Nuova Repubblica - anno II - n. 3 - 5 febbraio 1954

NUOVA REPUBBLICA 3 La " poesia ,, dellafamiglia patriarcale « e allora andate dal prete a far– veli mantenere ». Pronta allora a imprecare contro il prete e gli er– rori commessi; ma chi può sapere che passa nel cuore dei poveri? Ero umiliato io del loro umiliarsi; i poveri non hanno dignità ptrché la fame non lascia dignità; i poveri non hanno idee proprie, ma quelle che presentono possano piacere a chi potrebbe aiutarli. Sospetto que– sto, condiviso dal parroco, quando tristemente mi confidava che, aven– do interrotta l'abituale beneficenza per la ristrettezza dei tempi, non vedeva più i poveri in Chiesa. TERRUGGIA, 1953: nessun figlio I Fl6LI DEL SBBBTO UNPARROCO. S NT U n inaspettato decreto ministe– riale mi destinò a P. Da tempo ero persuaso che l'eco– nomia italiana non si sarebbe libe– rata dalle pastoie feudali, corpora- • tive e monopolistiche che la soffo– cano, se non si fosse spezzato il circolo vizioso: incremento incon– trollato di natalità-disoccupazione; ma solo a P. mi convinsi che il Birth Contro/, ancor prima che una necessità dettata da ragioni econo– miche, è un problema di umanità. P., fra quelli della Bassa Pia– nura Padana, è consideralo uno dei paesi che stanno meglio. Non ci sono disoccupati, perciò non è un paese povero; ma a parte che la disoccupazione viene annullata con un artificio anti-econo:nico, mediante una sovrimposizione di mano d'opera, per decreto prefetti– zio che si 1innova ogni anno, è ab– bastanza singolare che si sia imtau– rata l'equazione : non disocrn pa– zione = non povertà, invece:: di commisurare povertà o benessere ai salari realmente percepiti e: alle effettive possibilità di una vita de– cente, che vengono offerte al la– voratore. Nel prendere servizio, sottovo– ce, in alto loco, mi avvertirono che P. è uno dei Comuni più 10ssi del– la zona. In occasione di uno dei grandi scioperi agricoli del '48-' 49, la gente del luogo fu percorsa d'improvviso dalla persuasione che era giunta l'ora della Rivoluzione; bloccò le strade, isolò il paese, si fece intorno alle case dei ,1otabili, disarmò U11a pattuglia di carabi– nieri venuti a riportare l'ordine e la rispedl indietro. La Rivoluzione durò alcune ore; ma la fama di P. fu segnata. In realtà vi trovai ottima gente. La Chiesa è isolata e lontana dal centro del paese; anche per questo la religione è scarsamente sentita, trova più consensi presso proprie– tari e fittabili che presso i sala– riati e gli avventizi agricoli. La popolazione è da tempo sta– zionaria sui 1.500 ab. (1931: 155'.> - 1936: 1610 - 1951: l'.>35); di più non ne potrebbero vivere nel– la zona, priva totalmente ùi indu– strie. Il collocatore comunale tro– va tuttavia ad ogni San Martino (scadenza dei contratti agricoli) che ci sono sempre un centinaio di persone più del necessario. Si ri– corre al sovrimponibile : su tanti ettari, tanti uomini. Gran parte del territorio comu– nale è golenale; è cioè al di là del– !' Argine Maestro che difeRde la pianura Padana dalle piene del Po ed è a sua volta percorso da argini sempre più bassi e meno consistenti, man mano che ci si av– vicina al fiume. Il Po è la vera divinità della zona; le sue collere sono terribili. Io ero a P. nel 1951; incaricato di controllare i danni causati dalla piena del Po, v1s1- tai, casa per casa, 1-: cascine allu– vionate. Ragioni di prudenza avrebbero dovuto da tempo sconsigliare di sfidare il Po, stringendolo sempre I5iù da presso con arginature che, durante le piene, ne interrompono il regolare espandersi e ne aumen • tano la furia di rottura; d·altron– de quando investii un mezzadro perché avesse scelto campi cosi vulnerabili, mi indicò i figli e i figli dei figli e le loro donne. Era semplice, facile, dimostrargli il ri– rischio e i danni del furto di terra al Po in crescita; e all'opposto come sarebbe stato conveniente tra– piantare pioppeti in golena; « io ho bisogno di terra da coltivare per vivere », mi ripeteva; caso tipico di una famiglia patriarcale che in una agricoltura altamente indu– strializzata come quella del Cre– monese, non trova più una valida ragione economica che la giusti– fichi. Vorrei che non si insistesse con la « poesia » delle famiglie patriarcali, oggi : il vincolo affet– tivo fra congiunti di un unico cep– po si va progressivamente spegnen– do. Non mi rallegro : constato. A P. si parla ancora con di~prezzo dei figli e nipoti che chiedono il ricovero in ospizio dei vecchi fa– miliari; ma le domande affluiscono, contribuendo a smantellare le già dissestate finanze dei Comuni agri– coli; i vecchi sono rassegnati, si sentono bocche superflue, e spesso chiedono loro stessi al Comune il ricovero. Al Vespero (la affluenza alla Messa non fa testo; appartiene al nostro folclore) c'era un solo uo– mo, nel gruppetto di donne che ancora va in chiesa il pomeriggio : compunto, devoto, inviso, com– mendatore di qualche Ordine ec:cle– siastico, proprietario di fondi. Il suo cruccio era di non avere .supe– rato per un capo quel certo nu• mero di figli che preserva dal paga– mento delle Imposte. Quando si parla di leggi demo– grafiche, si sottintende l'art. 553 C.P.; non basta; e tutte le leggi as– sistenziali promosse e mantenute in regime D.C. per incrementare la natalità? Un contadino venne a giustificarmi la nuova gravidanza della moglie, adducendo, il furbis- G LI abitanti di Terruggia si rifiutano di fare figli; c'è da pensare che alcuni rim– piangano che nel passato (tutt'ora vigente) Codice Penale Fascista non sia stato -accluso un codicillo con– tro che si rifiuta di prolificare in– discriminatamente, oltre per chi esorta a una ragionata regolazipnc delle nascite. • Terruggia è un piccolo paese del Piemonte che, a chi giunga da Milano, appare staccarsi dal– l'uniformità della pianura padana, per arrampicarsi sulle prime col– line del Monferrato. Era di domenica; poca gente in piazza, e per nulla incuriosita di noi e della targa straniera del– la nostra macchina. « Un po' per abitudine della celebrità •- ci spiegò il Segretario Comunale, cortesissimo - un po' per il ca– rattere che li estrania dagli entu– siasmi e aborre dagli eccessi ». Lo stesso ci fornl le cifre e i dati. Il censimento del 1936 dava a Terruggia 1.019 abitanti, quello Su "Temaproibito ,, pubblichiamo due inchieste dell' amicoGuido Tassinari : la prima riguarda unpaese della bassa pianura padana,fflitto dalletroppe nascite, la seconda un paese delPiemonte, oveil tassodinatalità è in continua diminuzione. Il ricovero dei figli in tene.a età invece mi venne sollecitato in quei giorni da un contadino, avvt:nti– zio agricolo, quaranta anni circa ùi età. Me lo venne a chiedere con naturalezza, come di cosa dovuta– gli per legge. La moglie era semi– alcoolizzata; pubblicamente si era vantata che sarebbe arrivata ai do– dici figli. Per fortuna morì àopo l'ottavo, di parto. L'infante fu af– fidatp ad una vedova (L. 9.000 di contributo del Comune, oltre l'as– sistenza ONMI); un altro lo rac– colsero i parenti; due furono rico– verati in ospizi religiosi ( retta su– periore ai 6.000 mensili, per cia– scuno, a carico del Com•rne); gli altri vivevano accatastati in due stanze. Le suore dell'asilo sospet– tavano, e con fondatezza, di ince– sto due bambini (11 e 12 anni; gli altri: 14, 9, 8, 7, 5, 1 anni ri– spettivamente).· Io ammiro le Jame bene.fiche che visitano periodica– mente i miserabili nei loro tu_guri; non tanto per la loro abnegazione, quanto perché, tornate alle loro ca– se, sonno ed appetito non le ab– bandonano. Io confesso di non riuscirci. Avevo l'impressione di affondare, senza speranza. Invidia– vo la serenità del Parroco : « il volere di Dio è imperscrutabile », « noi non riusciamo a vedere il bene, ma il bene c'è», « Santa Caterina fu la venticinquesima di una nidiata di figli; se allo1a fosse stato in uso il B.C., avremmo per– duto etc. ». La più grandicella degli orfani curava alla meglio i più piccoli. Che mangiavano? Erbe, semplice– mente. Che questo fosse un pasto non eccezionale, me lo confermò pian– gendo un'altra donna (padre: 67 anni, madre: 46; figli: 19, 18, 16, 14, 12, 11, 8, 5); chieden– domi assistenza. « Perché avete voluti tanti figli? », chiedevo; « Il prete mi diceva di non fare ma– lizia »; era cosi facile replicare : simo, che ciò gli avrebbe procurato presto un aumento degli assegni familiari. Nelle coppie più i;iovani peral– tro è più accentuata la responsa– bilità morale verso i figli; non li sfornano più con la frequenza di uno all'anno; la minaccia dell'in– ferno a chi usa « malizia » non fa impressione. Esiste perciò in sor– dina una coscienza demografica; i miei appelli a una più viva co– scienza familiare, dopo le prime reazioni sfavorevoli, venivano ascoltati con interesse. Il Birth Contro/ viene effettuato, ma male, e insufficientemente. Da un mio sondaggio presso la popolazione, risultò che nessuno aveva mai vi– sto o usato prodotti antifeconda– tivi; non solo, neppure ne imma– ginava l'esistenza. Il medico con– dotto stesso era all'oscuro; eppure era fermamente convinto della ne– cessità di una regolazione delle na– scite. A una donna, giovane ancora t. già afflitta da annuali gravidanze, chiesi quanti di quegli esseri che, denutriti e coperti di· stracci ci gi– ravano attorno, fossero veramente « voluti » e quanti « venuti » per imprevidenza; piangendo, mi rac– contò che aveva supplicato il dot– tore perché la liberasse dell'ultima insopportabile gravidanza in corso. Molti, troppi sono « i figli del sa– bato »; l'ubriachezza della notte che precede la festa ha la meglio sulle misure prudenziali adottate durante la settimana, e ha degli effetti deleteri sul nascituro. « J figli del sabato » è una locuzione usata dalle maestre elementari per i bambini deficienti, che nascono da qu_este unioni di una brutalità inimmaginabile. « Quando Dio ci vuole male ;, - mi disse una donna disfatta da precoci gravidanze - ci manda un figlio a toglierci il poco pane che ci resta ». del 1951, 938; i nati nel 1944: 13, 1945: 16, 1947: 26, 1948: 17, 1949: 10, 1950: 20, 1951: 8, 1952: 11, 1953: nessuno. Gli sbalzi riscontrabili ogni an– no, in aumento e in diminuzione, non permettono di delineare una precisa linea. parabolica discenden– te e di farla corrispondere a una determinata volontà di non pro– creare; è evidente peraltro che do– po il 1948 il tasso di natalità è in costante diminuzione e cioè da quando l'agricoltura della zona, cort la discesa dei prezzi del vino e del bestiame, è entrata in crisi. Non esistendo bracciantato, · i piccoli coltivatori diretti di cui è composta la metà della popolazio– ne (per il resto: operai, operai– contadini e commercianti) e che si suddividono in misura presso– ché uniforme il territorio comu– nale di oltre 2000 ettari, sono costretti a pensarvi, perché diret– tamente interessati e colpiti. D'al– tronde essi hanno raggiunto un elevato benessere. Percorrendo il paese in festa per la Sagra, ci stu– pirono alcune antenne di TV; non so quanti paesi con meno di mille abitanti in Italia oggi possano vantarsene. Il 60% delle case è fornita di vasche da bagno. Sono cifre che noi vorremmo fossero costantemente connesse e affianca– te a quelle della natalità, e poi comparate con le rispettive cifre della Calabria. Nessuna famiglia di Terruggia, ci assicurarono, è pri– va di radio o di bicicletta; una su tre è, provvista di moto o di auto. Ma altri fatti ci appaiono più si– gnificativi : da dieci anni non si sa di un furto a Terruggia. Nell'Elen– co dei Poveri, per non tenerlo in bianco, sono iscritti vecchi (e, si sottolinea, alcuni di immigrazione) i quali, quando volessero, potreb– bero venire accolti nel locale Ospizio che ci dicono uno dei mi– gliori della zona. Di malattie epi– demiche, nessuna traccia. La lotta politica, in questo cli– ma di sufficiente benessere, ha smussato le asperità e attenuato le faziosità che prevalgono altrove. t: il tipico paese di indirizzo repub– blicano-socialdemocratico, nel qua- le i democristiani stessi, numerosi, tengono alla larga il Parroco dalle faccende del Comune, un vecchio Parroco, seccato della nomea di Terruggia; con una certa frequen– za, le sue prediche sono demogra– fiche esortazioni alle donne. La po- • polazione è credente ed osservan– te; però i suoi conti in casa ogni famiglia vuole farli senza interfe– renze teologiche. « Un figlio co– sta », questa è la risposta più fre– quente; il che sarà pure « egoi– smo » per i fascisti, cui viene sot– tratta la carne da cannone, e per i parroci che tardano ad aggiornar- si con la esortazione del Sommo Pontefice del 28 novembre 1951; ma che per noi significa responsa– bilità morale verso le proprie crea– ture, d1e vorremmo vedere diffusa in tutta Italia; lodevole scrupolo prima di affidare una nuova vita ad un avvenire oscuro; sollecita coscienza dei doveri di educazione verso i propri figli. Ma, e questa è la domanda più delicata, è davvero applicato il Birth Contro/ a Tçrruggia? Come? In che misura? Dobbiamo rassegnarci alle i,po– tesi, perché la forma delle rispo– ste avute è evasiva per quanto ri– guarda le supposizioni sui casi al– trui, ed estremamente prudente per i casi propri. Sono emerse tutta– via alcune constatazioni di fatto: primo, che la mancanza di nascite quest'anno è un prodotto del caso; secondo, che se non c'è uno scio– pero delle mogli e dei mariti, come si è voluto ironizzare da qualcuno, è diffusa e evidente la voiontà di mantenere ridotta la composizione famiglia: « non più di due o tre », è stata la concorde risposta. !: d'altronde da escludersi che le fa– miglie di Terruggia usino mezzi contraccettivi di importazione; mez– zi che i più neppure sanno esi– stere, e che vengono confusi con mezzi per abortire. Non è da escludersi che alcune famiglie re– golino i loro rapporti in base alla Legge di Ogino-Knauss, !=he è stata conosciuta per la prima volta da un articolo di « Oggi » di qualche anno fa. Aborti e pratiche del genere paiono rarissimi : « in un paese co– me Terruggia, si saprebbe subito», è l'opinione generale. Assai improbabile è la continen– za assoluta, il cui accenno fa ri– dere : « perché la gente si sposa allora?». - Per concludere, mentre da un lato è certo che una cosciente edu– cazione demografica produce be– nessere (e viceversa), dall'altro dobbiamo amaramente constatare che il Birth C ontrol è applicato in Italia nelle forme più rudimentali e malsicure possibili. L'importante è che l'ipocrisia e il conformismo della nostra Società siano salvi.

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