Nuova Repubblica - anno III - n. 3 - 10 febbraio 1955

6 NUOVA REPUBBLICA - - VITA GRUPPI al lavor,, ' - DIREZIONE La direzione di U. P. SI e riunita a Roma il 5 e 6 febbraio u. s. per una largo esame della situazione po– litica generale. 1'. stato preso atto del confortante sviluppo del Movimento. Sono state altrcsì discusse varie 1m– ziative particolari, fra le quali un convegno triveneto sulla situazione della scuola a Trento, un convegno sui problemi della pesca nell'Adria– tico ad Ancona, un convegno nazio– nale sui più urgenti problcriµ scola– stici a Firenze, cd una serie di con– vegni regionali di U. P. 1'. stato an– che nuovamente discusso il problema delle elezioni siciliane cd è stato de– ciso l'invio in Sicilia di una delega– zione della Direzione. Infine, è sta– to deliberato di convocare a Torino un convegno sindacale interno. Domenica 6 la discussione è pro– seguita, in sede d, Comitato allar– gato, sul tema della politica estera. Dopo una relazione introduttiva di Vittorelli, una vivace discussione ha cercato di fissare le linee csscnziaJi della politica estera del Movimento, linee da chiarire e sviluppare in una più ampia manifestazione in corso di preparazione. neon Il gruppo di Ancona di Unità Po– polare ha aperto una sede al cen– tro, Largo Sacramento 2, piano II. I compagni ed i •simpatizzanti tro– veranno aperti detti locali nei giorni di lunedl, mercoledl e sabato dalle ore 18 alle ore 20. Negli altri gior– ni e nelle altre ore i compagni pos– sono rivolgersi a Vilfredo Duca, Piaz– za Diaz, 5. Con l'apertura della nuova sede sono pervenute adesioni di amici e compagni che avevano già dato il loro appoggio durante la campagna elettorale del '53, si è data una mag– giore diffusione a Nuova Repubblica ed alla Lettera agli amici di Unità Popolare e sono stati raccolti altri abbonamenti al primo periodico. 1'. allo studio un programma di lavoro e la riorganizzazione di tutti i grup– pi della regione. FIRENZE Il 22 gennaio 1955, inaugurando il ciclo di conversazioni del nostro e Cir– colo Rosselli >, il compagno Paolo Vittorclli ha esposto alcuni punti fon– damentali di riferimento per l'ela– borazione di una politica europea capace di avviare nuovamente, verso forme più costruttive, il processo di unificazione politica dell'Europa. Sabato 29 gennaio, Giorgio Mora– Ics, presidente dell'Organismo Rap– presentativo Universitario Fiorentino, ha introdotto un dibattito su: e Espe– rienza democratica delle Organizza– zioni Universitarie>. Poiché in que– sta prima seduta non si è potuta esaurire -la discussione, alla quale hanno partecipato molti giovani fra i numorosissimi intervenuti, si è tenu– ta un'altra seduta sabato 5 febbraio, anche con l'intervento di uomini politici e personalità della cultura. YENEZU Domenica 23 gennaio, nella sala delle Colonne in Ca' Giustinian, Tri– stano Codignola ha tenuto una pub– blica conferenza sul tema: e Il pro– blema dell'opposizione democratica in Italia>. ' Nel pomeriggio Tristano Codigno– la ha presieduto una riunione pro– vinciale di U. P. nella quale si è discusso su problemi ideologici e di azione politica. Al termine della riu– nione, alla quale partecipavano i re– sponsabili dei gruppi provinciali, è stato nominato un Esecutivo provin– ciale composto dei rappresentanti di: Venezia centro, Mestre, Mira, Mira– no, Dolo, Novcnta, S. Donà di Piave. Ceggia e Portograuro. TRIESTE Domenica 30 gennaio, l'Avv. Leo– poldo Piccardi del Comitato Centra– le cli U. P., ha parlato a Trieste su invito dei compagni triestini trattan– do (I tema: « L'autonomia di Trieste, oggi>. La sera prima, su invito del tribu– nato dell'Università, il compagno · Piccardi aveva parlato, in un'aula della nuova sede universitaria, dinan– zi a studenti, professori e tecnici, su: « Il problema della riforma della IRI >. Successivamente, sotto la direzione di un docente dell'Università, si era aperto un dibattito al quale avevano partecipato studenti, professori cd al– tri intervenuti con grande interesse ed entusiasmo per queste iniziative del tribunato triestino. PADOVA Sabato 29 gennaio, Tristano Co– dignola ha tenuto una pubblica di– scussione sulle finalità e gli scopi po– litici immediati di U. P. Nella stessa occasione, alla pre– senza del comp. Codignola, ha avuto luogo una riunione ristretta di iscrit– ti e simpatizzanti per trattare di ar– gomenti politico-organizzativi. Mcrcoledl 2 febbraio, dietro invi– to del (!"ruppo d'Unità Popolare, il Rag. Gino Pasquali ha tenuto una confer~n~a sul tema « Quali prospet– t!".e s aprono oggi all'economia po– ht1ca? >. Alla vasta esposizione del Pasquali è seguito un animato ed interessante dibattito. Sempre nel ciclo di conversazioni organizzate dalla locale sezione di U. P., il compagno Vittorelli ha tratteggiato, il 26 gennaio u. s., le linee fondamentali di una politica europea, dopo la fine della C.E.D., e le vicende che hanno condotto alla conclusione degli accordi di Londra e di Parigi. VICENZA . A u_n'asse~_blea di compagni e di s1mpa11zzant1 1I compagno Paolo Vit– torelli ha esposto, il giorno 25 gen– naio, nella sala della Scuola Popo– lare, i lineamenti dell'azione poli– tica di U. P. PONTEDBRA Presso il locale Circolo di Cultura il compagno Piero Calcffi ha celebra– to, sabato 29 gennaio, il decennale sulla Resistenza, toccando anche delle misure antidemocratiche adottate dal Governo. Il dibattito, al quale hanno preso parte rappresentanti di tutte le tendenze politiche, si è protratto a lungo e con risultati positivi. BOLOGNA Sabato 23 gennaio, il compagno Paolo Vittorelli ha tenuto alla e Con– sulta> una conferenza sulla politica estera italiana nell'attuale momento. li 26 gennaio il gruppo ha pro– ceduto all'elezione del Comitato Ese– cutivo, risultato cosi composto: Nep– pi Avv. Sergio (presidente), Telmon Prof. Vittorio (segretario politico), Santucci Prof. Antonio (vice scgr. politico), Orlacchio Prof.sa Fernanda (vice segr. organizz.), Rosa Prof. Gian Luigi, Trevissoi Ing. Cado, Valli Avv. Giorgio (rappresentante in se– no al C. C.). Sono stati anche discussi problemi organizzativi. Il controllo democratico S UL n. 12 (15 dic. 1954) dc < L'Impulso > (organo dei Gruppi Anarchici d'Azione Proleta– ria) L. Parodi passa in rassegna al– cuni degli episodi di reazione in atto nell'industria italiana; oggi non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ci inte– ressa la conclusione dell'articolo: « Se è vero, come è vero, che chi determina tutta la politica econo– mica sono i gruppi monopolistici, se è vero che essi sono i maggiori in– teressati allo sviluppo della campa– gna anticomunista come repressione operaia, non si veda la lotta " per il controllo democratico dei mono– poli " in chiave di propaganda dal– l'esterno sui noti temi produttivi– stici. Si intraprenda la •1otta con– tro il monopolio, contro la reazione padronale, organizzando l'azione dei lavoratori in ogni fabbrica per im– pedire _la limitazione delle libertà, per difendere le Commissioni Inter– ne, per migliorare le condizioni dei lavoratori >. Abbiamo già avuto occasione di interessarci della questione del e: con– trollo democratico > a proposito del progetto di legge Roveda-Mariani sulle imprese dell'IRI, e a proposito della Conferenza Interaziendale Fiat, tenuta a Mqdena nel dicembre 1953 (v. Nuova Repubblica del 20 marzo 1954). Che cosa significa « controllo de– mocratico dei monopoli?> Non lo abbiamo mai capito bene, o meglio, abbiamo capito che si tratterebbe di un esperimento grazie al quale l'intervento legale dello Stato per– metterebbe di trasformare le impre– se IRI in stabilimenti-pilota in fatto non soltanto di produzione e di am– ministrazione aziendale, ma special– mente di concessione di maggiori libertà e controlli ai lavoratori. Si immagina dunque di poter sottrarre, cioè, la gestione incontrollata delle aziende para-nazionalizzate ai diri– genti attuali ·e di renderne più « pub– blica > la fisionomia. Balocchi del genere servono solo a confermare la mentalità social– democratica del PCI, del PSI e della CGIL, i quali discettano di Costitu– zione a dritta e a rovescio, fingen– do che con le questioni giuridiche si possa mutare non solo la realtà politica, sociale ed economica, ma anche la struttura che la produce. Ma, ammettendo anche che si pos– sa arrivare a forme effettive di na– zionalizzazione laburistica, che cosa si avrebbe in realtà> Una maggiore burocratizzazione della gestione, alcu– ne possibilità di intervento politico, una maggiore libertà « costituziona- . Il 26 gennaio alle ore 21, presso la Società Umanitaria, PIERO CALAMANDREl ha inaugurato il ciclo di conferenze sulla Costituzione organizzato da 'un gruppo di studenti universitari e medi con intenti di educazione civica e di richiamo alla fede negli istituti democratici. Un pu._.bblicoassai numeroso, in prevalenza giovanile. ha risposto con slancio e interesse all'iniziativa. Giovedl 3 febbraio, ha parlato sull'< Ordinamento dello Stato ItAliano >, DOMENICOPERETT1GR1VA,Primo Presidente onorario della Corte di Cassazione. Seguiranno: Giovedl 17 febbraio ore 21. Prof. PAOLOBARILE, Docente nella Università di Firenze: I rapporti dviii e i rupporti politici. Giovcdl 3 marzo ore 21. Prof. MARIO BRACCI,Rettore all'Univcr• sità di Siena: Lu Repubblica Democratica e il suo fondamento sociale. Giovcdl 17 marzo ore 21. Prof. UMBERTOSeoRE, Libero Docente nella Università di Milano: La scuola, le scienze, le arti. Giovedl 31 marzo ore 21. Prof. ALBERTO PREDIERI: I i-apporti rra Chiesa e Stato. Giovcdl 14 aprile ore 21. Prof. P1EROCALAMANDREI: La Giusti– ziu t le garanzie costiluzionuli. Le conferenze avranno luogo nel Salone degli Affreschi della e So– cietà Umanitaria>. Via Daverio 7, Milano. 81011oteca Gino Bianco DI FABBRICA le> ai lavoratori, maggiori possibi– lità di propaganda sindacale. Forse una pianificazione della produzione, miglioramenti salariali, una migliore distribuzione. Non vogliamo discono– scere l'utilità e la convenienza di questi risultati, qualora fosse possibile raggiungerli; ci chiediamo soltanto se muteranno con ciò le condizioni strutturali - non quelle giuridiche, che sono sovrastrutturali - dei la– voratori. Rispondiamo senz'altro di no. Il < controllo democratico> co– stituisce, rispetto al < controllo ope– raio >, proprio quella leggera diver– sità di enunciazione che implica uno 'spostamento a centottanta gradi del– la direzione di lotta. Quando i monopoli fossero solida– mente controllari dallo Stato - an– che da uno Stato che non fosse perennemente pericoloso ad ogni li– bertà -, dai partiti, dai sindacati, dai consumatori e chi più ne ha più ne metta, i lavoratori continuerebbe– ro nella loro beata condizione di essere gli unici esclusi da ogni pos– sibilità di ingerenza. Continuereb– bero nella loro condizione di sala– riati o stipendiati, con qualche ga– ranzia giuridica in più, la cui sor~ te dipende sempre da decisioni nelle quali essi non possono nulla; di gente che, alienato il lavoro, non ha alcun potere né sui mezzi di pro• duzione né sui prodotti. Che questo possa risultare « de– mocratico > non discutiamo; quanto ciò possa essere e socialista> non riusciamo ~ vedere. E non ci si venga a dire con aria cresciuta che adesso... intanto... bisogna procede– re .tatticamente per gradi, ecc. oi siamo per la tattica, il rispetto della legalità, la gradualità; ma non ci stancheremo di ripetere che quando i mezzi non sono consoni al fine; sono i mezzi stessi a forgiare un risultato non voluto. La carta dei dirittisindacali A L Convegno sui problemi dei lavoratori nell'industria - tenu– to a Milano all'inizio del giugno 1954 - Di Vittorio tenne un lungo discorso di chiusura a conclusione del quale presentò un progetto di Carta dei Diritti dei lavoratori che - egli tenne a sottolineare - rical– cava diversi articoli della Costitu– zione e nulla più. Adesso la Fede– razione Sindacale Mondiale, attuando un'analoga proposta di Di Vittorio al Il I Congresso Sindacale M on– diate (Vienna, dic. 1953) ha emanato un progetto di Carta dei Diritti Sin– dacali del Lavoratore. Non si può che sottoscrivere alle enunciazioni ~ella Carta, estrema– mente corrette e rigorosamente te– nute nei limiti dei diritti più ele– mentari come: libertà di aderire alla organizzazione sindacale preferita, di– ritto di elezione di rappresentanze, diritto di funzionamento delle rap– presentanze sindacali senza controlli delle pubbliche autorità, ecc. Ma vengono parecchi dubbi. Quando, in Italia, i rapporti di forza erano ben diversi, si rifiu– tava, a torto o a ragione, qualsiasi codificazione della vita sindacale e dei diritti dei lavoratori, sottinten– dendo che questi erano affidati sol– tanto alla, loro capacitò di farli va– lere concretamente , non tramite interventi giuridici. Ma non si pensò mai, in realtà, a porre degli obiet– tivi di lotta che consolidassero in conquiste effettive di struttura e di rapporti strutturali all'interno delle aziende - la condizione di forza allora esistente. li stato possibile perciò, mutati i rapporti di forza anche per la inconsistenza dell'azione sindacale e politica di questi anni -, arrivare ad un punto in cui, volendo tta– durre in termini giuridici la situazio– ne dei lavoratori, ci si trova con il classico pugno di mosche. In altre parole ci si trova a dover difendere dei diritti che erano apparsi defi– nitivamente indiscutibili. E, badiamo bene, la Carta non parla nemmeno per accenni o sottintesi, del diritto dei lavoratori a esprimere, attraverso organi riconosciuti, la loro opinione in fatto di gestione aziendale o al– meno di servizi sociali. Nemmeno come possibilità remota, come tra– guardo lontano. Un'altra considerazione. Chi ri– vendicherà questi diritti, e il loro riconoscimento giuridico? assisteremo a scioperi alla jliat perché il Parla– mento ratifichi un progetto-legge sin– dacale Più o meno come quello che la CGIL combatté qualche tempo fa? o si formeranno dei comitati? o saranno i partiti ad assumere la di– rezione della lotta e a farne uno slogan elettorale? Tutto considerato, è probabile che vada a finire così. Oggi il movimento operaio è più forte nell'ambito politico che in quel– lo sindacale; nelle piccole autocrazie aziendali il dirigente « se ne frega >, ma il sindaco, il prefetto, il parla– mentare, il governo ---, purtroppo per loro - non possono ancora fare altrettanto. Cosi la lotta operaia si sposta co'ntinuamente dalla fabbrica e dal sindacato al partito; dal tema della lotta economica e sociale che aggredisce le strutture economiche e sociali dell'azienda - dove esse si formano -, al tema politico-giuri– dico che si riferisce a/Le sovrastrut– ture politiche e giuridiche nell'am– bito dello Stato. li possibile cosi avere - finché dura - due grqssi partiti operai, alimentati dal malcontento, e un mo– vimento operaio debole e messo nel– l'impossibilità di rivendicare effet– tivamente i propri diritti a pesare nella gestione economica del Paese. Tutta la nostra solidarietà per le Carte di Diritti. Ma intendiamoci: se ne potrebbero avere a quintali senza per ciò correggere di una virgola la situazione del molJimento operaio; se ne potrebbero escogita– re centinaia, più o meno affini a/La Costituzione, senza con questo spo– stare di un millimetro i termini della situazione nelle fabbriche. Sono la mancanza di idee, la man 4 canza di un orientamento e di un programma possibile - ma non pos– sibilista - insieme alla particolare natura del rapporto sindacato-parti– to che hanno portato il nio~imento operaio alla sua attuale condizione. li lì che bisogna pu11tare occhi e mani. Bisogna rivedere a fondo la struttura azi'lndale e la posizione che vi hanno i lavoratori; rivedere a fon– do il rapporto lavoratore-sindacato e sfodacato-partito e la struttura stessa delle rappresentanze operaie dirette ed indirett.e. Senza di ciò - o peggio, in beu calcolata sostituzione di ciò - le Carte sono u11 pericoloso maschera– mento, una grossa truffa perpetra– ttr ai danni del movimento operaio. c. s. t.

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