Nuova Repubblica - anno II - n. 21 - 10 novembre 1954

8 GRUPPI al lavoro VERONA I gruppi veronesi d'Unità Popo– lare.Autonomia Socialista, esaminato il documento della conferenza di Lon– dra del 3 ottobre 1954, dichiara- no eh(': tutll 1 motivi, i' quali indussero il nostro "'movimento a respingere la proposta di ratifica incondizionata del trattato della Comunità europea di difesa, sussistono di fronte agli accordi stipulati a Londra per il riar– mo della Germania occidentale. E pertanto considerano l'integra– zione germanica nel sistema di sicu– rezza europeo e nordatlantico quale ostacolo insormontabile all'unificazio– ne della Germania stessa e quale in– centivo alla ripresa della guerra fredda. Preoccupati delle conseguenze, che da questa politica di contrapposizio– ne di blocchi inevitabilmente derive– rebbero all'Europa, nonché delle ri– percussioni interne, e in modo par– ticolare dei gravi oneri che il nostro paese dovrebbe sopportare per le spe– se militari; ravvisano nelle indica– zioni seguenti la via per giungere ad una pacifica soluzione dei problemi attuali della politica internazionale: I) L'immediato esame del pia– no anglo-francese per il disarmo, ac– cettato come base di discussione dal– l'Unione Sovietica. 2) Una concomitante azione di– plomatica diretta ad impegnare l'U– nione Sovietica ad accettare, sotto il controllo di paesi neutrali, libere ,·lezioni io tutta la Germania per realizzarne l'unificazione. 3) L'impegno delle potenze oc– cidentali a non riarmare, frattanto, la Germania occidentale, e ad inte– grare poi la Germania unificata 111 un'Europa unita da vincoli federa• tivi. AOST! Pt:r un mall'rialc: PJ-rorc incorso nel numero del 25 ottobre u. s., abbiamo indicato fra i candidati del M.A.S. nella lista U.O.A.V. per la Val d'Aosta il compagno Danzé. Si pre– risa invc-rc che, oltre all'avv. Renato f:habod, è candidato del Movimento il nrnc·stro Michele Barmasse. A proposito di queste elezioni, il compagno Chabod ha diramato ai suoi amiri valdostani la lettera di cui riproduciamo il testo: Ca1 i amici Valdostani, li movimcnlo di Autonomia Sociali.!ila al c1urtle appai tengo - ha rilcnuto di do\l'1 conti ibuirc con la- Unione Dcmocra- 1ica Aulonomista Valdostana, a « sbloccare • ••na silua,ione contrai ia agli intcrHSÌ della Rf'R;ionc. 1rni.stf'ndo sulla lef,(gc maggioritada - ,.nutro il ,010 1>ro1>017ionalistadel Consi~lio ,tdta Va-Ile - cd alh•ando5i a Liberali e SocialdC"mocnuici. la D.C. ha cercato di l"1earsi nuovamente qudla J>Osiz.ioncdi van– tiutt{ÌO rhc nel 1949 avc,·a oucnulo allean– dmi alla ora 1ipudiata « Union Valdò– tainc: •· Coll\inta di poter mantenere, così, quella t"~cmonia che C-U.'l esercitava in valle da c1uando l'autonomia, conaui5ta della Rcsi– lltcnia Valdostana e non della o.e., venne drfìniti,1'mf"nte cons.'lcrata nello Statuto spe• ciale del 31-1-1948. A qucsto rinnovato tentativo di sopi1(fa. .-ione, A. S. doveva I eagirc come ha rea– ~ito, schic1andosi o viso a1>c1to nella co- 111une loita 1>er lo Libertà e l'Autonomia della- Valli•. Non è, iufatti, che in questi sci anni di r-ove,no na1.ionale e regionale· la D.C. ab. hia voluto " saputO attuare i principi dello S1:.tuto RcgionalC'. Parlando al Senato in favore della legge maggioiitaria. il 2!"1-9-.'.>4 lo stesso souose– q:rctaiio agli intl"lni ha dovuto riconoscere la pe1mancn1a, di 1>rnbltmi tuttora da ri– rolvf"rt. comt" aut"llo della crtazionc della "" Z0:0:A FRANCA •· qut'llo Tributario e I~ q11e5tione dd tradcrimento alla Regione dei btni patrimoniali e demaniali. Sono qut-sti. i prnblt'mi fondamrntali del– la nostra Reeione, il non aver \·oluto e m– Puto risoh tr-li. in St'i anni di potere, di– mostra romf' ti sia mancato di buona ,·o– lontà. di dtt.isionf'. di coraggio, di ca- 1>acità, come si debba, dunque, provvederr Pd un radicale mutamento di uomini e di !isicmi. Per ma:schc-rare queste: incvitabili defi– <"icn1t. ii 1ul:i1aancora una \"Olta la bandie– ,-a dtll'anticomunismo, della difesa della dcmocra.-ia e dei grandi valori morali. di cui usi snhanto avrebbero jl mono1>0lio. Scno,1ch~. la lotta clcuorale in corso è 1,-,qa limitata alla buona amministrazione rt("lla, nostra Rcgionr Au1onoma - su quc– !'llo \'('10 pi:rno, dal qunle essi C'Crcano an– ,.,.,,a u1rn vohn cli cvad("1(', abbiamo il di– ritto ,. il dmert.• di combattere ptr impe– dì, e cht' 11i 1>t'1sc,t1i nf'll't'1 rorc. I miei amici dcll'U.D.A.V. cd io non a"biamo la prctr'3 df'll'infallibilità - ab– biamo pc11) quella deJla buona volontà, del leale rispetto della legge- e dei di,itti dei cittadini - e Vi chiediamo di metterci alla prova, pc1 il bene Vosllo e della no– slra Valle. Con l'augu1 io che il vostro giudizio sia illuminato e sc1c110 gradite i miei pili cor• diali saluti. VICENZA Domenica 7 novembre il gruppo di Vicenza si è riunito per ascoltare una relazione del compagno Codi– gnola sul recente Convegno Nazio– nale. Hanno parlato numerosi còm• pagni, fr11 i quali Calla, Piccoli, Sar– tori, Carta e Rebellato. Le decisioni del Convegno sono state favorevol– mente accolte. Al mattino, alcuni compagni vi. centini avevano partcoipato ad una riunione provinciale delle 'Scuole li– bere popolari ' della zona, per discu– terne l'orientamento di lavoro. Saba• to 6, alla Scuola Libera di Vicenza, Codignola aveva parlato su « Demo– crazia e cultura ». BRESCIA Per richiesta dei giovani del e Cir– colo studentesco bresciano >, nostri oratori terranno prossimamente delle conferenze nel quadro dell'attività democratica e di cultura politico-so– ciale che il circolo si propone. Ripresa dei Cristiano-Sociali on 1>ossiumo che l'allegrurci della pnbblicuzionc, da purte del grupJ>O crisliuno-sociulc di LiYor• no, nel quulc conthuno 1nohi an1i. ci, di un nurnero unico « Politica crisliarm », che dovrebbe segnare la ripresa di Jnvoro di <[ucsto gru1>– po. Le « prospcltive », con cui il fascicolo si apre, ci trovuno con– cordi (anche se gli estensori di esse hanno voluto, chissà perché, segnare una dislinzione, che non esiste, con le « arislocruzie laiche di Unitù Popolare»). Crcdiu,;,o fcrmun1cn1e, ul conlrurio, che si renda sem1>re più in1pellcn1e la conccrHruzione delle forze che vo– glio110 le stesse cose, rendendo possibile a ciuscun ruggruppantcn– lo di conscrvure eguulmenlc l'auto– nomiu delle sue origini e della suu 'cultura '. Dulle nolizie orgunizzalive, ap• prendiu1110 che il gruppo losca.no (l'unico prulicumcnle che sia SO· prav,•issuto con un cerio rigore logico e di posizione politica) ha avulo un convegno a Viareggio, e che dul cenlro di collegurnento di Livorno (piozzu Cm·our 7) ini– ziative si diruruuno ad altri centri dellu regione. Il fuscicolo reca inoltre uno serino di Merlini « Dopo il fullimcnto dcllu C.E.D. » e « Considcruzioni sulla sinislru dcllu D. C. » di Cocchelln. Ci auguriurno fcrnmmcnte che con gli i.unici cristiano•sociali di Livorno, cui ci leguno unlichi vin• coli di reci11rocu s1i1nu, sia possi• bile trovurc presto un terreno di luvoro cornunc. L'ECO DELL! STAMPA Ul/icio di ritotli do tiornali • riuist• Dir,ttor,: Umberto Frugiuele Condir11tor,: Ignazio Frugiuele Via Giwcppe Compagnoni, 28 MILANO Corritpondeou: Ca,ella Postale 3549 • Telesr. : Ecottampa UOVA REPUBBLICA Echi del Convegno del M. A. S. LA PAURA della democrazia di M. Morante Ct1ro Codig11olt1, ho 1eg11ito la prepm·t1zio11c e le 1 1 i– ce11de del Co111•eg110 Nflzio11t1/e del M.A.S. 10/1a1110 ml/a 11a111pt1; ed oggi ,,,I/a J/ampa lep,go le 111ozio11i con• clruit•e. S0110 dunque im/Jer/ellt1me11• le i11/or111a10,· e 1111/ar ia, data /'i111por- 1a,1zadelle dttùio11i adollale, mi preme far co11ouere la mia po1izio11e. Prima di 111110, io consento al pro– gramma di az!o11e /,reuello; e mi ral– legro che 1ùmo Jlt1/e re1pi11Jele le/I• /azioni di a/Jri progrnmmi, più facili i11dubbiame111e, 111a de11i11a1i Ira l'a/Jro a rive/ani auolu1m11e111e i111prod1111it i. Da/o anche che 1ia bello e gilt1Jo, per chi si 1ro11i nella noJ/l'tl posizione, t1derire ,,I P.S.l. o f,,,.e qll(,/che co1a di equfrale11Je, reJ/a 1e111pre lt1 tl1(di11- conic,1 conilt1/t1zio11e (mali11co11ica 1111- che per il P.S.J.) che 1111a Ja/e ade- 1io11e non apporlerebbe alcun 111u/fl• men/o alla 1i111azioue politica italiana 11é q11i11diI'ai11Jerebbea 111perarela criJi. Ciò dello, io de,idero, 11011 dirò npri– mere un diuen10, ,na pi11110110 1ollo– li11eare 1a/1111a delle q11e11io11i Jrallt1/e dalla mozione polilica. E prenderò le 111011e d" 1111 pu1110della mozione nel 'l""/e umbra di udir riecheggiare (dico, 10/J(II/Jo,riecheggùire) l'e,-ro11e11 e fu- 11estfldiag1101i che i « ce11t,ù1i » hm1110 1em/1re d,110del/" c,-i,i il11/ù11111: / 1dù1- g11osi 1ipic"'11e11te 1amgt1Jù111a secondo la q11,1/e il medio celo 110n 1•,1 a JÌIIÌ· Jtr11 perché h,, /,a11r11 di />crdere la Jiberlà ,011 il to1111miJ1110 1 onde ba1te– rebbe 1111/Jt1rlil0 di si11iJtrfl m1tico11111- 11iJJa Ju;r ro111trlire il 'llledio celo e ri1oh·ere '" rriii. Ora, io credo rhe l'amore del medio ceto per /,1 liberlà (ammeJJo rhe esilia, i11 q11e110 Jecolo) incida aJJai poco J111iacri1i poli1ica ilaliana; che la ra111a di questa criii 11ia a11cort1 e umpre nella dutrfl eco- 110111ica, che detiene, di fatto, i /10/eri politici; che la de11ra eco110111ic,1 Jema il partito co1111111iita, 11011già come nemico di JiberltÌ, 1m1 come t1/1/1orl,1• 10,-e di libe,-J<Ì(mi 1i co11Je11/11 /'a/1- parente ereJia: euo è /aie, in lt,1/ia, non i11 quanto partito co1111miilt1, ma in qua1110par/ilo operaio); che il me– dio celo, in qu:mlo J11biJce la pre1- 1io11eric1111a1oria del/" deJtr,1 e llt f11- 1·o;iJCe i fini, 1ù1 a11ch' euo direi/o - più o 111e110 d111i111ame11Je - d.11/a paura della liberJà piu/10110 che dal– /' a111oredella libtrJà. Non f"cciamoci illu1io11i. ù, deJJrn /eme la liber/ÌI 1opra ogni "'"" coJa perché /' a1//el/JicaliberJà 11011 può che ,eg1Jare la fine del 1110 /Jo/ere; 11011 quindi amore di liberlà, 111t1 f,·edde e ben c,tlcol(lfe co111idel't1zio11i di i11te– re11e, /'h,m110 illdoua " dif/01Jdere i pregiudizi ,wticom1111iJ1i.Quelle J/eJJe ragioni di i11tcreu, l' mmo iud olla a coprire con la 11ebbia dei pregi«dizi anche il P.S.I., che p«re i co,a di– , em, dal pariito co1111111i11a. Quelle stesse ragio11i di interesse l'hanno i11- do11e e la i11d11rra11110 a diffondere analoghi pregi«di:i 111/COI/lodi q11al- 1ia1i parli/o o mo, imenio che voglia condurre 1111a co11seg11e11te polilica di 1i11i11ra, 1ia pur CJJ0 libero da quelle ipoteche di cui li pa.-1"11ell" mozione del M.A.S. E ti 1,mì ,e111pre cerio celo medio diJ/JoJ/o a fm· propri que1Ji pregiudizi. All'origine del/" c,ùi 1/011 J/(I dm1- q11e la pauw del ro1111111iJ1110, ma a/. I'oppoJJo, la paura della democrazia: paura ,he la de1Jra ha b11011e ragioni di 1111trire, e ,ul/.1 q11.1h· e.Ho/tr.lSC/11,l ""che pJr/e del medio celo, 1.1h11do1i dei polert />oluici che de1ie11e. I:. cerio importante e dtciJit fJ co11q11irt.1re ali., 1i11iJtra il medw ctdo: 111+1 t•f ro 11011 Ji co11q11i.rterti 111,li co111/1i,1Ct.lldolo mi 111oi /uegi11diz1, b,.:11.r} al ro11/htri'1 lot– tando 1 1 iri/111e11te ul ,1f1t:rl,11J1l'll/t CfJII• tro di eHi 11011 0/0 con I., /1.1rol.1 m., anche e sop,-.1111110 cou J,, /no1.1 d,11.1 d., una 1e11areazione re.1/izz.1triCt.. Perché i import,mte didu., r.ne lltl· ta111e11te che J,1 « /1.11/f,1 d~J CQllltllliimfJ » non è ali' oriKiue dtll.1 cr1.11? J>arhé l'opinioue co11tr,lfit1conduce, proto o tardi. nel /ro11Je dtll., it,11.1 ,111Jiu,- 1111111Ùla e q11i11d1 lltl /roll/e dtll. 1<,1- zio11e: o. q,1.11110 meno, tJf/re ,u-.t.o– menti e p1111Ji d',1/1por,gio <1I frnllle del– la re.1::io11e. ienza ronselltÙt, d'.,lt,-.1 parte. """ e/Jir,1rt ado111 dtnwcr,1tic.1. Quello che conl,1, " mio p.ntre, i ben altro, e cio,~: L 0 ) - I111peg11aniin 1111 /nof!.r,lfllllhl d'azio11e a /1111g"porl,1/,1 1 Jell I fnm,1r- 1i ad ogni 1110111e1110 ,, gu.u-d,nc .re e quanti ug11t1ci/,ile progr.11JJ111,1 r. pJ1i.1 procurarci. Urge l,berJW d,/1., eone,. zio11e traJ/ormHIIC,tddlJ t'ÌJ.J J1uli1ic,1 (ohimè! 111110,.1 dif/ur., in ogni Jfl• /ore), ucondo la qu,tl,.: conlt ttbbe r,,l– tanto procur,lfJi co1111111que e do11111q11e il maggior 1111111,ro po1.1ibile di se– g«aci (o di e/e/lori). 2°) . Co111 i11ce11iche 11ell'l1.1/i.1 di oggi 11e1un1J,rogr,1111111,1 di ,1ziu11e è c,1pace di a, ere funzione od ef/<111 democmtici, 1c 1101J Ji,1 d1r1:/lo ,1 JOl– lrmTe, (in piccola o ili gr,wd,: mi- 111ra,nel/'11110 Q 111.:ll'altro st'//ort.) le let•e di co111.mdo ali" rachi,, d,, r.re di– rige11/e. 3°) - E1iJ.ne cbt: /,1 fmmul,,zirm, e I' a1Jua:.iu11edi 1111 /,1/t /truxr.1111-111.1 Ji ,1Cco111/1.1,~11i1w ,rd 111111 pr\;grnJizi:lle euh11io11t: nrJo /ur... e di .1i11i1Jt,1, e cioè /1ro/1rio n r10 IJUdft. /m-zi- rht• 1011011.1t11r,d111u11t po11J1,.; ., tl.11 .. t,lt ,1/ 1- f,oggio. Abbili i /1ÌJÌcordiali ,.,Iuli J.,I Juo l1A1tt'l:1,LO1101tA ,n; RAGIONI . d'una nserva di F. Ravà Al 2° Coovtgno N.11 ìon.dc d, A.S. ho appro,ato due delle moluzmn, prc• sentate dalla Direzion<: del lllovimmto. respingendo la terza, di larattu<.· or~a– nizzativo; e poiché a\\Ulo l"inn:rh:z• za che può generare qu<:sto mio at– teggiamento. rit<:ngo do,<:rnso ribJdìme i motivi di fronte a tutti 1 compa– gni. Ciò rnrr.ì del re,to ,1mhe come indicazione dei miei propO\lti futuri e come invito a quanti sono egual– mente animati da qual<he perplts,it.ì a non trarre da esse conseguenze affret• tate e pericolose. La mozione organiuati\'a approva• ta dal Comegno ,ii;nifica. in pratica, realizzazione dt:ll'unit,\ organica, in U.P., delle rnrie forte <he in sede elettorale avevano dato , ila alla for– mazione così <lenomin;,ttJ, OrJ 1 in Jta~ lia ·i fatti politici vengono il più delle ,·olle Yalutati allraverso la figur.1 dtlla persona che gli d:, rilievo. In questo senso, quindi, U.P. puÌ> apparire come il mo\'imento o il pJrllto di P.,rri, e poiché questi rifiutJ di dirsi ,o<.ia– lista, ecco che il <<suo» n1<wimcnto rischia di apparire come direlto ad indicare al paese soluzioni 1,tcncri<..1- mente democratilhe <.k·i probkmi d1e travagliano il paese ,tesso. Tale duhh,o può ess<::rc a, \',dorato d.1 ,tlt un<.: di• lhiarazioni ddlo )l<:~so P.1rri, <.hc.:mc.:n– tre mirano ad assegnare ad t.:.P. td al P.S.I. due funlloni nettamente distin• te, affermano l0ntt.:mporanc:-Jmt:nte d1e quest'ultimo partito è condi,ionato nel– la propria politica dalla propria base: dal che s1 potrebbe drrivare la conse• i;ucn,a che L 1 .P., dO\cndosi rivolgere ad altre categorie e ad altri ceti, sarl a sua volta. condizionata da questi, ed impegnata ad una politfra non socia– lista (I.i dove il probluna è in,ece proprio quello di S\ iluppare uoa po– litit".1 socialista ed a questa attrarre masse sempre più "aste). O-altra parte, da tempo noi soste– niamo che il ¾'roblema dell'unit.i so– cialista non è risolubile mediante ac– cordi diplomatici: delta unit.ì si rea– liaerà infalti naturalmente - secondo noi - dopo che si sar.l maniféstata nei fatti una ripetuta e prolungata concordanza delle posizioni poliliche assunte dai gruppi socialisti di fronte ai problemi più gra, i del nostro paese. Questa è una seria impostazione del problema, che secondo me vale anche ptr quanto attiene alla questione del– l"unit:, dei socialisti con democratici .1,Jnzati, i quali forse ,ogliono una polt~ita S()(ialista ma tutta,·ia si rifiu– tano di ammellerlo. An,i, ritengo che tanto più in questo caso sarebbe stato ne,cssario i:iungere all"unitl dopo che il paese a\.esse avuto tempo di chiara– mente "',erti re la fond,1mentale unitl di intenti e di politica esistente fra i gruppi che compongono U.P. Qualcuno ha dello che la nostra inat• ti, it.ì durante quest'ullimo anno ha dimo,trato J"impossibili1à di uo·e,isten- za completamente :i.utonoma di A.S.; altri a loro volta hanno considerato tale inattività come conseguc:nl3 nc– ccssana del fatto che fosse alla Dire– zione Ji U.J>. una << ~iunta di intesa » aniithé un organhmo unitario. Orbf..nc:, .1 questo riguardo credo che <Ktorr.1 a, ere idee molto chi.tre hl i~ torag– gio di parlare sintcrJmtntt: non è p<>"ibile pretendcre che un organismo politico srnlga una proficuJ opera di prosditismo quando per lunghi mesi • e,so si pone addirittura la questione se rimanere un organi:,mo politico o trasforrn.usi in gruppo « e<lurntore », dcslin.110 ad una funzione a lunghis• :,,ima scaden.-a di allevamento <li forze giovani delle quali fare le nuove <lassi dirigenti dd. paese. Solo sulla CED .thhiamo saputo indic.ut una seria so– luzwne del problcmJ, ma anche in questo caso con indubbio ritardo. Quanto al mancato fun,ionamento della « giunta d"inksa », sul terreno polemico sarebbe fac,le prosptttare la seguente alternativa: o esso è dipeso dalla nostra incapacitl di proporre ,alide indicazioni politiche (ed allora sta a noi adoperarci divtrs:i.m enk), op– pure, avendole noi proposte, esse non sono state acceltate dagli allri compo• nenti della giunta. Comunque il problema politico di fondo è ~n altro. li 7 giugno, infalti, U.P. ha certo contribuito in misura as,olutamente determinante alla scon• fitta del P.S.D.I., ma dei voti persi da questo, essa è riuscita ad acquisirne soltanto una piccola parte. Ora. non è infondato il dubbio che ciò possa es,ere dipeso dalla insufficiente chia• rczza - di fronte al paese - della sua impostazione politica {dico di fronte al paese. considerando che questi troppo spesso è appunlo più determi– nato a giudicare non dalla realtà ma dall'apparenza delle rnse; ed in questo sehSo U.P. poteva ben apparire come un occasionale incontro, su un tema specifico. di forte delle piè, varie pro,l'nienz<.). D.t <.il> dcri\a l'altro lngìw dubbio che t.1lc immediata uni– t.ì, anziché: consc-ntire una maggior

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