Nuova Repubblica - anno IV - n. 20 - 13 maggio 1956

2 giornale nell'estate scorsa ai partiti e t~i. gruppi di dc1;~0- ci ·az.ia laica affinch~ si unissero per slab1ltre un p11nlo <l rn– contl'O col PSI, il quale potesse costituire una -~•nlid~ alter– nativa di democrazia socialista a quelle non p1u valide che ancora vcrrebrno nellR vita politice. italiana. Corne ;i prevedeva, non è stato poss:.ibile fa~e 11ccogliern qneslo indi1-izzo alle direzioni dei partiti le.ici, che collabo– J't\llO alla coalizione quadripartitica e che naturnlmcnle non l)<)OP.i.\l\O di e.tnc.c.1\,--ac-no se non cosfretli do.Hl\ volon.t.à d5!gli elettori. Né ò stato po,5sibile creal'e per lo meno un gra~ 11u111cro di schier1-uTlenti elettorali laici disp~sti a incontra~s1 con lo fonm socialiste in molte cilb\ italiane. Ma gli accol'Cli cm1clusi con radicali e repubblictmi anche in $etio olettornle amministrativa in alcune gr-andi cillù, come Milano, Torino, Verona, Udine, Rimini, sono riusciti a spezzare la Cl'Osta con– formista che soffocava le forze laiche e ad aprire nuove prn– spettive per la formazione di uno schieramento democratico e socialista capace di costringere dopo il 2i maggio la DC a oprrare una chiara scelta politicn e sociale. . . · La politica dell'incontl'O fra socialisti e dernoc1·nt1c1 non finisce dunque il 27 maggio. Si potrebbe quasi dire che co– mincia allora. Se, corne apparn dalla reazione dc-gli elettmi nel COl'SO dell'alt1rnlo campagna, il giudizio politico che veni\ c:,presso il 27 niaggio saril fa\"Orf',·ole n cpicsta politica, prop1·io allora si porranno in termini nuovi i problen~i so~– le\'ali da qnesl'incontl'O e propl'io allora la democrazia cri– stiana non potrà più sfuggire ad un dialogo che non sari"l solo col l"lSJ, ma con un nuovo schieramento di democrazia sociali~ttl., al qunlc inevitahilmente dovranno nccosta1·si - non foss'oltro che per sopravvivere - anche quei gruppi politici che sono l'imai-ti anco..a legati al quacla·ipart.ito. Dip enderli. allora dalla DC che lo schiel'aincnlo di clemo– cra:r.ia socialista abbozzato in queste elezioni diventi un F1·onle repubblicano d'opposizione o un interlocutore va– lido col quale impostal'e una politica di l'iforrne che com– porli la p1-u-tecipazione di vasti celi popolari. Ma, in entram. bi i casi, i democristiani saranno chianH,ti a $Ceglierc, senza 11retesti o infìngimenti, fra una politica popolare e una po– litica consern,trice. Per fare la prima, don·anno fare neces– sariamente i conti con lo schierame11to di cle-mocra:,.ia socia– lista e accettare un incontro sn un terreno comune; poiché, so manterranno l'atteggiamento di chiusura a sinistra pre– coni:r.:r.ato dall'on. Fanfani, probabilmente a scopo di pole– mica elettorale, non potranno fal'e altro che una politica conservatrice, e, in questo caso, volenti o n~lenti, dovranno 001·c1.usii loro alleali a destra, o in qne11o che rimarrà della lleatra. PAOLO VITTORELLI Note romane N JU CJRCOL.C diplomatici esteri di Roma, specialmente in quelli inglesi ed in quelli francesi, ci si occupa molto della competizione elettorale in alt.o nel nostro _paP.se e, contrariamente a. quanto J?O~rebbe ritenersi, ~~ >1ostrc cose viste da quegli osserv1.1lorr sono apparse pm nitide cli quanto non appaiano, ad esempio, dall'osse1·va– torio esclusivamente romano. l francesi giudicano le nostre t ,unministrati\·e > il banco di pa.1·Rgone della democrazia e chiariscono che J'antidemocrazia sta nel mantenimento delle superate slq1tture delle nostre amministrnzioni lo– ca.li. Oli inglesi, a quanto pare, tengono d'occhio princi– palmente il « tÌ·otto > della demo_c1·a :r.ia cristiana; _u~ ·-( trotto>, come si sp.iegava sere addietro a Palaz1.o Cingi, per nulla 1·egolare, asmatico e intercalalo ~a e 1-otturn > prolungate. Dall10:-1servatorio romano tutto ciò 1rncora !)On si vede: la battaglia è in pieno sviluppo; c'è il governo; c'è il p11rlamcnto; ci sono i partiti e molto bocche ~ !)ar– Jare nello stesso momento, sicché, alla fìne, una v1s1one d'insieme della situazione è prCssoché impossibile. Le pre– vi~ioni, pertanto, $0no praticamente inutili; ma alcuni ))unti fermi, se 11011 proprio elettorali, politici, già 1i ab· biarno e vale la pena di annotarli. · L'azione diplomatica del governo, anche se i docn- 111enti starebbero a testimoniare il contrario, non è stata arrestala: lo sviluppo della. battaglia elettorale ha fatto solo sì che essa. fluisse, per così dire, sotterranea, ma le tlisoussioi1i che squassavano l'un.itfl del Gabinetto non sono stttte n0 interrotte né superate; anzi, parrebbe proprio che la polemica elettorale le abbia. inasprite. Per h-~ volte, negli ultimi tempi, si è riunito il consjglio dei ministri e por tre volte è venuta in discussione la politica intema– ~ionafc. li ministro Martino, sostenitore, com'è noto, ciel 1>iù puro oltra1w,ismo atlantico, è andato a Parigi ed a Bruxelles; ha fìnnato doc_umenti impegnativi per l'ltali11, ma dire che egli abbia ciò fatto col voto del consiglio dei ministri non è esalto al cento per cento. E' mancato un accorcio definito e, per quanto peregrina la cosa po– trebbe sembrare, questo sarebbe il ,·ero motivo per il quale a Pa1·igi il messinese di Palaz1.o Chigi abbia avuto buon giuoco nel riaffermare la politica militare della N.I\TO. Perch~ ltoma non abbia ancora. deciso e perché Jo discui;;sioni del consiglio dei ministri siano entrate in e raso carsica:. andrebbe spiegato con la preoccupazione delle elezioni; ma è certo che, proprio prendendo spunto òal dibattito elettorale, taluni 1ninistri, e non solo demo– cristiani, avrebbero ribadito la neCe$siti\ cli mettere in movimento la. macchina della nostra diplomazia pe1· muo– vere l'~pparecchiatura atlantica verso la « fose compe~i– iivi.l :t patrocinata e sostenuta dnl capo dello Stato. Le ~lifficoltà del consiglio elci ministri, come era ine(rj. tabile hanno avuto una loro ripercussione nell'ambito del J)a1·tit~ democristiano. Le vecchie polemiche tra maggio- 1·anzt\ e minoran1,a sono state riape1·te; i -contrasti si sono acuiti e questo stllto di cose è emer$0, domenica scorsa a Massa Cnnara, sotto forma di un discorso dol ministr'O Gonella che, rompendo gli schemi· ufficiali del!a.' propa– ganda di Piazza del Gesti, ha riproposto si partito demo– cristiano il problema del rispe~to della Costituzione e, di (110) 111111va repubblica 1 'l' AL I A Po L-I TI e A I SUCCESSO ONOREFI S I P.UO' DIRE che r!lalia sin t.~.•·~1aladaJla conferenp,,a atlantica di l"larigi con le ffHlnl vuote? li proble!lla non è tanto semplice, in quanto, a risolverlo, ocC?l'l'e premettere una valutazione i-io pure sommaria cieli~ sessione pm·igina dal 4 al O maggio. Ora. se si rnuov~ dall'attesa.che Ju riunione dei quindici rninistri ave,·a s11~c1lato, la seS!SJ0n~ at.laniica di Parigi è stata p1·css·a poco un fallimento. I paesi maggiori vi sono andati con unn serie cli a~·rière-pensées che non potevano, in qualche 111odo,non ,·emre alla luce. Per la Gran Bretagna, come lm palr:,;alo il 1'imes, _I~ grande idea di una comunità atlantica implicava la dec1s1one, pe1: sempre rinviabile, di unR riduzione di sovranità. Per gli Stnlì Uniti, le i-penrnze lasciate ll'apelare da Dulles el'ano dll porre in relazione con opportuniti~ cli ordi~e elet.t.o~·ale (la necessità per l'amministrnzion~ di non farsi soverclna::e dalla critica. di immobilismo 1,rnc,ata da. Stevenson~, e 1_1- dea di aiuti ui paesi sottosviluppati era da saggiar~ 1n l'apporto a deslina:,,;ioni t0nito1·ioli bon pre~ise, ma imbaraz– zanti quelle rneditel'l'tl!lee. l"ler In .Francia stessa, che ~a lanci~to l'unico piano di ampi orizzonti,_ non si l?HÒ_ d1ro mancasse un sottofondo tattico: il piano l 1 ineau cornc1cleva per an·entura con il desiderio fr_ancese. di. dare un bnon viatico ai suoi ministri in prossima nm;...;1one a Londra. Tut.ta,·ia il piano frnncese ll\"ù\"tt il merito di essere il solo idoneo ad avviare la NATO ,·e,·so una replica effettiva al– l'URSS sul piHnO della coef.:i:-;tenza competitiva. Di fronte a questa situazione, il ministro d~gli_ estei·i italiano è partito per Parigi con un'idea ben hnutata e chiara: il problema della NA'l'O, egli pen~ava, non era tanto quello di ,·enire incontro ai paesi i-ottosviluppa6, in co1~cor– renza con l'URSS, quanto cli fare della NA'l'O un orgai~1~mo atto a coordinare e progressivamente 11nifi<'are le pohhch~ economiche dei paesi membri. L'on. :Martino deve essersi dato pensiero delle difficolt,à della sua proposta. Dovev~ aver ·benissimo compre~o qu;rnlo fosse arduo persuadere 1 J}l'Olezionisti americani del suo disegno; d,Rveva aver ben conseguenza, quello dell'alluazione del messaggio del capo dello Stato. La stampa dc e quella gO\·ernativa hanno ten– tato di minimizzal'e l'avvenirnento; non riuscendòyi Fan– fani è esploso in minacce tanto gravi quanto incensi– .stenti: non si può e-;..pellere eia un pa1·tito metà degli iscritti; d'altra parte 17, sciocco opporsi in modo così bru– tale, seni.a dare una spiegtt.zione quRlsiasi. _Alle minacce bolognesi deJron. Fanfani, le minoranze deil10C-ristiane l'isponderanno nei prossimi giorni. L'on. Folcbi, che proprio nrn.1·tedì ù stato ricevuto al ~uirinale, terrebbe un comizio a .RomiJ, snbato sera, per riafferrnal'e quanto disse il ministro per l'nttuaziono della Costitu– zione. In dh·erse città, da Roma a Ffrenze a Napoli a Milano a Verona, si sono svolte riunioni degli esponenti /\nti-farifaniani noi corso delle quali è stato deciso di in– trodlll're nei discorsi elettol'ali il monito venuto ~a Massa. A Roma il metùbro della di1·e~ione dc, Frnnco Maria Mal– fatti neÌ ccirso di una rilUiione dei candidati provinciali e co'munali si è visto ripolere parola per parola che « la · linea elettol"ale degli amici d~T centro non tiene conto della realtà· del paese e che è pert11:11tonecessario modil"icarht fin che si è in tempo,. ] I 3 giugno, qui a Roma, si terri"t il consiglio nazionale della DC. Fanfoni vi si presenterì~ con l'intenzione di ottenere la con,·ocnzione per luglio del congresso nazionllle. Egli f•Onterebbe, in tnl modo, di ~vi: tare che le minoran:,,e si organi:r.zino e vorrebbe qumd1 estrometterlH oompletanwnte dalla direzione dél partito. ()li esponenti delle conenli minoritarie hanno capito il giuoco e chiedono ora al partito e, sollo certi versi, a~che alle autorità. ecclesiastiche, che si impedisca la reah:,,za• zione dei piani di Fanfani. I dirigenti fanfaniani, per lo meno quelli della capi– tale sono avvertiti di questi umori e tanto ne debbono esse.re convinti che hanno diramato ulla serie di circolnri, a. fo·ma « l"lalrnitessa » per chiedere a tutti gli oratori dc di « nominare e magnificare, jn ogni comiiio il nome del senatore Tupini. Nelle passale elezioni, il capolista di Roma teneva uno, al massimo, due co1nizi ...c. zonali>: Tupini su dodici zone ne toccher:\. dieci e si crede che par– lerit a non meno di venti comizi e sezionali ,. 1'anta. è la preoccupazione che il «marchigiano:. non riesca a con– seguire un n11n1ero decente cli prefererw..e che si straf:\. In occasione del concorso ippico di Piazza. di Siena si noleogiò ,m aereo pe1·ché lan<-ia$Se sulla folla degli invi– tati 0 manifeslini di questo tenore: e Votate Tupini, il sin• claco di Roma ,. li lancio fu perfetto e migliaia di fo– glietti multicolori piOV\'ero dA per tutto. Un fasci? cadde proprio davanti ad un clestrict"O francese che Scarto brutto e dovette ritirnrsi dalla gnrn. L'ambasciatore di Francin ne rimase scandalizzato e disse chiaro e tondo a Gonella, che gli era- accanto, che al suo paese le manifestazioni sportive l'imilnevano tali e non veni:vano mai trasformate in competizioni elettorali. l"loi, l'ambasciatore si avvic,inò al' prnsidente della repubblica: e molto cortesemente, ma molto fermamente, disse che a. suo gindizio la gara aiJclava l'ipetuta. C:ronchi assentì; assentirono gli altri che erano lì intorno, ma la gara fu omologata. L'ambasciatore, con gesto che mai r;'era visto a. ]?iazza, di Siena, volse le spalle n. tutti e se ne andò in SPgno di protPsta, incurante per– sino, evidentemente, che la situazione potesse avere uno sh'ascico diplomatico. ponderato lii difficoftà di unificare in accmdo la conconen:,,;a dei paesi eul'Opei sul pi11no degli i-C~1mbi.Tutto ciò, ed ~ltro ancora, M1:utino sapeva beniis:simo; peccato che non abbiamo ~apulo come intendcsr-;e affrontat·t:> siffatti problemi. Non importa. Martino ha avuto in fondo un successo. l"lerché, ·mentl'e nel comunicato finale il piirno J"lineau viene posto ma1·ginalmente allo studio, l'idea cli un piano per la coorcl!– nazione economica all'interno della NATO è. stntn accolbt, non solo, ma Martino stesso, con altri due Soloni, si mellC'ti~ Hl lavoro per precisare le sue proposte. ln qu<'sto quadro, la mis:-;ione di. Martino è stnto un succes . ..:o. 1\Ia per la chiarezza, bii-ognn dire che è u.11 s11c1·es .... o nell'ins11ccei-so, in qu:wlo, dinanzi alla pArohi di « l'CViJ-(ione, athtntica, h1 NATO a J!nrigi si ò ritratta indirll'O, pl'eoccupata. soprattutto cli non essere a punto mi.litnrnwnte-. Jn breve, a Pa ..igi nulln ~ mutato nel campo atlantico. Qnella che è toccata a Murt-ino 9on-ebbo chia– ma1•.-;isoprnttuUo una. cli~tin:,,;ione, 1111a onorificenza. QuHlcho giornale cli non pr·C'co111·et la Hitmnione, ha ossen,,1to fl'attanto c·he, essendo~i Gl'Onchi a l'atigi fran– camente ucoosta.to ai punti cli vi:-;ta frnnce:;;i. specie per ciò che riguarda la necer-;.sit;~ cli una pili attint politica di di.,,tonsione, la posizione di i\lnrlino continua a di– vergere francamente eia q)1ella di c:ronchi. La cosa.. non è nuova, e doveva essere n~tata !-Ìn dal _momento in cui, stilatosi a 1•arigi il comun11·ato Gi-onch1-Coty, In confe– renza-sltunpa di Martino parve fallA npposta per dargli una smel"ititn. Non crediamo tuttin·ia 1•he ne ne debba. te-nel'e singolar rigore al rnìni;a;.t,·ocle~li e...:teri. Subito dopo la ses,;ione atlantica, il pl'Cstdente ciel consiglio ha ripe– tuto i motivi di aut.ocompiaciniento che giù avevano sol– Jevato l'animo del suo ministro dt•gli t>i-leri. Se pertanto si ha da vedere un contr!.\sto, non è lanto fm Gronchi e :Martino, quanto fra (:ronchi e il gon~rno: Questo ri– lievo non è fatto per l'ISollevarP una que . ..:tione se-mpre spinoso i ma per notare chP, 1111-mirP qirnndo jl presidente della l'Opubblica va t1ll'ei-lcro, lrt i:iua a~ione è sempre appnrnntoment:e sostenuti, e Ol 'gani:r.zatu dnl go,·ot·no stesso, appcnlt i suoi viaggi sono conclusi, lo ~tesso go,·01·no si affret.la a far macchina indietro, a ridurre In, porti\ta. dei pa~si e delle iniziati,·e cl"indiri:,,;zo del prei-idente della, repubblicn, a farli apparire n.spetti puramente mat·ginali di missioni nppena e pl'olocoll:ùi >. Questa procedura sol'prende gli os:-:e1·vatori italim1i, ma ben pili deve sorprendere quelli o:;itNi. 1-'or:-;eperchò non seguono la. stampa internazionale, i nostri nomini di go– verno possono credere che si pl'enda, alrestero, in con– siderazione il Joro modo di pllrlare e dl agire. Ma la. stampa e le classi responsabili all'e:-;lero non parlano se non 1·aramente di Segni e di l\Jnrtino, patl,rno inveCe sempre, per ciò che ci rigua1·da, di Granchi. E' fatale~ del resto, in quanto, mentre la nostra iniziativa diplo~ matica. ù modesta, gl"i11diri:,,:,,i de:':ignnti da Cronchi si S:taglinno su una scena piuttosto internazionale che sem– plicemente ila.liana. Se, pertanto, il governo c1·ecle cosi di tut-elaro i nostl'i jnte,·e.s:-;i, sbflglia. A BOLOGNA è avve~rnt~, _c~al tci1_1podi Crn·t~tH:I~~?cil~U, il nuovo abbraccio d1 Lu1'~1111 a Dossetll. E cl1fficile sapP-re sino a qual punio questi due nomini pi:u-lassero lo stesso linguaggio, sino a qufll punlo, quindi, quell'ab– brnccio fosse un nutentico an1.llo democristiano alle tesi di Uossetti. Che quest'ultimo, ad ei:ìernpio, ricusi in linea di massima di far maggioran:,,a con a,llean7.C a destrn e a. sinbtrn, è notorio; ma sap1)illmO tutti d1e il motivo di questa volontaria solitudine sta. nel fondamento teologico della politica, che Dossetti a:-;sume. Non condividiamo questo teologismo, ma non possiamo ignorare che Dos– set.ti ritiene di dare, per suo mezzo, nna < ve,·itì~ :t alla. sua politica. Che Fanfani a Bologna abbia invece con– fermato lo sue inclinazioni conHnis:-;ariali piuttosto che concedere (lualche cosa a.Ila p1·assi delle « giunte miste,, tutti sanno che avvieno per la 811A. concezione della po– litica ,eomo potenza, come cliciotto aprile. 8i tratta di decisioni diametralmente motivate. lnfatti Dosi-etti non pone l'alternativa commissiuiale, ma quell_a c~el suo ~i: manern in minoranza, piuttosto che n~sociars1 a pnrtih marxisti. La sua lesi è cli vincere, o almeno di com– battere per 1a. sua verità, non di aggirarla con me:.-.zi gove1·nativi. 1-'01·se lo stesso malintes;o si è ripetuto J">-Or lutti gli altri aspetti del comizio a due. Quando Dosset.ti parla della. sun amministrazione < per l'anima e il corpo :t di . Bologna, o del suo sfo1~t.odi < mediazione soci&le >,. o ~i « mediazione culturale> nella ciU1'._,parte senza. dubbio da. una visione del Cl'istian_esimo, che sia tuie eia St~per ope1·aro una. mediazione fra clericil.lismo e laici~mo. Si tratta. sempre di quella < ve1·itit:. superiore alle posizioni di politica o di cultura militante, <·he egli l'iticne capace di {arsi arbitra delle tendenze della. « comunitil :t cit– tadina.. 1-\nclie qui, uomini di cultura l'a:r.ionalistica pos• rsono 1·ipugnare a tale pretesa, non dis.con~scere però I~ fede da cui è mossa .. Da essa. promanano rntunto quegh incitamenti a.nche alla. nosll'a: politica estei-a, che Dos~ setti ha e;posto a Fanfuni, e che ~oz1,ano contro l'ade7 nauerismo ufficiale della DC. e Reintegrando :t Dosseth nella democrazia cristiana, como Fnnfani ha fallo mo– strandosi persua!ilO delle richieste di DosseUi, non ~i è · fatto che copl'ire niornenta11ean1P.nle un equivoco: Supe– rata ·la fase eletlol'ale, potrà e:-:so dul'Ovolmente rimanere dissimulato! ALADINO

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