Nuova Repubblica - anno II - n. 13 - 5 luglio 1954
Fuoco suoli studenti a Boòotà DOOOTA', giugno D 001c1 studenti sono caduti sotto il piombo della polizia e del– l'esercito sulle strade di Bogotà. Il regime della « pacificazione na– zionale > svela ormai il suo carat– tere di brutale dittatura militare e celebra l'anniversario della sua in– staurazione nel sangue di feroci re– pressioni. « Non più sangue, non pili vio– lenze tra i figli di una stessa Colom– bia immortale > aveva detto un anno fa, la notte del 13 giugno 1953, il tenente generale Gustavo Rojas Pi– nilla, assumendo il potere dopo aver abbattuto con un colpo di stato mi– litare la dittatura falangista del dr. Laureano Gomcz. Gustavo Rojas Pinilla era già da alcuni anni Comandante delle Forze Armate del regime falangista di Gomez. Erano diretti da lui i feroci rastrellamenti contro le forze della Resistenza, i massacri indiscriminati contro popolazioni civili sospettate di aiutare la guerriglia, le esecuzio– ni in massa, le torture, gli incendi e distruzioni di interi villaggi, con cui il governo conservatore tentava di « restaurare l'ordine > in Co– lombia. La cricca reazionaria che, dopo l'assassinio di Gaitàn, si era impa– dr:onita della direzione del Partito Liberale temeva le masse popolari liberali più di quanto temesse la repressione criminale dei Conserva– tori. Sapeva che il liberalismo po– polare, ispirato e organizzato da Gai– tàn, non avrebbe accettato facil– mente la restaurazione di un gover– no oligarchico, sia pure con etichetta liberale. Non per un cambio di oligarchie cinquantamila partigiani avevano preso le armi. Le masse liberali, i militanti della Resistenza, i contadini cacciati dalle loro terre dalla violenza falangista, gli operai che nelle città erano af– famati dall'inflazione crescente e privati del diritto di sciopero e di ogni forma di difesa, gli intellettuali e impiegati perseguitati, privati del loro lavoro, non potevano volere il ritorno al passato. In occasione della commemora– zione del 9 aprile, anniversario dell'as– sassinio di Gaitàn, i dirigenti liberali dichiaravano con impudenza che le aspirazioni del tribuno popolare era– no state realizzate dal governo Rojas Pinilla. In questi giorni svolgevano una « pacificazione > con cui abdi– cavano ad ogni eventuale residuo di trattative col partito conservatore per dignità, e in un banchetto in onore della direzione del partito avevano ancora una volta superato se stessi in adulazioni da basso impero. Ciò era possibile per il disorien– tamento delle masse, il cui malcon– tento non arrivava a8 esprimersi in forma organizzata, per la disorga– nizzazione delle forze della sinistra liberale. Molti dirigenti liberali di sinistra sono ancora in prigione o in esilio, e l'oligarchia non sj preoc– cupa certo di premere sul governo perché mantenga la sua promessa di un'amnistia, come del resto tutte le altre sue promesse, che ha siste– maticamente tradito. Ma indubbiamente il malcontento popolare era cresciuto sempre più negli ultimi mesi, sia per l'enorme aumento del costo della vita sia per il fatto che, col trascorrere del tem– po, era sempre più evidente che il governo era deciso a restare al potere e a non ristabilire la nor– malità costituzionale. Questo era anzi arrivato a riconvocare la « Co– stituente > ultrareazionaria nominata a suo tempo da Laureano Gomcz per– ché « eleggesse > presidente per altri quattro anni l'attuale dittatore. La direzione liberale, di fronte a questi metodi cosl « democratici >, non ave– va osato protesta.re , e solo si era limitata a supplicare umilmente che le fossero assicurati alcuni seggi nel– l'assemblea « rappresentativa > nomi– nata dal dittatore, non per discu– tere, naturalmente, ma solo perché i suoi uomini potessero avere l'ono– re di partecipare alla rielezione, una– nime, dcli'« uomo della provvi– denza>. Gli episodi di questi giorni espri- NUOVA REPUBBLICA mono per la prima volta ampiamente e apertamente un'opposizione popo– lare cl.e non può più essere frenata dal tradimento di una direzione. L'8 giugno gli studenti dell'Uni– versità di Bogotà avevano voluto commemorare, come tradizionalmen– te facevano, la data in cui 25 anni pritTia, uno studente era stato ucci– so dalla polizia, e in cui la loro protesta aveva provocato la caduta di un governo reazionario. La commemorazione non era stata proibita, ma sorse un incidente con la polizia. Questa aprl il fuoco e anche questa volta cadde uno degli studenti. Ci furono manifestazioni di pro– testa, ampiamente appoggiate dal– l'opinione pubblica. Il governo, che vedeva in pericolo la famigerata un:..– nimi tà, proprio nei giorni in cui avrebbe dovuto commemorarsi l'ini– zio della « rigenerazione >, fece dap– prima dichiarazioni demagogiche, fingendo < comprensione > verso i giovani, ma quando vide che le ma– nifestazioni continuavano e si allar– gavano, fino a costituire un'inizio di mobilitazione popolare, ebbe paura e ricorse alla repressione aperta, fa– cendo aprire il fuoco da reparti del– l'esercito. Altri dodici studenti sono stati uccisi, tra cui un giovane peruviano che ha cosi testimoniato l'unità dei popoli dcli' America latina nella lotta contro gli oppressori. Per il momento non ci si può illu– dere: il peso della repressione orga– nizzata dalla dittatura non può essere scosso da una protesta improvvisata e isolata. Ci vorrà ancora del tempo perché le forze popolari si mobilitino e si organizzino su scala nazionale. Ma quello che fin d'ora è senz'al– tro caduto è il mito dell'unanimità, è il crisma di pace e concordia che la destra liberale si era affannata a porre sulla fronte del dittatore deifi– cato. Le masse liberali sanno ormai che cosa significano le ipocrite di– chiarazioni di « pace, libertà e giu– stizia > di questo regime. Si riapre l'orizzonte. A Bogotà si muore, ma ancora una volta si com– batte per la libertà della Colombia. Dopo un anno di ipocrisia e di corruzione, i martiri di questo giugno segnano l'inizio di un nuovo periodo di storia colombiana. CARLOS GO~ZALES Rl\"ERA Ma per l'oligarchia liberale la difesa dei suoi privilegi contava mol– to più di quella lotta per la libertà' cui pure ipocritamente si dichiarava decisa. La direzione del partito ave– va lanciato una parola d'ordine d'in– transigenza: < dignidad y fè >. Ma mentre migliaia di liberali morivano sui campi di battaglia della Resi– stenza o nelle prigioni del re11ime, Appellodelle donne colombiane i dirigenti del partito, quando non facevano tranquillamente i loro af– fari, spesso lauti, si limitavano a qualche formale protesta sui giornali e, soprattutto negli ultimi tempi, preferivano mettere al sicuro all'este– ro la loro preziosa esistenza. Di fronte al colpo di Stato, non persero l'occasione. Proclamarono solennemente che si doveva credere alle promesse di Rojas Pinilla e riu– scirono ad indurre la maggior parte dei partigiani a consegnare le armi cd arrendersi al dittatore. Niente era cambiato dei metodi di governo. Gli stessi ministri del regime laureanista formavano il go– verno. Nessuna più elementare li– bertà era stata restituita al popolo colombiano. Non si erano neanche liberati i detenuti politici. Di fronte ai /atti accaduti nella capitale della Repubblica 1'8 e il 9 giugno, noi donne colombiane ci uniamo in un atto di commossa soli– darietà al dolore delle madre i cui figli sono stati uccisi in modo irre– sponsabile nella loro stessa casa. e sulle strade della città. Il cuore del– la donna colombiana sente ancora un'l, volta la profonda amarezza del– la disperazione e l'infinita angoscia dell'avvenire. Ma al dolore di que– st'ora si unisce il sentimento di ri– bellione che suscitano in noi questi atti di barbarie, di irresponsabilità e di ingiustizia. Gli studenti, che armati solo di libri e quaderni, percorrevano le strade in una manifestazione di do– lore, ,ion f)otevnno, ci sembra, minac– ciare l'ordine difeso da mitro!(liatrici e carri armati, e nessuna scusa può attenuare la mostruosità della trage– dia. Non saphiamo quale sia la nuova versione ufficiale del fatto che sca– tenò il massacro del 9; la prima, data da ministri e generali. è stata smentita dopo quattro 11iorni dal suo autore, il ministro della Giustizia; ma né questa, né nessuna altra può giustificare che si ·sia aperto il fuoco su studenti, donne e bambini inermi. La gioventù, ancora incontaminata, • ci sta dimostrnndo che per essa, più che una soddisfazione materiale, co– me quella che le si offri dinanzi al cadavere di Urie/ Gutierrez, vale il sacrificio romantico della vita per un grido di libertà. Ministri che fanno davanti al pae– se false dichiarazioni non possono garantire la vita dei nostri figli; rono necessari uomini di vita pura, se in buona fede s·i vuole tornare a quella che fu la Colombia. Il Pre– sidente vuole offrirci pace, giustizia e libertà. Chiediamo libertà, prima ancora che pace e giustizia. Dopo anni di continua tra!(edia il popolo Colombiano ri è ormai abi– tuato alla sorpresa della morte, ma queste intelli~enze !(iovanili falciate senza rnoione hanno commosso il cuore delle donne dnll'uno all'altro estremo della Repubblica. Non è fa– cile t,rendere in con,idert1zione i con– sii!li del ministro dell'Educazione, che ci chiede di continuare a vivere nel– l'ordine e nella prudenza; il cuore delle madri che soffrono non si può consolare con condoRlianttJ di pram– matica né si rnsul!na ad inchieste a ttJmbo indeterminato. In nome di questo cuore ingiusta– mente ferito non chiediamo, ma ri- vendir.hiamo, una vitn nuova. • Bogotà, giugno 1954. 3 LmEREDALL' AMERICA TRUMAN Di' LECONSE per la battaglia d'antnn NEW-YORK, giugno A I primi di maggio l'ex-Presi– dente Truman aveva lasciato la sua casa nel Missouri e se nf' era venuto a Washington: in gita di piacere, aveva •detto agli amici, non per occuparsi del suo successore Ei– senhower il quale aveva dato chiare indicazioni di non volerlo incontrare. Tra un ricevimento e l'altro, tra una passeggiata e l'altra, Truman ha tro• vato però il tempo di fare tre di– scorsi nei quali ha trattato di tre ar– gomenti principali: i diritti e gli ob– blighi del Presidente della Repubbli– ca, la politica estera, e quella econo– mica. Fra poco più di cinque mesi ci saranno le elezioni (Camera dei Rappresentaòti ed un terzo dei sena– tori vanno rieletti). Truman ha dato le consegue per una campagna elet– torale che può benissimo trasformare la debole maggioranza Repubblicana nel Congresso in una forte maggioran– za Democratica. Sulla questione pre– sidenziale, Truman non transige: è per la Costituzione. cioè per la divi– sione dei poteri e l'autonomia go– vernativa: vede in McCarthy, il qua– le cerca di sottoporre il governo al Congresso, un nemico della Costitu– zione. In quanto alla politica estera, è in favore di quella inaugurata nel , '46 e continuata, con la collaborazione di molti Repubblicani, sino alla fine del '52, quando è stata sostituita non da una diversa politica estera ma da una paralisi, dovuta al dissidio tra l'isolazionismo della maggioranza dei Repubblicani e l'interventismo di Dulles che solo una minoranza è di– sposta a seguire. Questioni costituzionali e di politi– ca estera, per quanto fondamentali, sono d'importanza secondaria per la maggior parte dei cittadini. che ,i ttatti di conservatori o di liberali, di newvorchesi o di californiani. I pro– blemi economici sono invece sentiti direttamente. Nel suo discorso « eco– nomico » Truman ha probabilmente esa,Rerato la gravità del malessere che si è diffuso in molte categorie di pro– duttori americani. I! un fatto però che a quattro anni di espansione, di prosperità sempre ma_ggiore. di red– diti che aumentavano per i detentori di capitale come per i lavoratori, si è venuta sostituendo da quasi un an– no una stasi che in alcuni casi ~ anche un rinculo. Recentemente il ministro delle fi. nanze di Eisenhower aveva spiecato il concetto principale della politica economica federale: aiutare i produt– tori (in pratica, il capitale) a pro– durre di più; producendo di p1u, si imoiegano più persone, aumenta il reddito dei consumatori, ecc. Truman non è d'accordo ( e con lui non sono d'~cordo i grandi sindacati, gran par– te de~li ai;:ricoltori, della piccola in– dustria, ecc.). Per lui (cioè per il l'artito Democratico) occorre comin– ciar-e dove i Repubblicani vorrebbero finire. « Dobbiamo rafforzare l'econo– mia americana alla base - ha dichia– rato; e la base è rappresentata dalla capacità di acquisto dei consumatori. Dobbiamo elevare il tenore di vita della nazione per poter assorbire quel– lo che l'industria riesce a produrre•· I! sempre il solito problema. C'è un· divario di circa venti miliardi di dollari (è la cifra usata da Tru,nan) tra quello che l'economia americana di oggi può produrre, e che deve pro durre, per pagare salari, profitti e imposte, e quello che i cittadini pos– sono spendere. Venti miltJrdi in u1.a economia che nel 19H ha prodotto beni e servizi per un totale di )58 miliardi non sono forse un gran <he ma occorre trovarli~ altrimenti la mer ce si accumula nei magazzini e dopll un po' di tempo l'industria inter;, comincia ad andare a rilento. Truman ha riassunto il progrnmma Democratico in sei punti. In p·,mo luogo occorre aumentare di tre mi– liardi di dollari le spese federali che si trasformano immediatamente in red– dito per un certo numero di lavora– tori; lo scopo si ottiene c_ostruendo strade, scuole, ospedali, case, svilup– pando le fonti di energie. In secondo luogo occorre aumentare da 600 ad 800 dollari il reddito minimo che è esente dall'imnosta sul reddito; que– sto sarebbe sufficiente ad aumentare di quattro miliardi e mezzo la somma che i consumatori possono adibire alle loro spese. In terzo luogo occorre ri– tornare alla ·politica di un sussidio generoso per gli agricoltori il cui reddito dovrebbe essere aumentato di almeno un miliardo. In quarto luogo è necessario che i sindacati obblighi– no le imprese industriali ad aumentare i salari ( « se il pubblico non com• pra, ha detto Truman, la Generai Mo– tors non vende »). Aggiungendo a questi quattro punti un aumento del– l'assicurazione contro la disoccupazio– ne e un aiuto federale a chi si vuol costruire urfa nuova casa, si ha nel suo insieme un programma moderato ed allo stesso tempo capace di dare ai Democratici una maggioranza in novembre. Non mancano arc:omenti teorici e pratici in favore sia del pro~ranma Repubblicano (aiutare l'industria) che di quello Democratico (aiutare i con– sumatori). Vi è però una differenza, che avrà la sua importanza in no– vembre. Eisenhower aveva presentato in eennaio al Conr,rec.c::o 110 oinno per molti a11;,octti rat?ionevo1e. Coc::;1 è s11c– cesso del piano? niente! L, paralisi che colpisce la Politica estera. colpisce an– che la politica interna. Il Partito Re– pubblicano dà l'imoressione di essere troopo diviso per poter seJ:tuire una 111a politica (i Democratici sono divisi anch'essi, ma hanno il vant:H?J.!iO di un s;?rosso centro - il centro tru– maniano - che può iiznorare sia la destra dei conservatori meridionali che la sinistra socialiste11P.iante del– l'A.D.A.). La divisione nel Partito Re– pubblicano è vecchia: è il partito del capitale ed è anche il partito di Lincoln. dell'm?u:t,,Jianza per tutti in un sistema di li~rismo ra,::ionevole. Eisenhower appartiene, o ,,orrebbe ap– partenere, alla tradizione di Lincoln: per la ma,R~ioranza dei diri,1tenti del suo partito Lincoln è un sovversive, pericoloso. Il dissenso tra le due ten– denze ha 1tià altre volte fatto perdere le elezioni ai Repubblicani: si v,drn in novembre se alle precedenti occa sioni se ne aggiungerà un'altra. llAX SAl,VADOIII
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