Nuova Repubblica - anno II - n. 21 - 10 novembre 1954

NUOVA _REPUBBLICA 3 sioni tomuniste d1e proponevano I'« unità » dicendo loro che Largo Caballero l'auspicava. Largo Caballero, uno del maggiori esponenti del soclallsmo spagnuolo, offre nelle sue memorie materiale di rlllesslone e di studio utlle a tutti Lister e Alvarez, dirigenti co– munisti, vanno un giorno a tro– varlo. Gli propongono di soste• nere un piano d'insucrezione na– zionale. Largo Caballero si rifiuta considerando la cosa assurda e cri– minale. Qualche giorno dopo la « Pasionaria », in un discorso, af– ferma che ci sono tra gli esuli al– cune persone disposte a trattare con Franco ( riferendosi evidente– mente a Largo Caballero). F RANCISCO Caballero nacque a Madrid nel 1870. Cominciò a lavorare a sette anni. Per • 35 anni esercitò la professione di stuccatore. A 30 anni divenne membro del sindacato del suo me– stiere, e si iscrisse al Partito So– cialista 'spagnolo. Morì a Parigi all'età di 70 anni. Era stato uno dei primi consiglieri socialisti della Municipalità di Ma– drid, deputato, membro del Con– siglio di Stato e dell'Istitl,to di Ri– forme sociali, ministro del lavoro della Repubblica, Presidente del Consiglio dei ministri, al princi– pio della guerra civile;· fu condan– nato a morte, _imprigionato più volte, in Spagna (sotto la monar– chia) e in Francia (sotto Vichy). fu egualmente membro del Consi– glio dell'Ufficio Internazionale del lavoro, membro dei comitati del– l'Internazionale socialista e dell'In– ternazionale sindacale d' Amster– dam, Presidente dell'U.G.T. è del Partito socialista spagnolo, presi– dente della minoranza socialista alle Corti spagnole, e infine depor– tato al campo di Oraniembucg. Dal tempo della sua liberazione dal campo di concentramento nel 1945, quando era al QLiartier Ge– nerale dell'armata russa, egli co– minciò a scrivere unà serie di let– tere, indirizzate a uno dei suoi ami– ci, nelle quali raccontava della sua vita, delle sue idee, dei suoi dubbi· e delle sue convinzioni. Terminò la serie a Parigi. C'è di tutto in c1uestc lc:ttere: dallo studio, un poco ingenuo, di noti proverbi, fino alla politica; dai disinganni della vita ad allu– sioni inteli igentissime alla vita po– litica spagnola; dalle critiche acer– be su alcuni dei suoi compagni, al commosso ricordo di altri. Quello che emerge da queste lettere è una autentica buona fede e u11profon– do buon senso. Largo Caballero scriveva in uno stile senza raflina– tezze, Io stile di un autodidatta che non cessò mai di pensare e di sen– tire da lavoratore militante più che da politico. Spesso l'Unione e il Partito occupavano tutto il suo orizzonte. Ma non dimenticò mai la Spagna, neppuce tra i rancori e le delusiorii. Queste lettere, che non furono mai spedite al destinatario, sono state ora pubblicate al Messico, dal figlio di Largo Caballero, sotto il titolo « Le mie memorie». Spegno prefranehhota Trascurando quanto v'è di _po– lemica personale, il libro contiene degli aneddoti dell'epoca· della monarchia, dai quali appare che Franco non ha inventato niente di nuovo e che si è contentato di portare alle sue ultime conseguen– ze, dandole forza di legge, una menta Iità molto vecchia in Ispa– gna. Vediamo qualcuno di questi aneddoti rivelatori. Largo Caballero era membro dell'Istituto delle Riforme sociali. Si discuteva una riforma. sulla leg– ge del riposo domenicale. Egli propose che si proibissero le corse elci tori b domenica e si chiudes– sero d'obbligo le taverne. fu ap– prnvato. Ma Alfonso XIII, al mo- mento di promulgare le riforme, a questa legge, cancellò i due pun– ti sopra menzionati. Nel 1909 scoppiò a Barcellona una sollevazione popolare (che co– stò la vita a Francisco ferree Guar– dia) contro l'invio di soldati al Marocco, alla « guerra personale del re ». Largo Caballero fu arre– stato. Lo mi ero fuori perché si era amina lato di febbre tifoidea e avevano paura che morisso- in pri– gione. Ap[ cna in convalescenza, ebbe una citazione a comparire di– nanzi al giudice. Egli vi anelò e vide, scritto su un dossier: « Pro– cesso contro Francisco Caballero, per delitti commessi da altri » (sic). Questi delittti erano dei di– scorsi contro la guerra del Maroc– co, prc,munciati durante una riu– nione presieduta eia Caballero. Nel 1915, scoppiò uno sciopero di ferrovieri. Largo Caballero era a Barcellona. fu arre tato. A mez– zanotte il capo della poi izia si pre– senta alla prigione e gli chiede umilmente di partire immediata– mente per Madrid. Che cosa era successo? Era successo che l'I ti– tuto di Riforme sociali interveniva · come mediato re nello sciopero e che nessuno voleva trattare finché Largo Caballero era in prigione. Poco dopo cominciò a Madrid uno •sciopero cli panettieri. li go– vernatore civile - secondo i cir– coli ufficiali un eminente sociolo– go - chiamò Largo Caballero. Quest'ultimo lavorava a una casa in costruzione. La cosa era urgente e il poliziotto che andò a cercarlo non. gli dette neppure il tempo di •cambiarsi il vestito. Quando l'in– tervista fu terminata, il governa– tore chiese a uno dei suoi segre– tari: - Ma, lavora quello là? Poco .tempo dopo questo stesso governatore sociologo, che cono– sceva così bene i lavoratori, fu no– minato ~residente dell'Istituto di Riforme sociali. Un'altra volta, es– sendo in prigione, in attesa del consiglio di guerra in cui fu chie– sta la sua condanna a morte, il di– rettore della prigione gli ritirò tutti i libri, e gliene fece avere solo uno: « Le ultime ventiquattr'ore cli un condannato a morte» di V. Hugo (questo macabro 5_cherzo fu ripetuto più volte nelle prigioni di Alicante e di Barcellona tra il 1939 e il 1945). Ecco l'atmosfera in ctii lotta– v~10 gli uomini ~hc non accetta– vano né il regime monarchico, né il regime economico feudale della Spagna. Oggi l'atmosfera è la me– desima, ma più pesante. Che se c'è un gr~1ppo umano impermea– bile alle lezioni dell'esperienza questo è la classe dirigente spa– gnola. rapporti c,ol eomuahod Quello che è più importante, per la comprensione della Spagna di O,l(gi, è quanto racconta Largo Caballero delle rclazion i tra i comunisti e il ,l(Overno di cui egli fu presidente dal settembre 1936 al tnaggio 193 7. Come ministro della ,i;uerra, Largo Caballero aveva per consi– gliere e uomo cli fiducia il generale Asencio. I comunisti tentarono di attirarlo, ma vedendo che era fati– ca sprecata, scatenarono contro di lui una dura campagna, lo accusa– rono della perdita di Malaga e lo did,iararono traditore. (Ottennero anche, più tardi, che fosse impri– gionato). Il Comitato centrale del P. C. ebbe molti incontri con Largo Caballero per chiedergli la destituzione di Asencio. E un gior– no si presentò nel gabinetto del ministro della guerra .... l'ambascia– tore dell'URSS, il signor Rosem– berg, accompagnato dal ministro di Stato, Julio Alvarez del Vayo. Veniva a presentare ·ta rnedcsima richiesta. Largo Caballero lo invi– tò seccamente. ad uscire e a non riparlargli pi,1 della cosa. D'altronde Mosca non fu sola nel tentativo di intromissione nella politica della zona repubblicana. Largo Caballero racconta che il Se– gretario di Stato del Papa Pio XI - cioè l'attuale Pio XII - inviò molti telegrammi al Presidente ba– sco, signor Aguirre, consigliandolo di cessare la resistenza e di fare la pace con Franco, promettendo– gli clic il Caudillo si sarebbe com– portato con umanità e avrebbe ri– sparmiato le industrie di .Bilbao. In un'altra lettera (pag. 206) il dirigente socialista rivela che « a capo dell'aviazione (repubblicana) c'era un russo, sebbene ufTicialmen– te ci fosse uno spagnolo ». La Re– pubblica pagava il materiale e i Russi si arrogavano il diritto « di eseguire o no gli ordini di impiego dell'aviazione su uno dei fronti». Gli ordini erano trasmessi dal mi– nistro della guerra a quello della Marina e dell'Aviazione (Prieto) che ·li trasmetteva al capo del– l'aviazione, il quale a sua volta li comunicava ai Russi. E varie volte l'aviazione non effettuò voli di ri– cognizione o non appoggiò ope– razioni della fanteria. Il l)rctesto era che mancavano di materiale e che quello esistente era in ripara– zione. La situazione divenne talmente critica per Largo Caballero che per essere al corrente di quanto real– mente avveniva sui fronti, nominò ispettori dicci compagni i quali godevano della sua piena fiducia. ·« In tal modo» egli dice (pa– gina 209) « venni a sapere che su certi fronti si avevano delle sim– patie marcate per i comunisti; si distribuivano loro calzature, indu– menti, tabacco e viveri; gli altri erano le cenerentole delle brigate. E questo quan·do non li fucilavano alla sd,iena ». Venne così a sapere anche « che in certi ospedali - co– me prima facevano i preti' e le monache con i laici - non ci si ocrnpava dei non comunisti - questi non erano né curati né nu– triti convenientemente; tutte le at– tenzioni erano per i comu~sti iscritti e per i futuri neofiti ». Le e8perleaze dc•gll u1Cl111I anni Una delle pagine più dolorose del vecchio milit,u1re, è quelli in cui egli racconta ccmc, con l'aiuto della 150I ,tt:i, il governo che suc– cesse al suo si impadronì del lJ.G.T. e lo consegnò ai comuni– sti. Per far questo arri,,arono per- fino a impadronirsi dei telegram– mi e delle lettere indirizzate alla commissione esecutiva che da mol– ti lustri Caballero presiedeva. L'urto tra Caballero e i comu– nisti non ebbe fine con la guerra. Sebbene nel maggio del 1937 fosse considerato traditore, nel maggio 1946 - poco prima che morisse - ricevette la ·visita dei comunisti esuli a Parigi. Li accolse per cor– tesia, egli afferma, e i comunisti si affrettarono a prç,clamare questa visita di circostanza come una ade– sione cli Largo Caballero alla loro politica di «unità» e per tentare di dividere i socialisti. I comitati locali socialisti spagnoli ricevettero in tutta la Francia delle commis- Sebbene invitato a risiedere al Messico e negli Stati Uniti, nel 1939, Largo Caballero volle resta– re in Francia « dove poteva essere ancora utile ad altri esuli meno fortunati di lui». E questo gli co– stò la deportazione in Germania. Ma, senza dubbio, gli permise an– che cl i affinare la sua esperienza, di trarre delle lezioni dalla vita. E di darci con queste « Memorie » un messaggio cli buon senso. l'ICTOR ,ll,BA I GIOl/lll\ll \lEU.llSOCIETÀ SVILUPPI DEL .MOVIMEN studentesco Da qualche te111/10, lt1 Il11mp11 na– zio1lf,le 1 1 11 sem/Jre /JÌIÌ i111ereu1wdo1i agli Jl'il11pJ,i del mo1ù11e1110 s111de111e- 1co nelle 111e due f,iù tipiche esJ;re1- sio11i: 11 auociazione e il .~ionlflle. li Corriere della Sera, /,er borrfl del 10/ito S. M .. Ji è li111il1110 11 dire rhe i giontali 1111de11teschi 101,0, ue/111 mag– gior parie dei caJi, « of/eJe al b1M11 f/.llJ/o ». li Candido ed il Messaggero . '11111110 esp,·euo opinioni t11Mloghe,ma co1111111q11e d notai/li mM certa Jn·eoc– r11/111zioue ed 1111certo iulereIIe che Ii 1·,1 rÌSt•eglùmdo a/101·110 a ciò che gli 1111de11ti, d11 qualche m1110 a q11estt1 parie; 1·,111110 /t1ce11do. E1i110110 l11111a/111e11te in 11111e le ci11à d'/Ja/ù, t1/cr111e ce11ti11ait1 di giornali redaiti dtt 1t11de11Ji, e 1111111e,·01e 1JJ0- ciazio11i: e1pre11io11e di mu, co11111- 11ilà che 1111ole11111/l(n,re JJiil"fJ/NlfJi in t1111hie11te d 111ocr11tico I' 1111ociflzio11e, e1/1reuio11edi l(llfl élite i11tl'flpre11de11/c che t'"ole /1ro111"01•ere la /1re11,di co– JCienzttdi de1ermim11i/Jl'oblemi il t,ior- 111,le,ff"eJle d"e 11u111i/e1tflzio11i dell11 1 1 ittdità del/11 111101·a ge11e,.t1zio11e deno– lflllo che 10110Jorle Jr., i gio1•1111i lll(0l'e eiigen=e che 110111•a11110 né 101/ot•a– l"tate né Jt iJ11/eJe Ii vogliono eJllmi– lltll'e 10110gi111111 l"ce le idee e le 1111i- 111di11i dei giol'ani d'oggi. A·re111renegli mmi immedit1111111e111e J"cceJJit1i alla prima ,ct,11e,·,·a 111011d it,Ie gli J111de111i, f gli dell11borghnia, f11- 1"0110 /rn le fo,·ze d 1 11zio11e del ffluiJ1110, furono cioè /'e1preJJio11edelle /e11de11- ze tmliopernie ed flllli 1ocù,li11e del/a claue dirige11/e dell'epoc11,oggi, 1,e//11 11u1g~e,iora11zt1 dei CttJi, 10,10 111 po1i– zio11i diamelral111e111eoppo11e. Oggi, 1op,·tt1111110, gli s111de111i un- 10110 la neceJJittì di unti proprit, ini– ziativa, 1en10,10 la 11cceJJittì di fm· 1e11tire JNJ/a vitt~ Jocit,le del /JtteJe il /,eso dellfl propri11azio11ede111oa11- 1ic11. Al Co111'ef!.IIO dei giornflli d 1 /11it1110, /e11"101i nell'aprile Jcor10 tJ Boloxna, Ji disome 11/1111go 11dl11 •11lidi1à delle due formule, l!,io,·11nle d ai1ocit1zio11e, 111 cui al/11a/111e11/e J?.li 1111de111i co11- ce111r11110 i loro 1/orzi. L11iJ1.i Pedrazzi, JIII « /1111li110 » (11. 32, gi11f(110 1954), f11ce11do eco agli i111er1•e111i dei gionmi miltmeJi che e1po1ero in quel co111·e1u10 le lo,·o es/1erie11zeaSJociatire, indirti 11e/lt,for– mula t1JJocit,1ir•t1 e11twlt1 in 1110 iu Lo111bm·dù1 e i,, 1pecial modo tt Miltt- 1101 lo JChe111t1 più 1 1 t1lido di iuizia1i1111 illleJtt ad i111rod"rre i Jiitemi demo– cratici fra i J!,ior 1 1111i. li meri/o di ff"eJ/e flJJOciazioni siti effe11it•1m1e111e11ell'a1•ere i,11,·odo110 nella .rcuolr, "111i11izit11it•ttllllonoma de– J?.lis111de111i: gli studenti 11·01•t1110 1el– /'elimiuazio11e del /N1/en1t1liJmo dei Jl(– periori e 11ell' 11111011omia de/111 loro 1 i11izù1tÌl 1 11 111111 s/1Ù1/t111ll'atq"isiziu11e delle facoltrì di ,1111ogovemoe di re– spo11Jt1bi/ità. li /allo che 1111111e,·osi flro/euori e /,reiidi dubitino 111110mche i ragt1zzi di diciaSJelle t11111i1hbia110 ltt Cfl/Jacilà di pre11deredelle i11izi"1i,,ee di por– l11rle111·:mli correl/(UlleJJle(vedi la ce11- s11rt1Jlti ma11ife11ia//iSJi t/a/Je t1IJ0- ciflzio11i nei licei, e ifl ce11111rt1 pre- 1•e11/Ìl't1 impo1/t1 i,, p,1JJalo ttd alami giornflli 1111de111euh1) indica chiflrame11- te lt, J/rttda 1baglial11JU Cl(i Ii 1/ll{(J– /'0110111110m le ,,/te sfere dellfl J111bbli– c11iJtr"zione: lmlltll'C da «immaturi» dei giot•tmi che do1'rfll1110 e11tn,re nella 1•itt1dopo t111erePttJJato 1111 e1ame che 1i chit1111a « di maturità», è sollo 1111 · cerio p,11110di visiti co111radditorio. /11 q"eJtu 1it11azio11e,porre gli 1111- de111i 11e/Jecondizioni di eJercilfll·e un loro piccolo au1ogo11emo b,w,10 rnl– /' 11p/1licazione dei metodi democrt1tici 1 è gitÌ "" fallo 11ote11olissimo. A qunto punto noi osservÙtlll<Jche introdl(rre 11ellt1sc11olt1deJerminflli 1i- 11emi d 1 flttlogo1·en10 democratico, 11011 b(t!ltl 11fare della democmzia. Lt, democrazit, 11011co,uiJJe 1oltt111- lo 11e/l' eJercizio /oruudc del 111e1odo democrfllico: J1eressere democratici non btula 11011u111reil 111a11gmzello, diu11- 1e,-e ch 1 ilme11/e e prue11tar1i ·candidati alle elezio11ii1111ece di pre11dereil po- tere co11 la forztt. · EJJere de111ocrfltici 1ignifica anche m•ere couie11zt1 di determinali proble– mi, e ba11er1iper determinati ohiettit 1 i. Co1ì. ad nempio, 110n è democratico chi ha in sè ie11ti111e11ti retrit1i di a111io– pert1Ùmo, 11011è democmtico chi è maccarth)•Jtfl, chi 1a che ci 10110 mi– lioni di oper'ài unza lavoro e di con– ladini 1e11zaterra e pe111t1che il 111i– )!.lio,·1iJ1ema per t1cco11tentarliJÙlquel– lo di comprare mitra alla Celere, chi Jtl che 111e1àdel/' llt1lit1 è ri111a11a tti medioe110 e pe111a che Jia eJClu1it 1 a– me111erolpt1 dei 111eridio11aiiche 11011 hanno 1 1 og/i11 di lt111orare. Co11111110 questo 11oglia1110 dire che 11e//11 ,11111ale Jlrt1//11radelle 11uoci11- zio11i 1111de11teuhe1•edia1110 ..1111 limite. Se Ji 1·11ole animare le t1JJociazio11i 1111de11Jhche di 1111a vilt1lità 111101•a, bi- 1og11a i111rodurre uel foro 1e110la di– JC11JJio11e d i problemi ,•itali dell1111a– zio11e. bi1ox11apro11111011ere lt1 preJa di coscienza da parte dei f!.iot•anidei pro– blemi 11azio11ali,11011 limilani ad 1111 - 1ù1 /Jure {econdo - nercizio dei metodi democratici. I../ associt1zio11e 11011deve chiuderli 11elten-ore della poli1ic11: deve /1i11110- r10 introdurre nel /1ro/n·io Jlttlu/o come sco/10 /011da111e11111le quello di 1pi11ge- 1·e I" dùrnssio11e e lo studio dei pl'o– blemi del 1110111e1110. GIU CARLO BUZIO

RkJQdWJsaXNoZXIy