Nuova Repubblica - anno I - n. 14 - 20 luglio 1953

NUOVA REPUBBLICA IL CASO BERIA 15 GIORNI ELMONDO di Paolo Vittorelli I L caso Bcria contiene due de– menti negativi che poco si s.o– no messi in luce in quc~ti gior– ni. Si è cercato di sapere - e ciò era perfettamente legittimo al mo– mento dell'inizio della conferenza del– le « piccole Bennude » - c.:uali ri– percussioni la destituzione dell'ex capo dcl1a polizia sovietica, nonché Primo Vicepresidente del ·Consiglio e Ministro degli Interni, avrebbe potu– to avere sulla distensione; ~i è cer– cato di capire come fosse avvenuta la sua. eliminazione e a chi avrebbe finito per giovare realmente ha i suoi concorrenti. Ma ci si è domandati molto meno di sapere quak signi– ficato avesse· il modo della sua eli– minazione nel nuovo tipo di regime che andava delineandosi in Russia dopo la morte di Stalin e quali ef– fetti avrebbe potuto avere r,on solo nell'Unione Sovietica, ma a,chc ne– gli Stati Uniti, dal punto d, vista delle prospettive di distensione. Con la morte di ·s1alin, dell'indi– viduo singolo che concentrava nelle sue mani i poteri in Russia, r·ra forse morto il dittatore sovietico, e, anche si la sua successione non er'l suscet– tibile cli portare a breve scadenza al– l'istituzione della democrazia, il po– tere collegiale assunt.: da tre persone c 1 il rilassamento di tutta una serie di contro1li interni faccvd.no bene sperare per lo sviluppo fuLuro di uno spirito di maggiore libertà nel– l'URSS. Per rafforzare queste pro– spettive era tuttavia indispensabile una cosa, che si sarebbe avuta con la probabile crisi di assestamento aperta dalla morte di Stalin: che il processo di ricambio di quadri, al vertice come al1a periferia, avvenisse pacificamente, senza spargimento di sangue, senza processi e incarcera– zioni, senza che i perdenti, in que– sta.. lotta per il potere, diventassero dei «traditori», come era avvenuto ron i concorrenti di Stalin, con Trotzki, Bukharin, Zinoviev e Ka– mencv. La liberazione dei medici ebrei r-ra stata di buon auspicio: anche se non implicava a breve scadenza la liberazione di tutti gl'internati poli– tici, dimostrava tuttavia che il nuovo gruppo dirigente era contrario a con– tinuare a giustificare tutte le debo– lezze del regime con la ricerca di un capro espiatorio e con un grande pro– cesso spettacolare. A questo riguardo, il caso Beria co– stituisce un fatto negativo nel pro– cesso di liberalizzazione interna ini– ziato nell'URSS con la morte cli Sta– lin; ed anche se siamo perfettamente disposti a credere che Beria non c'entra per nulla con i fatti di Ber– lino, abbiamo il timore che questa grande crisi della politica sovietica in Europa orientale finisca per rica– dere sulle spalle di un gruppo di « traditori >, come Beria, servendo così a giustificarne l'eliminazione. L'arresto di Beria e il processo spettacolare che probabilmente sarà montato attorno alla serie dei suoi « tradimenti » e « sabotaggi » (si par– la già ciel sabotaggio di Beria allo sviluppo elci «colcos») dove ap– prenderemo che da chissà quanti anni l'uomo che ha organizzato scien– tificamente il lavoro forzato nel– l'URSS era un agente. straniero, che non è mai stato un vero comunista, e così via, costituiscono un pericoloso ritorno ai metodi ciel totalitarismo staliniano, fondato sull'arresto e l'eli– minazione fisica degli avversari poli– tici. Per quanto piacere ci possa fare che sia stato messo fu-ori combatti– mento il capo della polizia totalitaria pii, potente elci mondo. non si può non manifestare il timore che questo fatto riapra un processo che sperava- Statuii S ubilo dopo le elezioni, pe,· gli ► st11/(l/i è 11111 1 e 1uloil miracolo: il governo h11 J>resentalo al Pa,-la– me1110 1111 disegno di legge per !t1ror– respo111io11e"i pubblici dipe11de111idi 1111 immediato anticipo sulla tredicesi- 111t1 mensilità. LJ1legge è stata appro- 11a/aquasi ali' 1111a11imità, con la riserva, pure accolt(1, che /'m1ticipo si doveva riferire solo per .-agio11ifo.-ma/i ,,Ilo stiJ,endio dd tred1Cesimomese, mentre, in realtà, doveva esse,-e 1111 1 anticipazio– ne sui futuri miglioramenti. P. chiaro che il Co11si?,liodei Mi11i– stri, con la sua iniziativa (timeo do– naos et dona ferentes) i111e11de11a pro– prio scongiurare il pericolo dei futuri miglioramenti. Ma 11011 Cè stato 11111/a da fare: se ar 1 esse insistito 1i Ja,-ebbe t,·ovato. ancor />rimadi dare le dimiJ- 1ioni, in minoranza. Povero governo.' Non ha nemmeno az'llto l 1 ,1h110 - che del resto sa.-ebbe slalo pialonico - della so/ila CISL e della so/ila UIL. Gli Jtatali, q11i11di,oltre ad 1111 im– mediato vantaggio finanziario, hanno implicitame11teacquisito il ben più im– por/ante p,·Ìllcipio dei « fut11ri miglio– ramenti economici». lA loro lunga lol– la sta avviandosi a buon fine. Chi ri– corda i vari momenti dell'agitazione dei p11bb/ici dipendenti, 110navrà cerio di– menticato l'i11tr::111sige11za governativa 11ei confronti delle pù) che giuste ri– vendicazioni della categoria. Da ulti– mo - poco pri111adella ingloriosa fi11e dell'11/Ji111<1 lt-giI/aJura - 1'011.De Ga- 1peri aveva penino lirato in ballo la faccenda della legge delega, del/a qua– le è sperabile che, assieme a quella elettorale di infausta memoria 1 11011 si senla più parlare. Evidentemente, l'anticipo che gli sta– tali hanno ottenuto di recente 11011i– g11ifica certo la soillzione del loro gros– so problema. Si Jr(tt/a di riordinare, con criteri democratici e moderni, 1ma burocrazia vecchia, irrazionalmente concepita; di dare al funzionario, nel quale taluni 11oglionovedere la persona fi1ica dello Stato, minore 1e11sodi au– torità borbonica e più digmtà 1111uuM. o mo chiuso o almeno attenuato nella sua ferocia tradizionale. Ull solo fatto positivo accompagna questo arresto: l'affermazione, da parte del Comitato Centrale del Par– tito comunista dell'Unione Sovieti– ca, del principio dell'esercizio colle– giale del potere. Ma solo i prossimi sviluppi della lotta per la succes– sione di Stalin potranno indicarci se quest'affermazione sia qualcosa di' più che una giustificazione a poste– riori di un atto il quale, di per sé stesso, mette ancora una volta a soq– quadro la stabilità del regime so– vietico. Sul piano intcmazionale, non sap– piamo se l'eliminazione di Beria si– gnifichi un indebolimento o un raffor– zamento della corre.nte favorevole alla distensione fra i dirigenti del- Comunque, una coJa è cena: ' il 7 gi11g110ha significalo q11"/che cosa anche per i noslri pazie,11i lavQratori del pubblico impiego, i quali, in fon– do, ham~o 1e111p,·e chie1Jo molto poco. Slndocull8mo a Ciro ili vab:er Ne//'es1t11e del 1951, la CGIL for– mulò la richinta di 1111 aumento ge– nerale dei sal"ri e degli s1ipendi. Si era allora in 1111 />articolare mome1110 di immobilismo 1i11dacalee 1i aveva la 1e111azio11e che Di Vittorio 11011 avreb- LAVORO e SIN'DAUATI be più fallo, fra i lavora/ori, il bello e il brutto iempo. Il Govemo, poi, sembMva forlissimo, la Confind11sll"ia ancor pitì forte. Fu in q11e1to clima politico, che, per errate valutazioni p11ra111e11le po/iliche, la CISL e la UIL si ritrassero dai loro 1on11iIran~ qui/li per comb,11tere violentemente, senza eJCl11sio11e di colpi, l'iniziativa Di Villorio. Contro la CGIL, ta1110la CJSL che la UIL assunsero un a11eggiame1110 « tecnico » : la revisione dei 1alari avrebbe provocato la criii della noslra economia e l'aumento dei generi a 111110 d,111110 della classe lavoraJrice. Le orga11izzazip11i « democratiche » presen– tarono 1111 /010 piano di rivendicazioni fondalo su q11es1idue pilaslri: 1) occupazione del/a ma110d'opera di1occ11pata; 2) diminuzione dei prezzi. Come era prevedibile, aumentarono i prezzi e 11011 di111i1111} il numero dei disoccupali. Al/ora, dopo lunghi pen– samenti, /'on. Pa1tore chiese... /'au- l'Unione Sovietica; probabilmente non significa nulla di tutto questo, ma vuol dire solo che si è eliminato 1 uno dei concorrenti più pericolosi alla conquista di un potere dittato– riale. Ma l'annuncio di questa crisi, il giorno stesso dell'inizio della con– ferenza di Washigton, non giova cer– tamente alla distensione perché offre ai numerosi avversari che questa po– litica incontra in Occidente, un v.a– lido pretesto per ritardare l'apertura di trattative con l'URSS e per ab– bandonare addirittura la politica di distensione preconizzata da Churchill nel suo discorso del 1 7 maggio. 1!, assai facile, infatti, per chi vo– glia sabotare la distensione, affer– mare ora che, prima di trattare, bisogna attendere che vi sia in Rus– sia un governo stabile, perché altri– menti si correrebbe il rischio di trat– tare con qualche futuro « traditore », che il giorno dopo potrebbe essere rovesciato e processato dai suoi stes– si compagni; e sapendo quanto tem– po può passare prima che la crisi aperta dalla successione di Stalin sia definitivamente superata vi è da te– mere che la distensione sia definiti– vamente insabbiata. Ma si può anche temere che la crisi sovietica restituisca vigore ai sostenitori della politica di « libera– zione >, seguaci delle dottrine del filosofo James Burnham, i quali pos– sono oggi affcrmare che la crisi Be– ria è solo il principio di una crisi più generale del sistema sovietico, che questo appare ormai decisamente ·indebolito dalla morte di Stalin e dalla lotta fra i suoi successori, e che forse sta per venire il momento di sferrare contro di esso un colpo decisivo. Si potrà vituperare quanto si vor– rà, contro costoro, ma l'argomento dietro il quale essi si possono trin– cerare ora, non se lo sono creati da sé ma è stato fornito loro dai modi in cui si è sviluppata la crisi Beria. Nell'URSS vi è una classe di ca– pi politici di professione, successa a quella dei rivoluzionari cli profes– sione, che sta al potere o muore. Finché l'alternativa sarà questa - e non quella di stare al potere o all'opposizione - non ci sarà demo– crazia nel mondo comunista e non ci sarà neppure stabilità nel mondo in generale; e la falsa stabilità che an– che per lungo tempo si potrà avere, sarà pagata col prezzo del sangue di qualunque oppositore. me1110degli assegni fa111i/iari. E /' 01- 1e1111e, sorre/lo dalla dia/e11ica di quel– li de/l'UIL. Na1t1ralme11Je ci furono lunghe tr111tative 1 alle quali 11011man– cò la presenza de//'011. Rubinacci. La CISL e la UIL avevano aggirala l'i11izia1iva della C.G.I.L. e ne 111e- 11aro110gnm vanto all 1 I111e,-11azionale dove, dopo 1111a 1imile prova di di– fe,a della democrazia, l'UIL /11 accolta con grandi onori.• Di Vittorio co111i1111ò ad affermare. com1111que 1 l'esigenza di 1111a pi,ì agile /10/itica Jalariale, mentre i Viglia11e1i e i Va1111i, che non si accorgevano di essere ascoltati compiacentemente dai 10/i industriali e dal govtrno, contin11a– ro110senza posa a uagliare i loro picco– li fulmini contro /'er•e11t11alità di 11,1 au– mento dei salt1ri. Finalmente, vennero le elezioni: tutti i candidati sorialde– mocraJici e rep11bb/icani del/a UTL fu– rono regolarùsimamente trombati e con le oua rolte ne 11scit-ono il P.S.D.l. e il P.R.l. I lavoratori, che 11011 ave– ·11a110 dimenticato /'impostazione allli– miglioramenti economici, dimenticarono di dare i voli agli ariefici di 1111a si– mile hwaturale impostazione. I loro voti, li diedero a. milioni alle .ri- 11iJtre. L'alchimia a111ico111unistadel/' UIL ttveva dato calliva prova. P. chiaro che i comuniJti non Ji possono rombat– Jere, combattendo i lavoratori. L' UIL, pochi giorni dopo la doccia fredda delle elezioni, in frella e in furia, ha convocalo il suo e1eèutivo e, nel giro di poche ore, ha capovo/10 la 1ua impostazione «tecnica», 101tenuta con accanimento per due anni, formu– lando la richiesJa de/l'aumento del 10% su 11111i salari. Naluralmenle non 10110 mancate le 1trombonature 1111/a « grande iniziativa democratica». Alla faccia! Comunque 1ia, dopo avere affermato che, con i lavoratori, i giri di valzer 10110pericolosi, non ci reJJache pren– de,·e allo della 1111ovasaggezza de/- 11 UIL, a11g11randoci che per l'avvenire, adesso che al governo i rep11bb/ica11i non ci 10110pitì, di errori ne faccia 1111 po' 111e110 che p,r il passato. 5 Glierrori ... e gliorrori moderni C!TECHI spagnol Estratto dal « uovo Ripalda » catechismo classico spagnolo, pub– blicato dalla « Casa editoria! de Arte Catolica >, diciassettesima edizione: A PROPOSITO DEL SOCIALISMO D. Che insegna il socialismo? R. Che lo Stato può disporre" delle proprietà private che costituiscono la ricchezza e distribuirle a mo piacimento agli operai. D. Che cosa mi dic, la Chiesa sul socialismo? R. Che è un sistema assurdo o quan– to mai ingiusto. D. Per quale ragio11e? R. Perché viola la proprietà pri– vata che è sacra, e dispone in– giustamente di ciò che non gli appartiene. A PROPOSITO DEL LIBERALISMO D. Quali sono le libertà che vuole il liberalismo? R. La libertà di coscienza, la libcr– ta di culto e di stampa. D. Che cosa significa la libertà di stampa? R. Il diritto di stampare e di pub– blicare senza censura preventiva qualsiasi opinione, -per quanto assurda e corruttrice essa sia. D. Il Governo deve sopprimere con la cenmra tale libertà? R. Certamente sì. D. Perché? R. Perché ha il dovere d'impedire che i suoi sudditi siano ingannati e traviati, cosa che è nociva alla pubblica moralità. D. Esistono altre libertà nefaste? R. Sl, la libertà d'insegnamento, la libertà di propaganda, la liber– tà di riunione. D. Perché queste libertà sono ne– faste? R. Perché permettono d'insegnare l'errore, di diffondere il vizio e di complottare contro la Chiesa. D. li peccato grave abbonarsi ad un giornale liberale? . R. Sl, perché si incrementa col pro– prio danaro il male, si pone ogni nostra speranza nel disordine e si dà al proprio prossimo un cat– tivo esempio. D. Da quali caratteristiche si rico– noscono i giornali liberali? R. Dalle seguenti caratteristiche: I. Se si dicono essi stessi liberali. 2. Se difendono la libertà di co– scienza, la libertà di culto, la libertà di stampa od ogni altro errore li– berale. 3. Se attaccano il Santo Padre, il clero o gli ordini religiosi. 4. Se appartengono a partiti li– berali. 5. Se fanno · su avvenimenti o persone dei commenti animati da spirito liberale. 6. Se fanno elogi senza riserva di qualità morali o d'intellettuali o d'or– ganizzazioni liberali. 7. Se nel corso della battaglia intrapresa attualmente da Nostro Si– gnor Gesù Cristo e dalla sua Santa Chiesa contro i loro nemici, riman– gono nei loro commenti imparziali. D. A quale regola bisogna attenersi per evitare in ogni caso l'errore? R. Non ieggere alcun giornale senza prima aver avUto l'autorizzazio– ne del proprio confessore. (da: Esprit, juin 1953, rubrica: « Joumal à plusieirs voix >.)

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