Nuova Repubblica - anno II - n. 9 - 5 maggio 1954

6 GRUPPI al lavoro Celebrazioni Resistenza Il nostro Movimento ha parteci– pato dovunque alle celebrazioni del Decennale della Resistenza. In alcu– ni centri, le locali federazioni del PSDI, mostrando un incredibile spirito settario, hanno posto il veto alla celebrazione unitaria affidata ad cspon('nti del nostro Gruppo. Hanno parlato, fra gli altri, PARRI a To– rino, GREPPI a Verona, CODI– GNOLA a Padova, ALONZI a Lec– co, VASSALLI a Roma, BO IFOR– TI a Firenze, BO TURI ad Asco– li, Satriano e Luccra (Foggia). PADOVA cl pomeriggio del 25 aprile una riunione dei nostri compagni ha avu– to luogo in occasione della presenza di Codignola a Padova per le cele– brazioni della Resistenza. Sono stati minutamente esaminati i problemi organizzativi e politici d'immediato interesse e le ulteriori prospettive di lavoro. Il gruppo di Padova sarà presto in grado di dare inizio ad una serie organica di conversazioni e cli dibattiti pubblici. La sera del 28 u. s., il Comitato Direttivo ha ritenuto opportuno ri– volgere un invito a11a Direzione del MAS affinché si faccia promotrice di assemblee delle Sezioni e dei grup– pi locali, per la questione della C.E.D. Il Comitato considera indi- 1pensabile che il Movimento esprima il suo proprio orientamento ufficiale riguardo a questo importantissimo problema. VERONA Il 24 aprile il gruppo veronese in– disse la prima manifestazione pub– blica dell'anno con la conferenza del compagno Tristano Codignola sul tema « Prospettive della sinistra democratica italiana>. Una riunione del gruppo di An– cona ha avuto luogo nel pomeriggio del 26 aprile alla presenza di Codi– gnola. Vi hanno partecipato nume• rosi compagni della provincia. Sono stati esaminati problemi politici ed organizzativi locali. PONTEBBA (Udine) Organizzata dal compagno chia– vi ha avuto luogo a Pontebba, Do– menica 25 aprile, una riunione cui ha partecipato una ventina di com– pagni circa. Erano presenti i com– pagni Zancancr e Ciani, ciel Comi• tato Provinciale di Udine. .E: stata discussa la posiziom• del MAS nell'attuale. contingenza politi• ca e sono state tracciate le direttive cli una concreta opera in quel cen– tro. Molti e calorosi gli interventi nella discussione. PIOMBINO Si sono tenute a Piombino riunio– ni di gruppo e discussioni alle quali hanno preso parte anche giovani simpatizzanti. t stato esaminato il contenuto di < Nuova Repubblica> e interessanti critiche dal punto cli vista socialista sono state avanzate e approvate. Responsabile ciel gruppo di Piom– bino è stato confermato il compa– gno Pietro Bianconi. con la collabo– razione del compagno Dino Marchet– ti. 11 compagno Bianconi ha tenu– to conversazioni cli carattcrt' sinda– cale esaminando la posizione elci vari partiti e movimenti socialisti di fronte alle organizzazioni sindacali e il loro contributo alla lot!a citi lavoratori. Queste riunioni hanno mostrato la. volontà del gruppo di inst.-rirsi più fattivamente nei problemi di vita cittadina e la necessità cli una sede stabile, ostacolata purtroppo dal per– manente stato di disoccupazione di molti compagni e da una situazione economica locale disperata. PISA Si è messo al lavoro un gruppo di universitari ciel MAS. Responsabile provvisorio ne è il compagno To• gnetti (Via Fiorentina 150 - Pon– tl'dera). NUOVA REP,UBBLICA LA PAROLA AI COMPAGNI UNA DOMANDA di Pino Tagllazuccbl I l tompagno Lalli, su Nuova Re– pubblica del 5 mnrzo, pone u ,ra di quelle domandine, che senza parere, gettano sul tappeto un intrico tale di problem.i, - storici, sociali, politici, ideologici - che davvero non si sa dove mettere le mani. Ripren– diamo perciò la domanda - « perché il socialismo in Italia non riesce a guadagnare la fiducia degli eletlori al di fuori dei partiti?> - non per tentare una risposta in mezi"a pagiua dove ci vorrebbe un libro, ma per articolare, possibilmente, la doman• da in più problemi pri11cipali e pas– sarla poi ai compagni. Si tratta, i,1 def{nitiva, del perché il M AS esi<le e dei suoi com.pili e una discuJJione è interessante ed 1,tile. A nzitulto avvertiamo c/1.e Lalli po– ne la domrnda in termini politi– cizzati, dove, invece, il problema è molto più ampio di tuia semplice questione politica. li una questio,u culturale - ad esempio - dato che nessuna ideologia conquista veramen– te se non è operante in ogni campo - e non sappiamo quanto ena abbia operato sinora nel campò della cui• tura -. f:..• una questione sociale, da'o che, dagli attni che videro le or;me leghe, la slratificazione della società italia,ia è diventata sempre più com• plessa; e dato che, in Italia, siarro ancora in fase pre-capitalistica. P: una questione economica, perché, ad esempio, la disoccupazione ritarda lo sviluppo di un socialismo che ci..~– venzionalmente chiamiamo « demo– cratico> ta11to per differenziarlo da un altro che convenzionalmente chia– miamo < dittatoriale >. Ma c'é un altro aspetto che, a nostro parere, tocca più da vicino la domanda. Nenni, qualche anno fa, scrisse qualcosa sull'« Avanti!> circa l'« tuiima bakuninista > della m.assa proletaria italiana; e questo ci pare il pu11to. Il proletariato ita– liano ha comincialo a ragionare in term.ini tli classe irltorno all'82 quan• do Bakunin era in Italia, e ha co• m.iriciato a balbettare le sue prime parole con la voce di Malatuta, di Costa ecc., anarchici. Di più: ha concepito 'il sociali.Jm.o da fuori so– cietà, perché era in quella posizione (non aveva ancora il voto, ad uem– /Jio, e chi non ricorda le batta1tlie intorno al problema se i socialisti dovevano votare o no?): e poiché la claHe dirigente italiana è tra le più idiote, è ancor o.su~ i per metà fuori o almeno in posizione di citta– dintrnza di secondo grado. ln queste condizioni l'incontro non con alcuni intellettuali borghesi che, in genere, ,ipudia,io In propria classe, m.<1 cou la grande massa piccolo-borghese (specialmente quella dei lavoratori impiegatizi e dei ternici) è difficilis– sima. Non solo, ma lo esperimento nella società, senza che ne derivi un acquietamento rinunciatario delle istanze rivoluzionarie (senza le quali ci si trasferisce su posizioni radicali anche operanti, ma ben poco socia• liste), dive11ta una operazione deli– cata. Da ciò la famosa questione, quasi banale delle due anime del sociali– smo italiano. Da ciò la formazione di un partito comunista che, rigido in una posizione di incoercibile op– posizione propone continuamente al• lettamenti leninbakunin • lrouchùti (mentre, in realtà, ha ampiamente superato, e bene, secondo noi, gucsta fase politico-ideologica); e, dall'altro lato, il continuo tentativo di operare immediatamente nel quadro della società attuale, di agganciare ad un programma concreto il ceto medio, di porsi quale macchina propulsiva di un'azione 1iformatrice a vasto raggio, come in altri paesi; con i co1Heguenti fallimenti. Ora è evidente, a nostro parere, che il problema è specialme11le ideo– lopico. Noi rifiutiamo una concezione dittatoriale dello Stato - poiché a tale e non tdla dittatura del prole– tariato e nemmeno del partilo, è arrivata la pratica comunista - per– ché ci manieniamo fedeli ad ro,'istan– za di libertà e di rivoluzione libe• rallte. Ma ,io,i possiamo per questo accettare la tesi di coloro che scam– biario questa istanza per una accet– tazione del sistem.a democratico bor– ghese e ci si accucciano dentro. Dobbiamo insomma uscire dnl di– lemma: socialùmo-dittatura, sociali• smo-democrazia borghese. E soltan– to quando avremo impostato chiara– mente i termini del problenia, quan– do avremo tentato le prime soluzioni che siano pienamente rispondenti alla realtà sociale italiana potremo tentare di proporre quel « modello di Stato > che superi la dittatura senza cadere nella «democrazia>, c)te superi la « democrazia >, senza cadere nella dittatura. Solo in questo modo esso attira non tanto degli elettori, quanto una massa di cittadini che già nel 1945 avevano cercato riel socialismo l'ele– mento politico ideologico nuovo. CANDIDO O ...DELL'INTOLLERANZA di Antonio Rivolta T E nume recenti misure vessatorie della polizia, in fatto di culti re– ligiosi, offendono la nostra li– bertà di cos<:ienza. Essa· è sancita in modo chiarissinÌo dalla nostra Costitu– zione, la quale afferma all'articolo 8: • « Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere da,·anti alla legge»; e all'art. 19: « Tutli hanno diritto di professare.: liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in pubblico o in privato il culto, purché non si tratti di riti con– trari al buon costume». Come si "ede, le disposizioni sono così chiare che non si può obiettare nulla, e le persecuzioni ordinate dai questori contro le associazioni reli– giose sono un vero e proprio arbitrio, che lede profondamente il diritto del cittadino. Né si può controbattere che, fino a quando le disposizioni della Costituzione non saranno codificate da leggi specifiche, rimangono in vigore le precedenti disposizioni (in questo caso la legge fascista del 1929 n. 11~9). Vi sono gi:ì parecchie sentenze della Cassazione che dichiarano abro– gata ogni disposizione di legge in contrasto con l'art. 19 della Costi– tuzione. Ma di questo parere non è stato, ad esempio, il questore di Li– vorno, il commendator Marzano, che in un'intervista concessa ad un giornale fiorentino, a giustificare la sua perse– cuzione contro gli aderenti alla « Chie– sa di Cristo». dichiarava con tutto candore ( Ca11dido o... d'e/1' i11101/era11- za): « c'è a Roma una Direzione del culto, di cui per legge bisogna tener conto». Ora la Direzione del cultò di Roma, giacché è in contrasto con la Co– stituzione, può chiudere i battenti, e i commendatori che vi seggono in pol– trona possono passare in altri uffici, se vogliono continuare a godere dello stipendio. Ma, oltre a questa pere– grina giustificazione del suo sopruso, il commendator Marzano tirava fuo– ri l'art. 18 della legge di pubblica sicu– rezza che riguarda le riunioni pub– bliche. li commendator Marzano, o è poco aggiornato, o fa confusione. La Costituzione distingue riunio11i in luogo pubblico, per cui 110n è 11eceJJa– rio chiede,-e I' aulorizzazione, ma sem– plicemente dare il preat 11isot11le t111- Jorilà, e ,·iunio11i in luogo aperto al p,/r,b/ico. Per le riunioni in luogo aperto al pubblico, la Costituzione sta– bilisce che non è richieslo preav11iJo. Questa disposizione è stata dichiarata· prece11iva da una sentenza della Cas– sazione: essa cioè va applicata senza altro, e non c'è bisogno di una legge esplicativa o normativa, Ma di tutto questo i questori, come quello di Li– vorno, erano e sono evidentemente al– l'oscuro, e a coprire il loro arbitrio fanno appello ad una leAAe fascista 1 Diretto dal compagno Antonio Greppi, seguì. vivo cd interessante il dibattito, a cui parteciparono alcuni esponenti del PSI (Rlsmondo, Mcne– gozzi, Lunardi), nonché del PSDI (Carraroli) e della DC (Salvi), e al– cuni democratici e socialisti indipen– denti (Tamponi, Pasquali). Dopo che il segretario nazionale del MAS ebbe riassunta la discussione e ri– sposto a tutti gli interventi, il com– pagno Greppi chiuse il dibattito, pronunziando nobili cd ispirate pa– role. Poche sere dopo, una pubblica conferenza tenne pure il compagno Paolo Vittorelli. E~li parlò della crisi cle1la democrazia e del sociali– smo e trarriò un quadro nitido e preciso t'lc~li svol~imcnti politici dal– la caduta del fascismo ai nostri gior– ni. La sua esposizione diede luogo ad un altro vivace e fruttuoso dibattito. LE « LEGGI D VINE>> DEL DOTI. COSTA Di fronte a tanta insensibilità delle autorità periferiche. il cittadino si do– manda: questi arbitri sono ignorati dal Ministro degli Interni, e quindi la responsabilità di questi atti ricade sui questori, contro i quali il citta– dino può avvalersi dell'art. 28 della Costituzione, secondo il quale « i fun– zionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le lel!gi 1 penali, civili e amministrative. detdi atti com– piuti in violazione di diritto »? Op– pure q__ueste•persectflioni odiose sono autorizzate dal Ministro degli In– terni, e quindi ne è egli il respon• La riunione fu presieduta dal compagno Ferruccio Albarelli. Ai settimanali convegni di studio era intervenuto il 15 aprile il com– oa'tno Piero Calcffi. che aveva oar– lato delle caratteristiche e della fun– zione del nostro movimento. In quella occasionr gli inviti erano stMi rstesi ad ~kuni e1-ooncnti del PSI. del PSDI. della sinistra della DC e della F.U.r.. T. Il se'(retario provin– ciale del PSI. dott. Gino Bertoldi. r gli altri ospiti presero parte t11la discussione e manifestarono il loro compiacimento per l'iniziativa, prrc;a dal ~ruppo. di or'!anizzarc questi in– contri fra socialisti delle diverse for– maziorù e democratici di vario oricn• lamento. Come era stato preannunciato. il compaQ"no Antonio Crepoi ocr in– \'ito del Sindaco pronunciò il discor– so ufficiale nrJla manifestazione cclr– brativa del 25 aprile. I partiti del C.L.N. e le associazioni partigiane si erano accordati, grazie alla me– diazione del Comitato per la difesa dei valori della Resistenza cd all'in– tervento del nostro gruppo, di affi– dare al Sindaco l'organizzazione del– la manifestazione unitaria. .,..--, ~~; ✓ ,.. - - È Dio che lo vuole ! ... (Ois. cli G. Gocchia) sabile? · Questo nubbio ce lo possono scio– gliere i liberali e i socialdemocratici che sono al governo. Ad essi noi ricordiamo che la libertà è una sola, anche se si articola in diverse spe– cie: politica, religiosa, di stampa, di sciopero, ecc, e che va difesa sem• pre, ogniqualvolta è ferita o soffocata. Non pensino che la tolleranza reli– ~iosa interessi solo una esigua mino– rariza: la libertà religiosa è la più grande conquista dei tempi moderni •~ è, si capisce, la madre, la fonte di tutte le altre libertà. Sarà bene che e-;si tengano presente che il popolo ~iu– dicherà, sì. la loro opera riguardo ai ,grandi problemi politici ed economici (disoccupazione, costo della vita, salari e stipendi. difesa della lira, lotta contro le evasioni fiscali, approvazione della CED, Trieste, ecc.); ma li J!iudicherà anche da tante altre " oiccole cose " : ingiustizie locali. soprusi e arbitri delle autorità periferiche. raccomandazioni ed esclusioni per ragioni politiche e reli– giose, mangerie piccole e grosse. ecc. Sono oue.:;te piccole cose che spie– gano, tra l'altro, il risultato dd 7 giu– j!nO, e spie1?ano anche perché a1?li al– leati della D.C. molti elettori hanno voltato le spalle.

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