Nuova Repubblica - anno I - n. 15 - 5 settembre 1953

B 4 NUOVA REPUBBLICA A TRAPPETO t SORTOIL "BORGODI DIO ,, VII A NEIUG URI << Alla sera n'assettamue discorremuin famiglia e dicemu: domani come dobbiamo fare per. il pane se non buscamu ? E la piccola vuole il latte. La festa cà dintra stesso. Dove avemo a ghire ? La donna sta sempre in casa. Come gli ignoranti>> L A Trappeto, borgo di 2800 abitanti sul golfo di Castellammare (a circa 50 Km. da Palermo e 10 da Montelepre), per opera di un uomo generoso e disinteressa• to, Danilo Dolci, è sorto, in mezzo alla miseria, alle malattie cd all'ignoranza, il « Borgo di Dio ». Nella indifferenza o nella ostilità della autorità (civili cd ecclesiastiche), questo tcn• 1ati\'O di redenzione dei pil1 miseri - fon– dato non su falsa pietà paternalistica ma sul principio dcll'a•utonomia e della cooperazione reciproca - merita cli essere segnalato: e sopraliltto concretame,tte aiutalo. Perché i lcttol'i di « Nuova Repubblica » conoscano l'ambiente in cui sta esplican– do questa alta opera di solidarietà uma– na, pubblichiamo una parte dell'inchiesta eseguita personalmente dal Dolci presso sette nuclei familiari di Tr-appeto; l'inchie– sla è stata condotta presso altre dodici famiglie del luogo, ma i risultati non si di~oslano da quelli da noi qui riportati, a titolo di esempio. Facciamo precedere una /Jrtmiessa che il– lumina sull'ambiente e sui metodi dcll'in– chicsla; e facciamo seguire una nota sull'at– teggiamento delle locali autorità religiose e di polizia. · PREMESSA C'è uu quartie,-e iu questo paese, Trappeto, chiamato il Vallone, t1llra- 1Jenato in tll/l(t 1ft sua lunghezztt d(t 1111a (tffossattll'tl che muoglie t111ti i 1·ifi,11idel paese. S11/ 111nrgi11e ,peJJo nel liquido p11trido gioct11JO i bambini e gli a11imali. U nffouatum. il Ge11io Civile ha tentalo di sistemarlt1 uello sco,-so anno per elimina,-e il pericolo di infezione, ma (I 11111' oggi sopra ii condotto costruito 1corre a11cort1fe– tida melma. Quanto docume111it11no si riferisce ad og1111111l delle case poste dtt un lato del Vallone. QueJte Cf/se 10110 le p,·i– me del pae,e ve11e11doda levante e 11011 rappresentm10 1111' eccezione ma lo stato di questa popolazione marium·a. l II tre ca1e sole, anche queste povere e di pescatori, non siamo entrati es– se11doci sembrato (for,e 11011era) di 11011 essere desiderati. Av,-emmo potuto. cominuare la do/o,-osa 11ott1 1 casa per casa, pe,· ce11ti11ait1 di famiglie. Naturalmente abbiamo omesso tutte le notizie pirì t,·agicamente intime che potevano mettere in pericolo la 11itadi diver1e di queste per!one. Soldi per fare fotografie e relativi dichés 11011 ne abbiamo: e se li aves– simo li spenderemmo subito in latte pane e pa,ta per i digi1111i,Ma quando 1criviamo per esempio «lenzuola» (e in voi que,sto può 111scitarecm1dide immagi111)bisogna pensiate pe,. lo pitì a grandi Jtracci lisi e rattoppali sui rattoppi dei rattoppi, e così in geue,·e, per tutto il ,-esto : abbiamo 111atoi termini del comune linguaggio per po– te,· essere intesi, ma solo chi veniJie a vivere in questi tuguri potrebbe sa– pere fino i11fondo. Non eravamo degli eJtrnnei e le fa– miglie ci hanno padato q11a1isempre con l'anima aperta, semplicemente, co– me ,i pf/rla al f1·a1ello che ha le ,carpe 1/011date e i cnlzoni co11 la pezza sul sedere. Ci premeva dare 11011 10/o l'idea del– la situazione mate,-iale e perciò ab– biamo rivolto a ciaJc11110 1 cel'cando il modo miglio,·e per e11ere intesi, anche que,te doma11de: Leggi di ,alito gior– nali o libri? Ti intereJSala condizione ,ociale-politica della 1·egio11e e del/" 1Jt1zio11e,d inten1azio1u1le?Perché ti i11teresst1? Cosa è la festa J,er te? Come impieghi il tempo ol11·eil lavoro? /11 che 1n:odo cerchi di tJivere 1·eligioS(l– mente? Cosa vort'esti? Per lo pitl le domande relative al– i' inttreJJe sociale e religioso non erano intese /1roprio per la mancanza di una e1perie11zacomunitaria e religiosa. Tal. volta neppure abbiamo pot11to tentare di proporre q11este doma11de. 1ot a Gino B Attendono lo sfratto N. 13. (Famiglia di sei persone). D. Gioacchino di anni 49, nato a Trappeto, sposato a 26 anni con B. Vincenza di anni 51, sposata a 28 an– ni. Hanno 4 figli: Giuseppe di anni 7, Crocifissa di anni 16, Concetta di anni 20, Giuseppa già sposata; inol– tre convive con loro la madre di Vin– cenza di 80 anni. La casa è in affitto (a L. 7.000 an– nue). Poiché il proprietario l'ha ven– duta, in agosto devono sloggiare. ( Lo sfratto pare sia motivato da una lite tra i rispettivi fanciulli). ~ costituita da un locale di m. 4 x 3, e d'un'alcova più interna senza finestra adibita a camera matrimoniale. Il locale sul da– vanti prende luce dalla porta e da una piccola finestra in alto. Il tetto, di canne e tegole, lascia in più punti pas~ sare la pioggia; pavimento in cemento. I mobili: un letto matrimoniale, un lettino di trespoli e tavole (la nonna dorme su pagliericci in terra), un ta– volo, due armadietti sconquassati, sei seggiole spagliate. Possiedono inoltre tre coperte in cattivo stato, quattro len– zuola (due grandi e due piccole) al– çuni piatti comperati di recente quan– do proprio non sapevano più come fare. Non hanno bicchieri, « per forchetti usiamo ... le dita», i coltelli li chie- . dono di volta in volta in prestito ai vicini. Quanto alla biancheria perso• nale e ai vestiti possiedono solo quelli che hanno indosso: li lavano alla sera, quando sono sporchi, li rimettono alla mattina. li capo famiglia fa il pescatore e qualche volta il bracciante agricolo. Da maggio si trova con un moto-pescherec– cio di Trapani sui banchi di Tunisi e finora non ha guadagnato una sola lira. La moglie cerca di guadagnare qual– che cosa lavando panni per chi sta meglio: lava dalle 5 del mattino alle I3 ricevendo come compenso L. 250. Trova sempre lavoro, ma qualche volta ha le braccia così doloranti che è co– stretta a rifiutarlo. La figlia Crocifis-sa è a servizio pres– so una famiglia di Palermo che le dà un mensile di L. 5000. Manda qual– che cosa a casa, ma la mamma non ne fa uso per la famiglia, ci acquista biancheria per la figliola. Nessun'altro membro della famiglia percepisce pro– venti di alcun genere. Il vitto è costituito da due pasti al giorno: uno alla mattina, l'altro alla sera, entrambi assai spesso di solo pane. La madre è malata di anemia da quest'inverno: il dottore la cura gra– tuitamente (è iscritta nell'elenco dei poveri), gratuitamente le fa visite e le fornisce medicine. li figlio Giuseppe ha avuto di recente le febbri infettive ed è tanto deperito che il maestro gli ha sconsigliato di tornare a scuola. La figlia Crocifissa di 19 anni è grave– mente ammalata di « anemi~ forte », teneva « i denti serrati e gridava », è stata pianta per morta, ma dopo circa un mese si è riprese ed ora sta bene. La nonna racconta di essere stata da giovane malata di malarfa per 4 anni. Il capo famiglia ha frequentato la seconda elementare 1 sa leggere ma non sa scrivere né far conti. Non ha con– tinuato a studiare perché la madre non se ne è curata; del resto di tarrro in tanto andava - già a 7 anni - a lavorare come pescatore .. Legge il gior– nale e questa lettura lo interessa. Alla domanda « com· è la festa per te? » non sa rispondere, si direbbe che non in– tenda bene la domanda. La moglie ha frequentato la 2• ele– mentare, sa leggere ma non sa scrivere né far di conti. Non ha voluto conti– nuare ad andare a scuola nonostante le « legnate della madre». Se le capita legge il giornale. Le piace questa let– tura, ma non saprebbe dire perché. An– che per lei la festa non esiste e di do– menica lavora per gli altri o per la propria famiglia; non va a Messa per– ché non ha tempo. Alla domanda che ne cosa ne pensi della tua situazione' re– sta sconcertata come se non capisse che cosa le si chiede. -Risponde invece alla domanda « in che modo cerchi di vivere religiosamente? >> : « Siamo gente onesta, io io tanti anni ho cono– sciuto solo mio marito... ». Anche se non va in Chiesa prega. Che cosa chiede a Dio? « Far pescare mio ma– rito... ma se mi sentisse non starei così. li mio desiderio più grande è avere una casa propna >>. Sevenisse nnangelo ... N. 5. (Famiglia di 3 persone). P. Giuseppe di anni 25, nato a Trappeto, sposato da 3 anni con T. Grazia di anni 21. Hanno avuto due figli: Matteo, morto a 11 mesi; An– tonino di 7 mesi. La casa è un locale di m. 7 x 5, un'alcova senza finestre che funge da camera matrimoniale, un ripostiglio. La stanza principale prende luce dal– la porta e da una piccola finestra; il tetto di canna e tegole lascia passare la pioggia~ il pavimento è in cemento. Alla domanda: avete il gabinetto' « Sì » rispondono, e indicano accanto alla porta un buco in terra. I mobili sono: un letto matrimoniale su trespoli e tavole, un cassettone, due tavoli, <re sedie (per farci sedere tutti ne hanno chieste in prestito due ai vi~ cini). Possiedono un solo paio di len– zuola e una sola coperta, inoltre sei piatti, qualche bicchiere, qualche te– game di alluminio. Hanno la luce elet– <rica e una bicicletta (l"hanno compe– rata a rate, ma hanno già due cambiali in protesto). Il marito è pescatore e braCfiante, ma si presta a qualunque lavoro che riesce a trovare. Infatti attualmente è aiuto-camionista: è impegnato 22 - 23 ore al giorno compresa la domenica caricando e scaricando ogni giorno da solo circa 60-80 q.li per ricevere una paga di L. 600. Fino al maggio scorso lavorava come bracciante per « mezza giornata», cioè dalla 4 alle 13 e ri– ceveva L.· 250. Non ha né assegni né assicurazioni. La moglie attende ai lavori dome– stici. Alla domanda « perché non la– vora? » risponde che non ha avuto la possibilità di imparare a far la sarta e quanto ad andare in città a servizio· o a studiare non ha voluto perché al– trimenti tutti avrebbero « sparlato » di lei: « Sarei rimasta schietta per 100 anni!». Mangiano due volte al giorno, la mattina pane asciutto,. la sera un piatto di pasta. Al bambino, poiché la mam– ma non ha latte a sufficienza, danno qualche volta una pappa di biscotti o un· po' di pasta; « troppo cara la fa– rina e la pasta! » Moglie e marito non hanno mai avuto malattie. Ci raccon– tano dei figli: Matteo, ammalatosi a 4 mesi di gastrointerite, di broncopol– monite e infine di intossicazione gene– rale fu curato dapprima dal medico condotto (i cui onorari non sono riu– sciti ancora a pagare; le medicine, pe– nicillina e streptomicina. sono state, invece, acquistate in contanti). Come avete fatto? « Rinunciando al mangia– re». Poiché il bambino continuava a peggiorare · lo hanno portato all'Ospe– dale di Palermo per fargli la trasfu– sione del sangue. Questo il dialogo con la Dottoressa : La Dottoressa disse: « Avete 5 mila lire per pagare il sangue?». « Non li haio ». « Ma allora niente». « C'è bisognissimo ». La nonna allora corre a cercare soldi in prestito, ma a 8 mesi di di– stanza non è stato possibile pagare il debito. Anche Antonino non sta bene, ha il visetto giallastro e l'aspetto del rachitico. Qualche giorno fa ha avuto la febbre a 381/,, ma non hanno chìa– mato il dottore, perché si vergognano di non averlo ancora pagato. Ali& <;\Q- manda « perché non lo portate al- 1'O.N .M.I. di Palermo? » rispondono che non la conoscono e che del repar– to bambini dell'Ospedale non si fi. dano; hanno visto che l'assistenza non è buona. Il marito ha fatto la 4" elementare, sa leggere, ma stenta a scrivere, sa far bene solo la firma. E stato esonerato dal servizio militare perché orfano del padre. Quando riesce ad avere libri e giornali li legge volentieri. Si interessa a quanto succede nel mondo, ma non sa dire perché e quali conclusioni ne trae. « Com'è, per te, la festa?». « La festa quando ci fossero i soldi! Soldi non ce n'è, festa neppure». Non pos– siamo, per ovvie ragioni, domandare che cosa faccia nel tempo libero dal lavoro... Unico desiderio : guadagnare meglio e avere un lavoro più sicuro. La moglie ha frequentato la 5" elementare; sa leggere e scrivere. Per• ché non ha continuato? « Mi sarebbe piaciuto studiare e ci riuscivo», dice con orgoglio evidente, « ma non avevo mezzi ». Anche ora leggerebbe volen– tieri, ma difficilmente può procurarsi libri e giornali. E del resto non avreb– be molto tempo. « Ho sempre da rat– toppare », dice. In Chiesa non va per mancanza di vestiti e di scarpe. Che cosa vorrebbe? « Se venisse un Ange– lo a farmi questa domanda gli chiedessi tre cose: la salute dell'anima, la sa– lute del corpo e una casa ». Unproprietario N. 7. (Famiglia di 7 persone). A. Giuseppe di anni 47 sposato a 25 anni con R. Francesca di 44 anni (ma ne dimostra oltre 50). Hanno avu– to 4 fig)i e ne attendono un'altro: Mer– curio di anni 20, Caterina di 18, Sal– vatore di 10, Domenico di 7. Convive con loro C. Gioacchino di anni 22 marito di Caterina. La casa è di loro propriet,ì. L"han– no acquistata per L. 40.000 facendosi prestare il denaro da un parente. La. madre sconta il debito lavando bian– cheria e prestando ·servizio anche di facchinaggio. La casa è costituita di un locale di m. li x 10 che prende luce dalla porta e da due piccole fi. nestre in alto. Il pavimento di terreno battuto è pieno di buche. Una scala in· fondo conduce ad una soffitta dove dormono i due giovani sposi. li locale principale è diviso, utilizzando a que– sto scopo tende e mobili, in tre am– bienti: uno, il più interno, adibito a camera matrimoniale, l'altro a cucina, e infine, accanto alla porta. nascosto da una tenda, un gabinetto a buca; ne viene fino a noi un puzzo insopporta– bile. I mobili sono: due letti matri– moniali e uno piccolo. di tavole e trespoli, una credenza senza più trac– ce di vetri ( è costata L. 300), un ta– volo, 4 seggiole. Possiedono inoltre tre lenzuola, tre coperte, dieci piatti, quattro bicchieri, qualche tegame. li capo famiglia è pescatore ma presente– mente è all'ospedale. Non è in buoni rapporti con la famiglia che pertan<o da lui non riceve nulla. La moglie, per i suoi servizi, rice– ve ora un po' di pasta, ora un po' di olio, ora qualche decina di lire (per es. per aver lavato le fodere di quat– tro materassi ha ricevuto in compenso circa 1 Kg. e mezzo di pasta). Mercurio è pescatore e contadino; quando lavora come bracciante guada– gna L. 500; orario di lavoro dalle 5 alle 19. Non ha né assegni né assicu– razione. Il genero, Gioacchino, fa il vaccaro; passa casa per casa vendendo il latte lì per lì e il ricavato (dalle 300 alle 350 e al massimo 400 lire) costituisce il compenso che percepisce dal proprie– tario per la cura che ha delle bestie. Inoltre quando il proprietario vende il vitellino fa a mezzo con lui, il che costituisce un introito di oltre 50.000 lire all'anno. li vitto è costituito di 2 pasti al giorno, entrambi o di solo oane o pa– ne con pasta, con meloni ecc. · La moglie ci dice anche quanto sa del marito assente: ha fatto la 2• ele– mentare, sa leggere e scrivere, legge il giornale. Di se stessa dice che non è mai andata a scuola. « La festa? » « Un piatto di pasta, quando si riesce ad averlo». Nel tempo di lavoro ... cer– ca lavoro. Alle altre domande rispon– de immediatamente « non ne saccio di– scorrere ». Non va a Messa, la dome• nica prepara il lavoro per il lunedì. Qual'è il suo più grande desiderio' Avere ùn pavimento di cemento. « Se mi cementassero la casa andrei a Mes– sa ogni giorno per ringraziare Jddio ». Caterina ha frequentato la 3" ele– mentare a Borgetto in un collegio di ~uore d9ve è stata allçvata gratuita- mcnt<:dai 9 ai 11 anni. Le hanno an– che insegnato a cucire, cucinare ecc. Sembra non avere nessun particolare interesse : « travagiia e mangia >>. II suo desiderio più grande è di avere tutto ciò che occorre alla casa « come gli altri cristiani ». Salvatore ha frequentato la 2• ele– mentare ma non è stato promosso. Ogni tanto va a pescare e gli danno mezza parte. Ma quest'anno va male anche p<:r lui: l'altro ieri, dopo essere stato fuori <ut<a la notte, ha guadagnato 25 lire. Domenico ha frequentato la 2" ele– mentare, ma non è stato promosso. Va alla colonia estiva che il Parroco ha istituito per la prima volta l'altr'anno. G. Gioacchino. Non è mai andato a scuola. Co111'è la festa? « ~ sempre una giornata ». Quando torna a casa al tramonto mangia un boccone poi accudisce ancora alle bestie e quindi va a letto per rialzarsi all"indomani al– le 5. Così anche nei giorni festivi. Aver salute " tutte ose ,, N. 14 bis. (Famiglia di 5 persone). M. Pietro di anni 69. nato a Trap– peto, sposato a 21 anni con L Fran• cesca di anni 60. Hanno avuto 9 figli: due morti e 7 vivi, dei qu<!.lisei spo– sati. Convivono ancora con loro: Anto– nino con la moglie Nunzia, senza fi. · gli, e Rosa di I7 anni. La casa nQfl_ è di loro proprietà ma non pagano af– fitto; provvedono solo alla manuten– zione. Si tratta di un locale di. m. 7 x 5 più due alcove e una soffitta dove dor– mono i due sposi giovani. Non vi è gabinetto. Possiedono due, letti ma– trimoniali e un lettino piccolo, due ta– voli, una credenza senza vetri, sei se– die malandate; non hanno coperte: un solo paio di lenzuola per letto. Inol– tre hanno cinque piatti, cinque bicchie– ri, sette cucchiai, sette forchette. Qual– che tegame di alluminio. Il pavimento è di mattoni, il tetto di canne e tegole. Ci piove' « Quando piove usciamo foori » dice il -pa<lreri- Inchiestd dendo. Il marito era pescatort'; or:t non lo prendono più perché <roppo vecchio. Da due mesi non ha trovato nulla da fare. Ha un occhio malato. Anche il figlio Antonino è pescatore ma quesfanno non ha guadagnato nul– la; per tornare a casa ha dovuto chie– dere il danaro in prestito al padrone. Nell'inverno vanno a cercar legna sulla spiaggia per far fuoco e a co– gliere « scodde ». (Chieste spiegazioni, abbiamo saputo che durante i mesi in~ vernali è abituale nutrimento della po– polazione un'erba che è fra l'or<ica e il cardo: dura e spinosa al punto che perfino le bestie la rifiutano). L'inver– no scorso non hanno mangiato per tre giorni" di seguito. li padre, dopo la guerr~ del '15, è rimasto debole di cuo– re, ma non ha mai avuto una pens10- ne. « Ogni fine di mondo » gli danno 900 lire come assistenza invernale. La madre ha calcoli al rene cd ha gratui– tamente le medicine dal farmacista di Balestrate. « Se fossi stato a scuola », ci dice il capo di famiglia, « sarei an~ dato in America ». Aveva iniziato la pratica, ma lo hanno esclnso percl,é analfabeta. Non è potuto andare a scuola perché in casa vi erano 9 per– sone e tutti dovevano lavorare. Come doveva votare glielo hanno detto i fi– gli, ma « ho scelto con la mia testa». Quando non lavorano « ci mettiamo al sole e ci raccontiamo gli guai », di– cono. La religione « non la tocchiamo: per me sono cattolico apostolico roma– no, ma dite che siamo scalzi e che ab– biamo bisogno di scarpe, di mangia– re. di tutte cose». La moglie ha fre– quentato la 3" elementare: l'ultim,1 classe che ci fosse ai suoi tempi. Sa leggere e scrivere. « Legge ancora?». « Leggo il libro di Genoveffa, dei Rea– li di Francia». Alla domanda se si interessa di ciò che avviene in Italia e nel mondo, risponde che durante la campagna elettorale è •~data a tutti i com.izi e ha scelto il partito dal qual, spera lavoro per i figli, se non lo dar.i non voterà più per quel partilo. Non può più attendere alla casa, a causa della sua malattia. « Sto assetata e qualche volta vado a prendere l'acqua». Si rivolge a Dio per chiedergli aiuto in ogni evenienza. li suo desiderio più grande: aver salute e « tutte cose».

RkJQdWJsaXNoZXIy