Nuova Repubblica - anno IV - n. 2 - 8 gennaio 1956

6 NON SMARRIRE LA STUADA SOCIALISMO EMASSIMALISMO Caro Cocligno!o, non riesco a comprendere le ragioni per cui Nuova Repubblfoa ed alcuni dirigenti cli UnitiL popolare conti– nuino a fare la rnota intohJO al partito socialista in una messianica aspettazione delle sue decisioni, quasi che do– Y0ssero costituire l'unica speranza di salute clella derno– crazia italfaua. Il partito socialista italiano è ancora una volta in piena euforia massimalista soprattutto dopo le perngrina– zioni di Pieho Nenni in Russia ed in Cina. L'inconcludenlf.a massirnalista è- una ma.ledizione che pesa ormai da mezzo secolo sulla nostra vita politica e, per quanto pos:-:a se1nbrare nn paradosso, proprio a questa inconcludenza il partito socialista deve i suoi 1·ecenti suc– cessi elettorali, i quali dimostrano ancora nna volta per un attento osservatore l'immaturità del nostro popolo e la devastazione prodotta dal ventennio fascista nella coscienza di molta gente semplice ed ingenua. Cli italiani della mia generazione non possono dimen– ticare focilrnentè che propri-o al massimalismo socialista ed alla sua più stolida manifestazione demagogica, al neu– tralùnno postumo, noi dobbiamo in griln parte l'avvento del fascismo. I consensi elettorali non debbono né bendarci gli occhi 1 né fuorviare il nostro giudizio; tra il 1919 ed il 1921 il partito socialista riportò clamol'Ose vittorie elettorali che s.i conclusero a bre,·e distanza nella ig~1orniniosa capitola– zione di fronte alle squadre fasciste. Nella più fovornvole delle ipotesi, ammesso e non con– cesso che il partito socialista riesca a rompere i legami· che lo uniscono al pal'tito comunisJ-a, l'apertura a sinistra po– trebbe darci un governo clerico-socialista che sarebbe senza dubbio il peggiore di quanti ha avuto l'Italia dopo la liberazione. · narchica o peggio per un regime franchista o salazat·iano. La funzione di Unità popolare non può essere qnindi quella di diventare il sottocoda O l'l1mile ancella del par– tito sociaHsta, ma quella di raccogliero intorno a sé le for.te repubblicane, democratiche, laiche 1e qua]i final– mente cominciano ad accorgersi del fallimento totale della p-o]itica quadripartitica. Vorrei ingannarmi; ma ho l'impressione che tra gli aderenti di Unità popolare vi sia parecchia gepte che sente irresistibile l'attrazione del gregge e del posto e che aspira a confluire (uso un vocabolo eufemistico che. servì a giustificate l'inonorala fine del partito d'azione)· nel partito socialista. Ebbene io penso che costoro dovrebbero a vere il co– raggio di compiere senza cercare scappatoie _o pretesti un atto di since1·ità. Se vogliono imbrancarsi, nel nome di Dio entrin-a senza ulteriore indugio nell'ovile massimalista e non im– portunino più oltrn coloro che vogliono mantenersi fedeli agli ideali di libertà e di dignità umana per i quali è sorto il movimento di Unità popolare. Perdonam.i, caro Codignola, se ho parlato con rude franchezza; ma a me non piacciono ilé le posizioni equi– voche, né i mezzi termini. ·col partito socia lista italiano potremo trattare in con– dizioni di dignitosa· parità e non di sudditanza soltanto se avremo saputo costituire una forza veramente repub– blicana, democratica, laica, libertaria. Saluti cordiali e auguri vivissimi, ." Piero Pergoli Caro Peryoli, per deferenza verso <l.i te, e per onorare la tradizione di libertà del nostro giornale 1 pubblico integralmente, come t.u mi chiedi di faro, la tua Iett.era, anche se - non ti nascondo - l'ultima parte di essa mi ha addolorato. Se tu avessi partecipato al nostro ultimo Comitato centrale t.i saresti reso conto, e ce ne avresti certamente dato atto con la. tua abitnale franchezza, che un solo personaggio, tradizionale della politica italiana., è assente da Uniti~ popolare: il cadreghino. Dal 7 gingno in poi, credo che il movimento abbia dato prove irrefutabili del suo disinte– i-esse; e se tu avessi ascoltato gli interventi dei più ·gio– vani, che hanno po1·tnto nella discussione una sincerità ed insieme una matur·ità non comuni 1 non avresti potutia che ral1egrarfene. Nessuno, caro Pcrgoli 1 arde dal desiderio di entrare nel PSI: se sociali$ii siamo e tnttavia non vi abbiamo aderi ,<\'· • perché le obiezioni e le riserve che abbiamo (92) nuofa repubblica verso quel partito son.:, di tal natura da consigliarci di of– frire alti-imenti il nostro contributo dì cittadini. Ma da questo, a non ve'dere in che termini stia la situazione ita– liana, ci corre! Anche un cieco si accorge che, o si riesco a determinare un'intesa di fondo fra tutti i grnppi e par– titi democratici e socialisti esistenti sotto diverse insegne nel paese, o nessuno potrà evitare che i clericali s'impa. droniscano definitivamente non solo della DC (doYe tut– tavia vi sono forze che resistono e che chiedono un ap– p0ggio} ma dello Stato, e ai democratici, a.i laici 1 ai li– bertari non resti che farsi frati. Su qnali for;,.e, per evita.re questa iattura, tu erodi che possano contare i democra– tici, i laici 1 i JibeJ"tari se pregiudizialmente si respingono i socialisti? non ti pare che sia proprio qnesta la più ti– pica espressione di massimalismo che vuol dfre, se non erro, aspirare al massimo delle conquiste politiche senza a.vere i mezzi per conseguirle, cioè soltanto col flatus vocisf I socia.listi hanno fatto un'infinità di erro1·i (ma ri– corda che in buona parte essi furono e s·ono espressione della grande immaturità politica del paese e delle sue classi dirigenti) 1 e non ho difficoltà ad ammetteJ'lo coll te: ma non sembra, fra;1camehte, che li si possa accusare, al– meno da due anni a questa parte 1 di « mas:.imalismo >. Direi che, se mai, fanno troppo prammatismo, cioè cer .. cano troppo di adeguarsi alle condizioni immediate di azione: che comunque, se mai 1 è tatticismo, non masslma-– lismo. Tu ricordi il voto (discutibile, almeno per me) sui tribunali mil.itari: ma non ric0rdi che i voti socialisti :sono stati decisivi per il cambio della guardia al Quirinale e per la istituzione della Corte (due cose grnsse, che non vanno sottovalutate); e che se ora una voce si è levata contro la nuova truffa elettorale in prei}arazione a. danno dei più piccoli, questa è di pl'•0venienza socialista. Piano dunque con le critiche puramente distrutth·e: cerchiamo di vedere, con obiettività e comprensione della realtit, il bene e il male. Infine, la tua diagnosi ci1·ca un eventuale accordo fra cattolici e socialisti è la stessa che Malagodi ha fatto al congresso del PLI, ma non ti nascondo che a me paro (per noi) radicalmente sbagliata. E' indubbiamente vero che se, di punto in bianco, i socialisti andassero al governo con Scelba, sarebbe un bel guaio; ma che ci dobbiamo proporre di raUorzare nl massimo lo schieramento socia– lista e democratico, perché, trattando con esso, la demo– crazia cristiana sia costrelta A. cambiar qualche penna, a cominciare a cedei-e, a portare avanti nel suo interno forze pili vive e più moderne a detrimento di quelle più cleri– cali e reazionarie, questo mi pare che non possa porsi in dubbio. Altrimenti, che cosa ci starebbe a fare Unità po– polare? e soprattutto, per par1are in termini politici, con chi e come penseresti di modificare la situa...,ione politica in atto? E' questa In domanda a cui occorre dare unn ri– sposta concreta, quando si è tentati di fare di ogni· erba un fascio, assumendo degli atteggiamenti moralis.tici che sono ta.nto evmodi quanto S"terili. Cordialmente credimi il tno, '1'1'i8tano Codiynofo Un governo, ·c1el quale si trovassero a capo Segni o Fanfani insieme con Nenni, significherebbe il triollfo <lella burocrazia irrnsponsabile la. quale sa.rebbe raddoppiata o anche triplicata, l'aun'.lento a dismisura degli uffici inutili o dannosi, il ripristino e le estenskmi dei diritti casuali, i quali vengono pagati df1lla parte più misera del popolo italiano a beneficio di burocrati parassitari, i premi demo– grafici a favore delle belle famiglie italiane che si ripro– ducono spensieratamente tanquam pecudes, la cuccagna dei portoghesi cl1e viaggiano gratuitamente o semigratui– ta.mente sulle fenovie e sulle filovie i~aliane 1 il protezio– nismo doganitle a favol'e dei padroni del va,pore e delle o!igarchie opel'aie dell'Alta Italia, la fine delle ·superstiti autonomie comunali, l'oppressione fiscale e i>olitica degli artigiani e dei libel"i pi-ofessionisU, il mantenimento ed il rafforzamento delle peggiori leggi ed istituzioni fasciste, ]a Costituzione relcgttla definitivamente in soffitta. Non credo che le mie previsioni siano eccessivamente pessimiste. Il partito socialista non ha mai avuto la minima sen– sibjiità pe1· i problemi di libertà: alcuni recentissimi a,·ve– nimenti av1·cbbe1·0 dovuto apdre gli occhi a.nche ai ciechi. Pmtroppo vi sono per·ò dei ciechi volontari j quali non ve– dono il sole- nemrYieno a 111e4zogiorno. NO AL CARTELI~O LAICO Quando circa dieci mesi fa fu concessa la pensione alla guardia armata della rivoluzione fascista, alla milizia vo– lontaria per. la sic1irezza nazionale, il partito socialista non seppe far niente cli meglio che i-iftigiarsi nel comodo limbo dell'astensione. Quando alcune settimane or sono il rninistro della Giu– stizia. Mol'o, tipico rapp1·esentante dei clerico•fascisti e dei latifondisti pugliesi, presòntò la legge che, violando sfac– ciatamente la Costituiio.ne, estendeva la competenza dei Tribunali milital'i ai civili italiani, il pal'tito socialista, dopo la solita girnnclola. di sparate 1·etoriche allo sc0po di confondere le idee e di imbrogliare i propri aderenti, votò senza scrupoli e sern~a esitazioni la legge vergognosa e liberticida. Ho letto con mia grande rneraviglia su Nuova Re– pubblica un deOOle tentativo di scusare l'ignobile collu– sione tra il pai·tilo socialista ed i clerico-militaristi. Poi– ché nella vita politica sono i fatti e non le chiacchjere !;Onfìe di vento che contano, io mi domando come si possa seriamente pensare ad ~m'alleanza tra Unità pO{>Jlare, mo• vimento tipicamente libertario, ed il partito socialista on– deggiante tra il pili vacuo massimalisrno ed il più piatto conformismo. A questo si aggiunga che il passato ed jJ preserlte cli molti dirigenti socialir;ti è per le persone della mia eti~ e della mia generazione rngione della più legittima dif~ fidenza. Una antica amicizia mi lega a Pietro Nenni 1 del quale non ho alcuoa difficolttl. a riconoscere una dote divenuta oggi assai rara: la grnnde bontà e generosità d'animo. Ma né io né molti dei suoi vecchi amici di Ancona e deJle Marche abbiamo alcuna fiducia nella sua capacità poli. tica e nella sua fermezza d.i carattere. Se le nazion.i si dirigessero Co~1 qualche a1·tic-olo di giornale e qualche discorso domenicale, Nenni av1·ebbe tutti i numeri per essere un uomo politico di primo ordille; ma la. retorica giornalistica o comiziale disgraziatamente non è sufficiente per risolvere i problemi e alla prova dei fatti cli Nenni ci dobbiamo rièordare il p"ietoso fallimento del– l'epurazione che. ha coperto di ridicolo l'antifascismo e ha aperto la strada ai rigurgiti nostalgici e monarchici i quali ancora avvelenano tanta parte della nostra gioventù. Un anno o due di governo clerico-socialista e in Italia ci sarebbero tutte le p1·e_rnesse per la restaurazione mo• Caro Codiynola, non credo sia inutile o inopportuno esprimere l'opi– nione della base, di uno della base del movimento, in me– rito alle recenti deliberazioni del Comitato centrale di UP. E dico subito che esse ci lasciano soddisfatti. Il carteJlo laico, l'alleanza coi radicali era appunto una cosa da non farsi e qui io vorrei ribadirne Je .ragioni per chi non ne sia. ancora convinto. Innanzitutto i fini ulUmi che si propongono i radicali non ci sono del tutto chiari, oppure non sono proprio quelli che noi di UP vogliamo raggiungere: un'alleanza con loro sarebbe proprio stata equivoca e, quel che è peggio 1 avrnbbe portato ad un prematuro cristallizzarsi della si– tuazione pol.itica italiana ed all'impossibilità di un •efficace dialogo e collaborazione con le masse lavoratrici. Perché questo è il motivo di fondo che ci differenzia dai radicali: i nostri rapporti con le masse di sinistra e, pili specifica• mente, col PSI. Rappo1·ti, si badi bene, che non sono pura– mente tattici, bensì strnttamente politici. La nostra posi– zione nei confronti del PSI è chiara: non vogliamo una fusione indiscriminata perché la nostra autonomia ci con– sente maggiore libertà d'azione; consente una maggiore e più dinamica artico1azione del movimento sociaUsta, una capacità di presa su settori della pubblica opinione che, im– plicitamente socialjsti, gravitano al di fuori delle sfe1·e di influenza del PSI; ed infine consente di aprire una fat– ti va collaborazione tra forze del lavoro e ceti medi, fonda– mentale per sbloccare la situazione italiana. Sia.mo, peral– tl'O, convinti che i problemi di fondo della vita nazionale si possono risolvere solo con un rinnovamento ab imis deUe struttm·e economico-sociali del paese e mediante l'immfa– sione di forze nuove, delle forze del Invoro nella direzione de11o Stato; condizione fondamentale, quest'ultima, di un risanamento morale della vita italiana 1 risanamento che ci sta pa:rticola.rmente a cuol'e. I singoli problemi, allo stato attuale deUe coso e senza le suddette condizioni, sono in• solubili: non si eliminano gli effetti senza eliminare le cause che li -determinano: sarebbe come voler togliere l'umido senza turare i.I buco del muro. Ora è, per rioi di UP, chiaro che tutto ciò non può av– venire senza Ja co1Jaborazione e l'aziono del PSI che delle fori-.e del iavoro è una espressione. Tornando al nostro problema, che cosa ci offrono i ra– d.icali? Quando il mondo socialista (e non solo socialista) fu messo a rumore dal tuo articolo « Una politica intel– ligente >, i libel'ali cli sinistra (ed il problema tocca.va anche loro) non intervennero nella discussione, certo perché il fatto dei rapporti essenziali col PSI non li interessava. E dopo la costituzione del partito radicale, Il Mondo non ha mostrato di accorgersi del problema di questi rapporti e della. ]oro imprescindibile necessità. Allòra? Quel che vo-– gliono i radicali mi sembra evidente: una specie di edi-– zione riveduta e corretta del quadripartito. ·Essi puntano sulla autosllfficienza del fronte laico prescindendo dalle fòrze socialiste organizzate, e La ~'falfa dalle colonne del A.fondo ci ricanta. il suo ritornello. Essi non negano la pos– sibilità di occasionali incontl'Ì col PSI, ma pretendono dl trovare nel PSI solo uno strumento della loro po)jtica ri• servando a sé il compito di offrire una altemativa di go• verno 'e forse anche politica. Un'alleanza con loro in questi termjni è impossibile perché porterebbe all'isolamento {ancora una volta!) deUe forze del Javoro, perché ci metterebbe nella condizione di antagonisti e di concorrenti rispetto al PSI, con quali con-– seguenze per la politica italiana non è difficile prevedere. Non abbiamo nulla da eccepire contro gli uomini del partito radicale, fra i più onesti della vita politica italiana; ma noi abbiamo fatto altre esperienze, siamo giunti ad al• tre conclusioni, abbiamo acquistato un'altra consapevo• lezza della nostra funzione: non possiamo tornare indietro. Se ci vogliono seguire sulla nostra strada, siano i benve• nuti, ma iion siamo disposti a. cambial'e rotta, Era questo che si voleva qui chiari1·e e ribadire. Ti saluto cor-dialmente, Vitilio Masiel.lo nuova repubblica ABBONAMENTI : Annuo. Semestrale Trimestrale L. 1500 " " 800 450

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