Nuova Repubblica - anno II - n. 21 - 10 novembre 1954

NUOVA RE PU BB,,LI CA_ LA MOZIONE POLITICA PERUNANUOVA PROSPE'fTIVA della s1n1stra italiana Dopo aver contribuito in modo decisivo alla svolta politica rap– presentata dalle elezioni del 7 giugno, il Movimento di Auto– nomia Socialista ritiene che siano oggi maturate le condizioni di un più rapido chiarimento r,iella situazione politica italiana, nella quale le premesse del 7 giugno trovano .notevoli possibilità di sviluppo, dopo la caduta della C.E.D. e di fronte alla crescente crisi dei gruppi politici domi– nanti. Le condizioni obiettive del no– stro, paese rendono oggi necessa– rio ed urgente un radicale mu– {amento di rotta, che portando al governo del paese forze e classi dirigenti nuove, renda pos– sibile una politica di tipo labu– rista, capace di- iniziare una prq– fonda trasformazione sociale ed economica, · nel rispetto pieno delle libertà democratiche. Una tale •politica, già attuata o in corso di attuazione in numerosi paesi europei, riscuoterebbe cer– tamen-te il consenso di una gran– de maggioranza del paese, ma trova· ostacoli insuperabili nel– l'attuale schieramento politico. La sinistra italiana infatti non è stata e non sarà capa:ce, per, la struttura che si è data.finora, di spostare verso soluzioni di rin– novamento nuove masse di cit– tadini, prevalentemente contadi– ni e piccolo-borghesi, ma anche in parte operai, sebbene i loro interessi economico-politici coin– cidano con quelli del proleta– rioto; queste masse, pur scon– tente dell'attuale condizione eco– nomica, sociale e morale della loro vita, continueranno perciò a votare per soluzioni sostanzial– mente conservatrici, come quelle che possono essere espresse non soltanto dalla D. C. ma anche dai nostri par!titi della,.democra– .i;ia laica. .Questo, immobilismo della si– tua,zione italiana, che consente ,ai gruppi di oligarchia economi– ca. di mantenere, con metodi apparentemente democratici la maggioranza dei voti e quindi le redini dello stato, è determinato in larga misura dalla mancanza di un'alternativa politicaJ.apprez– zabile e di carattere permanen– te: un'alternativa che consenta ~ milioni di cittadini di orien– tarsi verso una soluzione sociali– sta, senza rischiare (o temere di rischiare) la perdita · delle li– bertà costituzionali. La mancan– za di questa alternativa rende anche più difficile la creazione di un obiettivo terreno di incon– tr~ tr.ala~oratori soci"aiistie lavo– ·ratori cattolici, incontro che de– terminerebbe condizioni nuove ai convivenza e di sviluppo nel .paese. Sono a tutti note le ragioni ·per· le quali il socialismo italiano, fhe avrebbe naturalmente dovu– to rappresentare questo terreno di incontro, non ha potuto fino– ra esercitare tale suo compito !torico. Ma, dnche sotto la pres– sione della situazione internMio– nale, nuove . condizioni stanno -maturando. Il P. S. I. mostra, .nigli ultimi tempi, una più ac– centu·ata· ·capacità e volontà-_1i caratterizzazione; e larghe masse cd,ttoliche cominciano a indivi– duare l'esistenza di propri inte– ressi di sviluppo economico che non possono esere soddisfatti da classi dirigenti reazionarie. Il pro– blema, che ora si fa acuto, è dunque quello di rompere la cro– sta conservatrice della società italiana mediante un processo di maturazione democratica, e non col metodo dei colpi di for– za: e questo scopo non può ·es– sere raggiunto se 1wn allargando le possibilità di espansione della sinistra a nuovi ceti e a nuove forze, ancora trattenuti sul ver– sante conservatore. La politica finora svolta dal PSI, nonostante la sua attuale tendenza di allargame.nto, se gli ha consentito di mantenere stret.– ti vincoli con la classe operaia ( con la quale i partiti di terza forza hanno or.mai_perduto con– tattò) ha creato d'altronde note– voli ostacoli ad agganciare nuove forze verso soluzioni di sinistra · democratica. Le forze da recq– perare credono ai valori della democrazia, nel clima di libertà in cui si è storicamente forma.la nella tradizione europea; od esse temono che questi stessi valori possano e_sseremessi in pericolo da un· partito socia.lista che ha mantenuto e mantiene vincoli assai stretti con il partito comu– nista. È quindi essenziale che si costituisca oggi una nuova espres– sione della sinistra italiana, e/le sia libera da questa ipoteca e sia in grado di porre nei suoi ter– mini reali il problema che sta alla base della crisi del paese : il chiarimento, la rivelazione di interessi sostan1-ialmente socialisti nella maggior parte delle masse che votano per la D. C. e (per– fino), nel sud, per il partito mo– narchico. La depressione economica e lo spettacolo indec~roso con il qua– le le classi dirigenti si valgono oggi degli istituti democratici per la di{esa a oltranza dei ,loro in– teressi rendono estremamente di{fici_le in Italia l'inserzione ef– fettiva di grandi masse in un'azio– ne democratica; d'altronde, que– sto stesso fatto determina la con– genita diffidenza di larghe forze contadine, intellettuali, e piccolo– borghesi verso soluzioni socialiste. Da questo circolo vizioso non si esce con la creazione di posizioni spùrie (sul tipo delle « terze for– ze », o dei partiti democratici generici), ma con la conseguente e coerente azione di conquista democratica di nuove forze per la realizzazione in comune di una politica socialista. È questo il compito specifico .che spe.tta oggi in comune ai socialisti autonomi e ai democratici avanzati; ed è un compito che si svolge dall'in– terno, e non dall'esterno, di quel– lo schieramento di. rinnovamento che può storicamente definirsi oome « movimento operaio >. Autonomia Socialista è persua– sa che. sia ora giunto il momento di un'azione decisiva per dar vita ad una prospettiva di alternativ_a socialista in Italia; e ritiene c.he per lo svolgimento di questa fun– zione, che può ave.re. -µna por.tata B b oteca 1no B an o storica per trasformare stabil– mente l'equilibrio politico italia– no, riesca determinante un raf– forzamento di Unità Popolare, formazione nella quale socialisti e democratici lavoreranno in co- · mune per creare le condizioni di un rinnovamento socialist;, nella democrazia e nella libertà. L' azio– ne . politica di U. P. dovrà ap– punto dimostrare come sia pos– sibile acquisire a tesi di rinnova– mento grandi forze politiche an– cora trattenute dalle forze con– servatrici; e come a questo fine non_sia tanto valida una politica di rottura col PSI (la politica che ha portato i social democra– tici italiani ad allinearsi in modo permanente con gli interessi rea– zionari), quanto una politica che costituisca per questo partito nuove possibilità di sostegno e di alleanza. Unità Popolare ha già rap– presentato, il 7 giugno, tale pun– to di incontro. Sviluppando. e DOCUMENTI DEL CONVEGNO DIAUTONOMIA SOCIALISTA stabiliz;:ando questa sua I unzione' essa determinerà _l,e condizioni .del dialogo tra.le forze cattoliche avan;ate, che non vogliono cor– rere pericoli totalitari, e. le forze socialiste, che temono gli opposti pericoli reaziona, i._ Dalla effi– cienza di questo nuovo raggrup– pamento della sinistra ·italiana •dipenderà dunque in npn piccola misura· la possibilità di inserir~ e rendere operanti entro lo stato democratico le forze del lavoro i cui interéssi sono gli interessi stessi del nostro paese. Ques_t' azione ha ben poc_o in Comune con la tattica espansiva con la quale . i comunisti hanno sempre cercato di conquistare lo Stato, cioè con le soluzioni di «fronte.popolare » sotto Ja pro– pria guida politica. Difatti, 11 partito comunista si è sempre preoccupato di acquisire per il raggiungimento immediato di de– terminati. fini, forze. esterne o addirittura ecanomicamente ostili al « movimento operaio », (lllo scopo di creare condizioni di crisi interna della borghesia e col .pressuposto di sbarazzarsi succes– sivamente di queste tr-uppe ausi– liarie. 1.Luesta tattica non tende ad espandere il fronte socialista immettendolo sempre di più nel– lo, stato attraverso un processo democratico mà al contrario ten– de a conquistare lo stato valen– dosi d(qualsiasì altra forma ester– na. . Così, ·/a tattica del partito c()munista finisce per indelfolire l'efficacia politica dell'inte:ro--mo– vimento operaio, aggravando 11 solco che divide in due il paese e rend,mdo maggiormente possi– bile· una di/ esa a carattere rea– zionario delle classi dirigenti. In-realtà il diver~o -modo con cui comunisti e socialisti impo– stano il problema della conquista di nuove forze e delle alleanze, dipende in buona misura. dal.fat– to che i comunisti guardano con pessimismo alla possjbilità di f_a- 5 LA MOZIONE PROGRAMMATICA PER di UNA POLITICA g1ustiz1a sociale U ,:ia politica socialista che si pro– ponga la progressiva sostituzione nel– la guida politica dello stato di nuove classi sociali, che traggano più im– mediato alimento e contatto dal mondo del lavoro, e che si impegni d'altronde a valersi nella sua azione del metodo e degli strumenti della democrazia, esige una chiara visione e limitazione di compiti da affrontare entro un termine di tempo relativa– mente breve. Per opera della evolu– zione sociale ed economica, dei sa– crifici e delle lotte del movimento operaio, elementi o aspetti di orga– nizzazione_ socialista sono già,. entrati largamente in tutti i paesi dell'Eu– ropa democratica, portati avanti con maggiore o minore consapevolezza _da nuove classi politiche. In Italia la lotta di classe è particolarmente aspra e più difficile è obbligare la .mentalità socialista alla fissazione di obiettivi di lotta non massimalistici, non mitici; ma realizzabili attraverso una politica adeguata alla trasfor– mazione economica e sociale che si vuol perseguire. Unità Popolare si presentò il 7 giugno al· popolo italiano sotto il simbolo di tre parole : < Repubblica, So!Oia)ismo, Libertà :>. La funzione del movimento, la spinta che ad esso i gruppi di Autonomia Sociali– sta debbono particolarmente impri– mere, consistono in una onesta e chiara precisazione programmatica di quei tre termini: che non sono sem– plici slogans propagandistici, ma sin– tesi _concreta dell'azione politica da compiere. Politica Internazionale I il ri– scatto dalla f~me, dalla miseria e dall'ignoranza dei paesi arretrati è il problema centrale di convivenza della civiltà demoçratica. La lotta per questo riscatto richiede la mobi– litazione delle risorse' economiche del mondo secondo piani internazionali: ne è presupposto ~ creazione di con– dizioni permanenti di equilibrio po– litico che consentano una politica ,di <lisa.mo . La determinazione di queste condizioni di equilibrio è com– pito, in buona parte, della civiltà europea: la libertà dalla paura del mondo orientale, libertà dal protetto– rato del mondo americano ne sono i caposaldi. La coesistenza pacifica e la pace son6 poi ragione stessa di vita e di sviluppo di un paese k cui re. scaturire dalla società forze. su/ficienti a trasformarla att,,-a– verso la via della persuasione e del. metodo democratico. Questo radicale pessimismo li spinge a soluzioni di forza e di disgrega– zione delto stesso modo di vivere democratico. È invece proprio della tradizione socialista credere a.Ila possibilità di una fiducia e civile azione di recupero di sem– pre crescenti forze verso le posi– zioni di rinnovamento. È la me– desima fiducia che un piccolo gruppo di uomini, insieme socia– listi e democratici, ebbero negli anni oscuri del fascismo, in una autonoma ripresa del paese. Ed è da questa fiducia che la resi– stenza trasse la. sua ispirazione e /a sua forza. L'opera che inten– _d,iamoora di intraprendere ne è la continuazione ed insieme l'in– terpretazii:me più coerente. strutture economiche e politiche sono ancora cosl fragili come !'Italia. Sul piano mondiale puntiamo dunque: sul disarmo generale, da conseguirsi mediante accordi internazionali che contemplino in primo luogo la eli– minazione, con reciproco controllo, delle armi di distruzione di massa; sulla universalizzazione dell'ONU (con immissione, anzitutto, della Ci– na e dell'Italia) e sulla sua progres– siva trasformazione in organo piani– ficatore di intervento per la redistri– buzione economica a favore delle zone depresse. Sul piano europeo, sulla unificazione tedesca, senza pre·– vio riarmo ma col mezzo della con~ sultazione ·democratica internazional– mente controllata; sul successivo svi– luppo di forme progressive di intc, grazione europea fino alla istituzione di forme federative limitanti le so– vranità nazionali; sulla neutralizza– zione tedesca come condizione prov– visoria per l'unificazione democra– tica della Germania, e sulla succes– siva dichiarazione di neutralità dellJ Germania unificata (internazional– mente garantita) come premessa di una politica di neutralità estesa a tutta l'Europa unita. La nazionaliz– zazione delle industrie belliche, sotto controllo democratico, è una delle ,condizioni di questa politica. Stato eJLlbertà: il regime della democrazia è tanto più forte quanto più esso, fiducioso in se stesso, è capace di attrarre tutte le forze po– litiche in giuoco al rispetto delle sue regole fondamentali. L'indiscriminata ègu:iglianza di tutti i cittadini nel godimento di tutti i diritti democra– tici non può essere intaccata che da effettivi e concreti attentati alla li– bertà di tutti e agli istituti che la proteggono. E questi stessi attentati hanno minori possibilità di esistere e di avere successo, quanto più lo Stato si identifica con gli interessi di tutti i cittadini, particolarmente quindi con gli interessi della povera gente. La difesa, senza equivoci, del metodo democratico significa anche difesa, senza equivoci, del diritto di ogni cittadino di valersene. t urgente, di fronte alla tendenza verso una « democrazia protetta > che aprirebbe inevitabilmente le por– te a nuove forme di fascismo, dare attuazione alle garanzie costituzio– nali di libertà : dalla stampa alle manifestazioni culturali ed artistiche; dalla radio al regime della pubblica sicurezza (tuttora ancorato alla con– cezione di uno stato paternalista, autoritario, di classe); dalla indipen– denza della magistratura al controllo parlamentare della spesa pubblica, t urgente dare altresl attuazione alle garanzie di libero svolgimento de– mocra~ico rappresentate dalla Corte Costituzionale, e dal più largo decen– tramento, fino a forme di autonomia regionale e comunitarie che svilap– pino in concreto la responsabilità del cittadino. Molte cariche pubbli– che devono essere trasformate in elettive; il criterio proporzionale de– ve presiedere a tutte le consultazioni elettorali. La collaborazione della burocrazia, indispensabile alla lunga e difficile opera di riordinamento, ammoder– namento, vitalizzazione dell'apparato stata!;, è legata alla distruzione del– la mentalità autoritaria, degli inter– venti camorristici, delle reti di inte-

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