazionamento deHa ricerca, se mantenuto al livello della produzione, consentirebbe all'ente di Stato di svol– gere nel migliore dei modi una fnnzione di controllo e di guida nella politica degli idrocarburi, rivolgendo atlènzioni particola1·i alla raffinazione. N EL CO~T~JDERARE il fabbisogno di cfq>itali bisogna distingtfe're quelli necessari per le ricerche, abbastanza dif[icili da rnperi.re a causa del forte ,·ischio, da quelli oc– correnti in un momen_to successivo per la coltivazione, assai piì'l facili da ottenere per via del nomwle credito, quando le ricet·c)1e abbiano avuto esito positivo. Le pre– visioni conenti val'iano eia 2.000 milia1·di di investimenti in 10 amli (Tomè) a 100-HiO miliardi in 5 anni, pe1· le sole esplorazioni (Rossi). Ce1·to è che, in via generale, ri– sulta enato fondarsi sull'espefienza degli Stati Uniti, dove ormai, dopo 80 anni cli shulta1nento, sono esauriti tutti i giacimenti più facilmente raggiuògibili e do,·e l'estremo frazionamento dovuto alla proprietà privata del sottO– snolo fa moltiplica.re inutilmente il nurnero dei pozzi pra– ticati, con alte percentualj cli sterilità. Non mancano, poi, le valutazioni interessate di sostenitori ·del\'« .iniziativa pri– vata». Per esempio, il Dosi valuta il costo di pedo1·a– :;,.ione in 100-150.000 li1·e al metro, che, nelle stime di esperti americani si riducono a circa 40.000 lil'e al rneti-o, cifra che, pur essendo suscettibile dj forti variazioni, è piuttosto lontana dalla precedente. Il costo mensile cli nna squadra geologico-geofisica è Yalutato in IG milioni, il prezzo di un impianto di perforazione in 3-400 rnilioni. I pe1·messi di ricerca per l'Italia peninsulare, escluse Valle Padana e Sicilia, coprono cii-ca 7,G milioni di ettari. Occor– rerebbel'O 20-30 squad1·e geofisiche, per 4-G rnilia.rdi annui, 150-200 pozzi di 1.500 m. di rnedia, pe1· 10-15 miliardi annui, più 5-7 miliardi annui per a1m11ortamento trien– nale degli impianti, ·in totale 20-25 ·milia·rdi mmui 1)er 1m triermio. Le t.re maggioi-i società straniere avi-ebbero speso, negli ultimi 5 anni, in Sicilia, non più d• .1,2 1nil.iardi al– l'anno. VENI, nel 195-l, su G milioni di ettari, ha prati– cato 99 pozzi, alla profonditù meditt di J .8G0 metri, spen- denclo circa 12 niiliai-di. · In una prima fase if finanziamento esterno ha la parte preponderante, ma ben .pi-esto l'autofinanziRmenlo si af– ferma, fino a di,·enir-e la fonte di gran lunga pi1'1 impor– tante. Prescindendo dagli Stat-i Uniti, in fase éli troppo avanzato sviluppo per servire al confronto, notiamo che in Francia, per il quinquennio 1!)50-54, l'autofinanzia– mento ha rappresentato il 24% su 4G mjliarcli cli franchi in totale, e questo benchè la produzione sia stata, nel '5-l, cli appena 508.000 t.; in Canadù, ~r lo stesso periodo, si è giunti addirittu1·a al 72%, mentre, nel pl'imo t,·iennio di sviluppo, si era già anivali al 50%. Per· rltalia si può pre,·eclere che, con una produzione annÌ1a cli J milione di t. {tacilmente raggiungibile dal solo giacimento di Ra– gusa), si ·avrebbero circa ,j miliardi di entrala 7>er l'era.- 1·io, sotto le ,·oci 1·oyal1n o tributi, e altri 4 miliardi di 7>ro/itto, a meno che. nel caso J'autorihì. fiscale conl"enta di detrarre il costo ricerche in conto reddito e non in conto capitale, non si abbifl 1111 gettilo ti-ibutario più ba.e;:!-:() nei primi 1,tnni, ad tdteriMe. vantaggio delle vossihil•if.à, cli auto– fina-nzia·m.e>ito. Il costo di produzione è previsto pe1· l'Itali1t in 4.000 lire per t., contro le 3.800 del Messico, le l.800 del Ca– naclù, le 3.500 del costo medio USA, le 7.500 dei pozzi rnarginali USA, le 1.600 del costo medio Medio Or-iente. Il pre:::o interna.zionale del Golfo del Messico (base) è-· H!.500, quello internazionale alla bocca dei pow,i 11.900- 12.000: quand'anche si considerino 1·oyally e {J"ibuti, c;ho grnvano, al massimo, per jJ 50% dell'11t.ilè netto, !-:i com– pr0ncle come, in un anno, la CuH, la Texas e la Soco'"!y, 1·ealizzino ciascuna un 1·ccldito lor·do di cit·cn 1.500 mil-ioni d·i dollari, e come la Standard of N.J. superi i 1.000 m.-i– lioni di dollari. Sinchè in Italia non sarà coperto d11lla produziouo lo– cale l'intero fabbisogno (prospetli,·a per 01·a quanto ma.i ipotetica), non sani certo possibile che esi,:tano due prezzi cli,·ersi per il petrolio, quello ioternazionale p01· il greggio cli jn,portazione e quello libel'O per la procl11ziono interna. In tal modo i p1 ·odutt.or -i di greggio italiano venanno a. renlizzuro gli enorn1i reciditi di posizione dianzi accennati: sarà d~terminante la possibili.là che ne venga assicurata. una congrna pa1·te a pro della pubblica spesa e che i 1wo– fitti vengano effettivament·e impiegati in un ulteriore mas– simo sviluppo della ricerca. Non è affatto ipotetica, tra l'altro, la possibilità che le compagnie del q,artell9 inter– nazionale riescano ad accaparrarsj una percentuale della produzione sufficiente a provocarne un ritnrdato sviluppo; infatti, nonostante il foi-tissimo reddito di ·posizione pre– vedibile per la produzione italiana, risulterà sempro più reddìiizio l'inipiego del petrolio medio-01·ientale, pur col grttvame delle spese di trasporto, ed è intuibile come le minacce di ordine politico cMtituiranno un incentivo ad un più rapido sfrnttamento di quei dèpositi. ·Né pot.reh– bei-o comportarsi molto diversamente le « gr;mcli indipe.n– denti >, qualora, come sembra probabile, inf·endano itnf)O– gmu·si anch'esse in Italia; prive di disponibiliti\ di r{tffi– Jlaziono in Eu,ropa, esse sarebbero cornu1'lque costrette ad allinearsi alla Politica del cartello. 'a! Sulla polilica dei pr·ezzi che poti·iì. ~~Sel'e vrat:.iCa.ta gran:1.110comunque molti intorrogat-ivi. Da parte di fonti, anche autorevoli e propens<' a favol'ire jJ pubblico inte– resse, ~ì accenna frequentemente alla opporluniti'l di m('t– tere al più presto a disposizione della più pl'Ogl'edita in– dustria italiana larghe quantità di petrolio svincolato dal JHt;>ZZ O .interna:1.ionale . A questo fine si in::::iste s11lla nec('S– sitù, da parte dello Stato, di procnrarsi In clisponibjli{;'~· diretta di· for·ti quuntitù di gl'Cggio e si è giunti a pr·o– pone che l'ENJ, anziché fungere da concorrente e da gnida agli oper·atori privati, si consoci obUligatoi-iamcnto con loi-o per ripai·tii-e a met..ì. il prodotto. Non sembra cJie questa politica possa portare ai migliori i-esultati: - innanzi tutto, come din'mo fra poco, e come dimo8ti-a ad aln.mdantiarn. l'esempio dell'IRI, la COll!-:OCiazionetra. intcrcs,:,i pubblici ed interessi p1·ivati ha scmpr·o pos.to, fino ad ora, i primi in condizione di svantnggio; seconda-· riamente, la distl'ibnzione sotto prezzo intel"llnzionale allo industrie di un quantitativo di petrolio non cer-turnenl"e st1fficicnte a coprire il fabbisogno nazion81t~, dctennine– l'ebbe una situazione di })l'ivilcgio per alcuni complessi, fonle di ineliminabili favoritismi ed abu~i. Lo Stato dovrà. cercare di procurarsi, passandole in gestione All"ENI, lo royaltu in natura, ma semplicemente 1)er ,ivif.are di essere· frodato negli. accerta.m.enti (come ·pare stia giit nvvenendo in Sicilia ti-a la Gulf e la Regione), dato che, qnasi cer-fa• mente, venà frodato in buona misura nelln detnmina– zione delle aliq110te frib11tarie; caso mai si potrà pensare ft fo1·nii-e combu~tibjle solto prezzo ai pubblici servizi, fe1·– ro,·ie o nav.igazione, che lo Stato gestisce in deficit a be– neficio della colletti,·itù. Altro è il disco1·so di una poli– tica nazionale del petrolio, elle tenda a rornpere il rnono– polio internazionale del cEntello e faccia, dell'ftalia, corno auspica FoA, « la bandiera e la guida:,, dell"cmF1ncipa– zionc petr·olifera mondiale, o più sempl:c-e1nenle lenda a romper-e, con larghe clisponib.ilit;1 di grPggio, il incrcnt.o nazionale ed europeo, dell'energi>l, J)f'I' liti 111.1ovo <" più di– namico sviluppo, eco_nomico e soprntt11t.to ~ociale. Non che sia da sotlovalut are questa grande polit.ic, '\ delle fonti di energia, do\'e si interseca ;111rncdi11tarrmn.te anche la questione dei mouopoli elettrici. mFI, pi-obab1!– mento è un discorso che sebbene lnngimirnnte, è stato folto ~!quanto in anÙcipo.' Una politica rlel genere presnp– pono la completa autosufficienza petl'Olifei-a fo1·:::esognat.a da molti al momento pil.1 alto del boom,, rna non c0rto rfl~– giungibilc f!, bi·eve s~Hdenza. E poi, non ;!ludiamoi:.-i: sol– tanto la nazionalizza-zione la permetterebbe, ani:.-hc se, con ogni probabiliti~, non oltre i limiti tacil.>1111on 1 a irr.1posti al ~Jes~ico dal ca.-tello (é non s:u-ebbe cornunq1·e r.uccola co~a). Per questo, fon:t-, nlla nazionalizza't,ione è ;1 caso di .pensare, anche se oggi è int('mJ)<'Stivo proporla. cor1c IJann~ voluto in 1.m primo tenlpO le sinist.r·e( prirnR di ar•('')llCHHSt nll"eviden,-,a dei fatt.i ed alliHe1u·sì a garnnti1·0 il sucCC!"-:$0 del pl'Ogetto Col'tese. . .. Inoltro, la. larga disponib.ilità di greggio non !:-lgmfica-

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