Nuova Repubblica - anno III - n. 38 - 27 novembre 1955

(86) nuova repubblica 3 LA. RIFORMA. FONDIARIA. IN SICI.LIA. 'AGRICOLTU-RA DI RAPINA La legislazione vigente iìél campo della bonifica e della riforma agraria sarebbe sufficiente, se venisse applicata con onestà· e coscienza, a portare in Sicilia un n?>tevole miglioramento produttivo .e sociale. Il piano Vanoni potrebbe of~ frire ai dirigenti della politica regionale e nazionale un nuovo strumento per risolvere il problema fondamentale dell'isola di GIUSEPPE G·ESUALDO L A LEGGE n. 104 del 27 dicembre 1950 sulla Ri– forma agraria in Sicilia. si proponeva il duplice obìetti vo cli : 1) limitare la proprietà terriera a 200 ettari; espro– priando l'eccedenza e distribuendo la terra espropriata ai contacliru poveri e senza terra; 2) obbligare i proprietari cli ·oltre 100 ettari cli ter– reno a. presentare, e quindi attuare, piani cli migliorament-0 fondiario. I piani generali e le direttive fondamentali possono estendere tale obbligo anche ai. proprietari di fondi di mi– nore estensione; Pnrtroppo il primo obiettivo non è stato raggiunto che parzialmente: a) si ·era preventivato cli distribuire agli assegnatari 150.000 ettari di terreno, mentre invece alla data odierna ne sono stati assegnati solo G0.000; b) l'articolazione. della legge e la sua applicazione ha aiutato i proprietari a sottrarsi a molti obblighi; men– tre ha creato agli organi esecutivi non lievi difficoltà di ·procedura sulla scelta della terra da espropriare e sulla scelta degli assegnatari (esclusione dagli aventi diritto cli migliaia di contadini pove,".i perché possessori di terra il cui imponibile avesse superato le lire cento, esclusione di contadini non residenti in determinate circoscrizioni ter- 1·itoriali, ecc.); e) per accontenta-re un pii, gran numero di contadini poveri e senza terra, i terreni espropriati sono stati divisi in lotti di piccola estensione (3 o 4 ettari) che non con– sentono all'assegnatario cli costruirsi il~ campagna la casa, in quanto la spesa cli ammortamento verrebbe ad incidere · in modo rilevante sul suÒ modestissimo bilancio. Se a que– sto si aggiunge l'assoluta mancanza cli opere pubbliche di miglioramento fondiario in cui viene lasciata, da parte del– l'Ente, la zona scorporata, appa.re chiaro come il risultato non può essere quello che si aspettavano i tecnici e gli uomini desiderosi del progresso economico agrario siciliano. Per quello che riguarda il secondo obiettivo sull'ob– bligo della trasformazione fondiaria, di cui si oecupano gli artt. 5 e 8 della legge sulla riforma, l'esame di alcuni fatti ci fa temere· che anche q nesta legge, come aià molte altre, in Sicilia verrà applicata in maniera da frustrare il– .miglioramento produttivo e sociale che essa si propone. Attraversando infatti ·zone cli antica o recente bonifica quale il comprensorio del Gela, si nota subito l'assoluta carenza dì opere pubbliche e private .senza le quali non sarà mai possibile il passaggio da un'agricoltura estensiva ad una più razionale e adeguata ai bisogni della crescente popolazione. · Pochissimi sono i nuovi tronchi cli strada rotabile che si aprono negli estesi latifondi, mentre nelle campagne non vengono costruiti i fabbri'cati rurali ·per un sollecito de– centramento della popolazione, onde trasformare l'arretrato ordinamento produttivo zootecnico agrario. Non si intende con ciò far una critica preconcetta, ma una constatazione obbiettiva, con la speranza di 1·ichia– rnare l'attenzione degli uomini responsabili su una piaga che va sollecitamente curata se non si vuole che l'organi– smo economico-sociale dell'Isola ne soffra in modo irri– mediabile. Scopo della Riforma, in tutte le zone in cui ha ope– rato la « legge stralcio », è quello di aumentare la- pro– duzione e con essa migliorare il tenore di vita delle popo– lazioni delle zone depresse. Per aumentare la produzione occorre eseguire quei miglioramenti fondiari che sono alla base di tutte le opere cli bonifica terriera ed umana: quindi opere pnbbliche e private; tecnicamente coordinate- in modo da raggiungere la meta nel minor tempo possibile con il rn.inor sciupio di mezzi tecnici e finanziari. Mentre lo Sta.to o gli enti .di riforma provvedono a costruire villaggi ru-. rali, centri di meccanizzazione, strade di pubblico inte– resse, acquedotti, linee elettriche, opere di rimboschimento, (Dis. di Ga9) ecc., i pl'i,·ati ed i consorzi di bonifica, con il contributo dello Stato, debbono provvedere aJla progettazione ed alla éostruzione delle strar!e consorziali eq aziendali, ·e dei fab– bricati colonici ed aziendali, all'attrezzatura meccanica, alle opere di scasso e cli miglioramento fondiario, sistemazione dei terreni, impianti arborei, ecc. Purtroppo in Sicilia esiste in questo campo una sta,5i quasi assoluta di opere sia da parte degli enti pubblici che da parte dei privati possessori. Questa affermazione scaturisce dall'esame obiettivo dei dati statistici tecnico– finanziari pubblicati dal ministero dell'Agricoltura sulla Riforma agraria, relativi alle opere 1·ealizzate, progettate od in corso ed al loro relativo costo. Dal confronto dei dati riguardanti le opere della Si– cilia e le somme spese od impegnate per queste opere ri– spetto a quanto viene realizzato e speso dagli altri enti di riforma operanti nel continente si rileva che la Sicilia per quanto sia la zona più depressa d'Italia dal punto di vista dell'inoccupazione permanente (esistendo ivi la più bassa percentuale. di popolazione attiva riscontrata in I ta– lia: il SS % ) , rimane di gran lunga distanziata nelle· opere cli trasformazione fondiaria rispetto agli altri enti cli ri– forma. Mentre infatti le Puglie, alla data del 31 marzo '54, avevano impegni di spese _per costruzioni di strade, case, acquisto scorte, ecc. di 51 miliardi ·cli lire e l'Ente Ma– remma di 36 miliardi, la. Sicilia, alla stessa epoca, vi figurava con appena 5 miliardi ed 800 milioni di lire. Ciò significa che l'intera collettività italiana, attraverso il bilancio statale, concorre a dare alla trasformazione fon– diaria delle Puglia circa 10 volte di più di quanto non abbia avuto la Sicilia e mentre le campagne della Toscana si arricchiscono di altri 3128 km. di nuove strade rotabili di bonifica, e le Puglie di 752 km. in Sicilia, atl!raverso la riforma, si prevede potranno aversi appena 39 km. di nuove strade rotabili! Mentre nelle campagne delle Pllglie ven– gono costruite ben 6907 nuove _case coloniche e nell'Ente Riepilogo delle opere realizzate, in costruzione e progettate dai vari Enti di Riforma alla data 31 marzo 1954. (1) C A S E E-'l'l'E DI RIFOR:\L\ N.• I Importo in 1nllìoni Maremma e Fucino 5.426 13.862 Pllglie e Lucania • G.907 18.522 Sila jf,. 7.538 16.220 Sicilia • ! •• • I li • 1.330 3.103 STRADE ROTABILI Km. 3.128 752 312 39 I Im))orto in milioni 4.963 3.ors 3.568 744 . ·l'RASFOR- l\IAZIONI Importo in milioni 4.508 20.843 3.596 • 413 SCORTE Importo in milioni 2.300 2.332 2.505 352 l\IACCHINE Importo in mJUoui 8.271 6.212 2.552 1.269 · TOTALI Jm1,orto in n1illoni 35.904 50.927 28.443 5.861 (1) Questi dati .,0110 stralciali dalla Tav. 14 del Notiziario n. 2 sulla Riforma agraria in Italia, pubblicato nel 1954 a cura del Mi11islel'o dell' Agz-icoltura. BibiotecaGino Bianco Sila 7538, in Sicilia se ne potranno costruire appena n. 1330. Alla fine del 1954 il divario fra le opere realizzate in Si– cilia e quelle degli altri enti si accresce in misma pii, im– pressionante. L'Ente Maremma a\'eva a quella data già impegnati nelle opere di bonifica e tras[ormazione agra– ria ben 65 miliardi di cui 15 per acquedotti, 16 per strade e 16 per sistemazioni iclrallliche; mentre le opere cli tra– sformazione fondiaria agra ria progettate, in corso di. rea– lizzazione ed ultimate in Sicilia raggiungevano l'importo complessivo di appena 8 miliardi e 443 milioni di lire. Questi dati costituiscono da soli la dimostrazione evi– dente che anche in questa grande occasione alcuni uomini e alcune forze poljtiche siciliane vogliono lasciare inoperanti le leggi sociali che il paese si è dato. Noi riteniamo che l'applicazione onesta, coscienziosa, competente della legislazione vigente nel cainpo delle bo– nifiche e della 1·iforma agra1·ia, sia sufficiente a portare in Sicilia un rilevante miglioramento produttivo e sociale. Esistono leggi, remote e rncenti, integrate da circolari illustrative diramate dai vari ministri dell'agricoltura (,il– timi della serie: Segni, Fanfani, Medici), che applicate an– che in Sicilia. in senso produttivo e sociale, jn un decennio, potrebbero portare l'economia agraria dell'isola fra le .pi(, progredite d'Italia. Ma occorre una volontà decisa di stroncare tutto ciò che ostacola la rinascita dell'Isola, occorre una fede· pro– fonda, oltre che nella capacità della terra, nelle energie della gente di Sicilia. Crediamo opportuno riepilogare al– cuni argomenti sui fattori Jondamentali di una rinascita. NEL PIANO decennale per la piena occupazione e per .la procluttiviti, annunciato dal ministro Vanoni si presenta un'altra occasione per i clirigenti della politica regionale e nazionale di cercare lo strumento adeguato per risolvere .razionalmente il problema principale dell'arretra- - tezza siciliana eliminando l'economia latifondistica. E' ben -noto ai compet-enti che le zone latifondistiche a coltura estensiva della Sicilia presentano grande pos– sibilità cli sviluppo agrario ed è un imperdonabile errore attribuii-e la persistenza dell'anetratezza di quella econo– mia alle condizioni naturali, cioè alla povertà della terra, al clima o alla deficienza dell'acqua, ecc. Basterà per tutti citare il prof. Ziino, docente di Economia ed Estimo al– l'Università per gli ingegneri di Palermo: « La situazione climatologica della regione del lati fondo è quella prevalentemente della zona marittima e media: .clima temperato, volgente al caldo secco nella parte pi,1 elevata della mezzalinea che va all'incirca dai 300 ai 700 metri sul livell-o del mare e nella montagnosa (dai 700 in su) il clima diventa alquanto freddo e umido. « E' bene ricordare che la Sicilia, dal punto di vista della siccità, non è una regione senza riscontro con altri paesi d'Italia e del mondo, e neJlo stesso modo che si è operato per quelle regioni che le si possono paragonare, può anch'essa realizzare considerevoli miglioramenti agricoli, compatibilmente con le particolari condizioni cli clima e di suolo. « Nella grande maggioranza dei casi sgorgano in una vasta superficie parecchie sorgenti, di variabile portata, da usufruire e che sono affatto trascurate perché il proprie– tario non ha voluto spendere quei pochi capitali che ci sarebbero dovuti per fare le necessarie spese di raccolta e di conduttura. E qui accenno soltanto alle sorgenti che sono perfettamente a giorno, non parlo di ricerche fatte, o meglio non fatte, in moltissimi posti, con la certezza o almeno moltissime probabilità di successo. Se infine le acque di sergente che esistono si curassero e si conduces– sero oppo1tunamente, ·se con mezz\ facili e con poca spesa si intraprendesse·ro dei lavori di ricerca di esito quasi si– curo, per aumentare quelle acque che sono a giorno e quelle ·altre che facilmente ne verrebbero, tutti_ i latifondi sici– liani,' salvo eccezioni veramente rare, potrebbero essere suffi– cientemente provveduti di acqua potabile ,. Purtroppo in Sicilia, terra in altri tempi fertilissima, si continua a praticare un'agricoltura cli rapina usando mezzi arcaici od addirittura. primitivi che costituiscono un grave errore economico e sociale. Le condizioni cli depressione dell'economia generale del– l'isola debbono essere principalmente ricercate nell'arre• tratezza dell'ordinamento produttivo agrario vigente in gran parte nei seminati vi. Sulle condizioni economiche e sociali dell'isola noi non intendiamo 1·ivelare piaghe invisibili e sconosciute. Ba– sterà richiamare l'attenzione su alcuni dati statistici in– sieme ad alcune considerazioni espresse rece.ntemente dalla commissione parlamentare di inchiesta suila disoccupazione nei riguardi della Sicilia che, da sole, sono sufficienti per giustifica,·e l'urgenza di interventi rapidi, tempestivi ed adegnati ai bisogni della grande regione. (continua):

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