Nuova Repubblica - anno IV - n. 32 - 5 agosto 1956

(122) , nuova rçpubblica 5 SPAGNA VENT'ANNI DOPO IL· GRIDO. 11\VANTI L'ALBA di FERRUCCIO PARRI . QUESTI VENTI ANNI che ci dividono dalla guerra civile di Spagna e dalla prima prova rivoluziona– ria ch'ossa permette all'antifascismo italiano, con– S(>antonouna valutazione storicamente oggettiva di quella crisi drammatica di un'Europa ormai fatalmente avviata alla catastrofe della seconda guerra mondiale. Dedichiamo al ricordo di questo ventennale non lo spil'ito distratto delle celebrazioni rituali:' dedichiamogli 11na riflessione seria per Ja lezione esemplare che quei fatti ci forniscono come europei capaci di civiltà ma non di scelta. democr.atica. e per l'interesse diretto ch 1 essi hnnno J.)er l'intelligenza della nostra lotta di liberazione, dei suoi problemi politici ed organizzativi 1 dei suoi in– di1·i,w:ìe risultati. E' un momento di tensione elettrica. Non ne capisce nionle e ne scrive da necrnforo lo storico al quale l'espe– rienza soltanto libresca nega d'intendere ta fo1.6a delle passioni politiche, i drammi o le miserie della vita d'esilio, Ja violcn;,;a dei fanatismi, la capacità. di sacrificio e di eroismo degli uomini servi di un'idea. Nuvoloni neri incombono sull'orizzonte europeo. Mus– solini al cohno della fortuna dopo l'impresa etiopica 1 Hit.ler ·al potere, conati fascisti in Francia ed in tutto l'Occidente, agghiaccianti preavvisi della barhal'ie nazi– si a. L'Europa democratica, quella comunista sono in al– Ja1·me: Mosca cerca difesa negli argini frettolosi dei fronti popolari; la democrazia francei;;e reagisce, ma è una' ùorghcsia svigorita, già incline psicologicamente ai suoi rétain ed ai suoi Lavai; Londra si preoccupa, ma l'angu– sti/\ dello spirit0 conse1·v~tore della politica inglese ne svilisce a impotente compromesso il gioco tradizionale d'eciuilibrio continentale. E pul'tropj)O il centro di gravità dell'Occidente europeo è oltre Ja Manica. La crisi spagnola fa precipitare Ja tempesta. E' crisi di unrt società dilaniata da forze, anzi da violenze cen– tl'ifughe: forti interessi di casta· ed arm!.lte ,,bitudini di sop1·affazione, plebi affam.ate, odi di classe, demagogia, . personalismo e fanatismo politico. E. mancanza di una P ER ALCUNI uomini «laici» della mia generazione, che ebbero vent'anni al momento dello scoppio della guerra civile in Spagna 1 questo avvenimento ha forse ~egnato l'esperienza pili profonda della prop1'.ia vita JJolitica, spesso il punto di partenza di nna vita antifa– Hcish,. Dico «laici» di proposito perc11é non conosco et'empi impo1·tanti di militanti cattolici antifascisti (se si esclude l'esempio di 1\figlioli) che abbiano avuto, in ltalia, il coraggio - che ebbero in Francia uomini come Hernanos, Mauriac, Maritain - di schierarsi dalla. parte d<1i repubblicani spngnoli e di condannare l'aggressione franchista contro le istituzioni clella repubblica d~mo– cratica. Alla. vigilia della guerra di Spagna, infatti, l'antifa– scismo giovane, in Italia, era in crisi. I.a capacità del fa:-,;cismo di superare la cr·isi economica, di resistere alle pi-ofezie di Nilti, che ne prevedeva la cadula imminenl"e a causa, di un dissesto finanziario, di iniziare la guerra d'Africa e di resistere alla pressione della Societil delle Nazioni aveva fatto nascere il dubbio - anche in coloro che non avevano creduto al- mito della « cofporaz·ione proprietfHia » di USo Spil'ito; all 'autosuperainep.to io– terno del fascismo - che il vecchio mondo demociatico non ritrovas.~e più la capacilà di abbaUe,re il fascismo, sia dall'interno che dall'esterno. La guerra d'Etiopia, poi, aveva creato uno strano stato <l'animo, specie in larghi strati cli antifascism.o larvato d'origine borghese, che ricordava un po' Ja reazione dei VVebb e dei primi fabi,rni cli fronte all'imperialismo bri– tannico delrèra vittoriana, che ·speravano di attaccare al carro del proletariato. La guerra d'Etiopia - si diceva in quesLi. ambienti - era il prodotto cli un'aggressione, in v_i.ulazione dei principi della Carta della Società delle Na- 7,ioni; rnu Je nazioni «satolle> non erano quelle più in– dicate per rinfacciare ...i metodi colotlialisti; e poi, l'im– pero che il fascismo si proponeva. di costruire in Africa era un « impero del lavoro>, che doveva offrire uno sbocco alla _nostra mano d'opera esuberante, e non un $ impero di sfruttamento >.. Questi erano i discorsi Che si anda.vtrnÒ 1·ipetendo allora fra i- giovani e non erano -intenm1ente sprovvisti di un fondamento a.Imeno sentimentale. Ricordo che, anche su di me, che Pure avevo preso po .. sizione fin dalle prime Iasi della guerra d'Etiopia contro J'aggressione, contro Ja violazione del diritto, il bell'arti– colo di Subalpino (lJmberto CalossoL uno dei pili belli che abbia. mai scritto, su « La legge degl'imper-i >, apparso su Giustizia e Libertà Subito dopo la proclamazione del- coscienza nazionale democratica, di una coscienza rivolu– zionaria capace di superare i chiusi separatismi delle i·e– gioni e dei partiti. Un deciso appoggio este1·no avrebbe tuttavia salvato Ja Spagna e l'.Eu.i·opa da Franco. La' indecorosa commedia del Il.on intervento dà la vittoria al fascismo. Mussolini si muove in partenza su un orizzonte da colpo di mano, ma la Spagna anche per il 13uo regime diverrà un logorante gira-mulino fatale per la preparazione d~lla. prossima guerra. E' dunque un primo scontro, quasi inatteso scontro di a.vanguardie improvvisate, tra la Resistenza· e la mi– naccia. nazista e fascista di manornissione deWEuropa e del mondo. Le avanguardie ne escono per quelle condi– zioni d'improvvisazione e d'inferiorità.· disperse e battute: ma le pa.ttug1ie prepa1·ano e annunciano le insurrezioni inevitabili dei popoli quando scoccherà l'ora. della grande battaglia. E l'esperienza spagnola gioverà certamente a com– . porre le· divergenze e le linee di frattura che essa a.veva rivelatò. Non nascondiamole, se vogliamo intendere i fatti d'a.llora e d_idopo. . . S COSSI dall'appello spagnolo, primi a rispondere, sono gJi eredi e :rappresentanti delle tradizioni Jiberta.:rie, deWintervenzion.ismo insurrezionale, deJ nuovo e fresco vo– lontarismo dei GL. Un decennio di delusioni e d'impoten• za, i complessi corrosivi della vita cl'esiHo avevano contri– stato la. nostra emigrazione poli tic.a; il fallimento dei ten– tativi di attivismo terrorista si erano ripercossi su CL, né le condizioni ?ggettive. diiIla società italiana potevano permett~re spel'an,ze insurrezionali _sin quando il regime fascista non avesse percorso la sua parabola fatale. Ma se una nuova pistola fascista è puntata. sulla Spagila, è 1ì che si deve tent.a1·e la difesa disperata degli idea.li che non devono morire. · Lti indicazione che dì~ quesl"o primo manipol~ di ge– nerosi che accorre in Spagna con Rosselli, Angeloni, Ber– neri è rimessa in,·ero all'avvenire, chi.aro per gli illumi- LA PRIMA BATTAGLIA di PAOLO VJTTORELLI l'impero, fece l'effetto di un'impostazione razionalmente giusta ma sentimentalmente insoddisfacente. Sonza giustificare i grandi imperi del pa5:sato 1 Ca– losso aveva dimostrato come essi rispondessero a. con– dizioni economiche di espansione che li avev!l110 resi possibili, mentre l'impero fascista. era economicamente ir– razionale. Più persuasiva era la tesi salvemjniana che me– glio Sl;\l'ebbe stat9, in quello come in tutti i casi p1·ece• denti, spe_n<lere i denari che si consacravano alle colonie J)er la rifol'ma economica nel Mezzogiorno d'Italia. Ma in queste climostra~ioni c'era qualcosa che mancava, che mancava soprattutto ai fini della persuasione dei ceti « fuori classe :t, come gl'intellettuali o i giovani, i quali aveval)o bisogno di un motivo diverso da. quello eco– nomico per essere completamente persuasi. Q DESTO serve forse a. spiegare come, prop1·io _in occa• sione della guer;a d'Ètiopia, un uomo quale Arturo Labriola rinunciaSse all'esilio politico e sentisse il bi,"?ogno di un atteggiamento «patriottico», come Vittorio Ema– nuele Orlando •!:.-Ì sentisse un.ito al governo fascista su questo terreno, come De Gaspel'i facesse anche lui, già carcerato dal f~scismo e in esilio volontario a11a Biblio– teca vaticana, il suo bravo dono di « oro alla patria>. In quest'atmosfera d'inc~rtezza e di crisi, specialmente per l'antifa.scismo giovane o per i giova~i scontenti del fascismo, in quest'atmosfera in cui il fascismo era riu– scito a. gabellare per <patriottismo> una volgare impresa. colonialista., scontando quel tanto di razzismo, sia pure · assai recondito, che si riusciva a suscitare ricoJ'dando che il popolo abissino conosceva. ancora 1a schiavit[1, che in– dulgeva ancora in p.ratiche barbariché, mutilando i pri• gionieri, e via discorrendo, che, insomma, aveva bisogno 4' che qu,alcuno lo facesse passare per una fase di·« ch•iltà >, na.ti . Ricordiamo sempre con il maggior onoro il nomo cli Berneri; vediamo A.ngeloni procombe1·0 come Multo alle, banicate di Varsavia; i lettori di Calosso che scrive da. Monte ·Pelato dovranno prendere il mitra nel 1943, e Ros... selli è l'antesignano della Res.istenza. Relativamente piccolo questo ma~1ipolo. Più numerosi. alimentati da un'emigrazione internazionale sostenuta dn. Mosca 1 i comunisti. Essi saranno in gran prevalenza nel!() « brigate internazionali», Ja. cui storia politica e mililaro ha ·per quegli anni spa.gnoli inte1·esse grandissimo. I co– munisti italiani che vi ebbero parte di primo piano l1anno ottimo diritto di rivendicarla. Ma i comunisti nQn si m_uovono subito. Essi pongono la 101·0 azione su un piano internazionale, che è la proto– zione della rivoluzione sovietica. Intervengono in arrn.i sòlo quando fallisce J'aziDne diplomatica. E quando in~ tervengono emergono gli o-sta.coli e le inibizioni sollevate da un intervento comunista. Scoppia il vfolento conflitlo con glj anarchici per il controllo della rivoluzione in Ca-– taiogna, ed è forse ·fatale alla causa spagnola. La politiCa. dell'apertura ptlr non reticente ch'essi praticano non pnò colmare i fossati di diffidenza che l'indirizzo staliniano della rivoJuzione bolscevica ha scavato tra i democratici europei, e r_endono difficile la sutura de11e forze. E la. ]oro prevalen~a pone per i futuri movimenti di Jiberaziono -dell'Occ~denle europeo come primo problema quello del• l'equilibrio delle forze. · Essi, i comunisti, non possono intendere jl valore" cl1e ha avuto per noi l'appello di Carlo Hosselli dopo l\fonl.o Pelato. Fu una illuminazione anche per lui 1 la. rivela• zione e la ccwtezza di un'Italia che non poteva mol'iÌ'e, di forze ideali che avrebbero infine rotto ]a crosta fascista, la sicurezza profonda che bisognava passare per una in– surrezione rigeneratrice. Pesava già su di noi la lezion6: della occasione mancata del 1925.. Le forze pili combat .. t.ive, decise, vitali, nel campo non comLni;:;ta, del 194;3 si :rill'ovarono a1 grido di battaglia di Rosselli. Non Cllpi– sce la storia ciel nostro popolo chi non intende il valorn di questo anello e di quel momento. magari di tipo borghese-colonialista, Ja guerra civile di Spagna scoppiò come un fulmine a ciel sereno. In Spagna. i fascisti non potevano invocare pt'etesti. deteriori di tipo razzista; non vi era un motivp pseudo– economicistico come lo sfrnttamento di cospicue riç– chezzo lasciale vergini dai «barbari> abissini, o corno . la « colonizzazione demografica>; ed anche il motivo che se1·vì poi a mobilitare le masse cattoliche contro « i rossi>, le violenze contro il clero e le inonache, sorse come mo– tivo a posteriori. Non ci voleva molto acume polilico - ~nche per un intellettuale o un giovane borgheso di. quell'epoca - onde capir·e che in Spagna stava comin• ciando la pl'ima. bat.taglia della guerra. antifascista, ch6 in Spagna si era detto, per la p1·ima volla ai fascisti, cort le armi in pugno, con l'insurrezione di tuLto un popolo: No p(isaran ! Fino a quel momento, per chi allora aycva yent'ann), la storia della lotta tra fascismo e antifascismo 1 era stata non solo una storia di sconfitte; ma anche una storia .di batta·glie non combattute. Non combattuta la bnttilglia, che aveva permesso a Mussolini di fare Ja marcia 8,ll Roma, d'jmpt,dronirsi del potere chiamato dal re e in– vestito della fiducia parlamentare, di 1·i111anercidopo ia. scoperta delle sue responsabilità nel delitto Matteott' ;_ non combattuta. Ja battaglia che àveva permesso a HiLler di conquistare il potere con l'avallo di una maggioranza. parlamentare; combattuta., forse, ma solo sotto Ja Corri'a. di una sel·ie di sfo1·tunate azioni di gruppetti male coor– dinati; la battaglia del ptoletariato viennese contro DoU(uss neI· febbraio 1934. La pagi,Ùl che si apriva a1)pariva. invece come la. prima grande- battaglia di n1-asse Òrganizzate solto un , governo repubblicano legale contro il tentativo di pu.t8c1• rnil itarn cli · alcuni genel'ftli fascisti alla testa della 'Le– gione stran.iera, ldcl fimigerato 1.'ercio, e di t.r,11ppe maroc– chine; e"ra la primi battaglia campale dell'antifascismo in Europa contro il fascismo. E veniva poco dopo Ja ca.– ,pitola.zione del vE>cchio giurisdizionalismo democratico :in– carnato dalla Società delle Nazioni contro l'aggressiolle fascista in Etiopia. Ed anche poco dopo Ja gr-ande vit• toria del Fronte Popolare in Francia. Io mi t1·ovavo allora in Egitto. Con un gruppetto di a.miei, che non si può forse definire un vero e propr~ gruppo politièo .omogeneo (uno di questi, Renalo Misll. divenne· pil.1 t{lrdi militante comunista, gli altri, pur rim... nendo sempre antifascisti seri, s·interessarono solo da ]onta.no alla .lotta poljtica), seguivamo da vicino gli avv•

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