Nuova Repubblica - anno I - n. 5 - 5 marzo 1953
'°tJll&I. ,,...,.~. L '.. pression• • plUialiomg », cbc in cui si trov• il .movimento sin• si usa per definire la situazione dacale quando non c'è l'unità, è appe– na sufficiente per caratterizzare lo stato a~tuale della situazione francese. Pii, che di divisione, si tratta di dispersio– ne, di spappolamento, perché accanto alle organizzazioni nazionali esistenti - ve oc sono sette! - si hanno un ~ran numero d'organizzazioni autono– me, alcune importantissime, come, per esempio, il Sindacato Nazionale dei Maestri, che è veramente rappresenta– tivo dell'intera categoria, mentre altr~ si limitano talvolta a un'unica impre– ~a.· .B una situazione così nuova che val la pena di cercarne le c•use. Può sembrare paradossale il ricor– dare che all'epocadel sindacalismori– voluzionario vi era veramente l'unita sindacale; lino a!Ja prima guerra mon– diale, vi fu una sola organizzazione sindacale, la C.G.T. Esistevano già sin– dacati cristiani, ma erano così deboli, per il fatto che si componevano quasi esclusivamente d'impiegati, eh.e non esercitavano nessuna influenza;· la C.G.T., con soli trecentomila aderenti, era in grado di trascinare l'intera clas– se operaia nella difesa delle rivendica– zioni comuni di carattere salariale o relative alle condizioni di lavoro, così come in ~asti movimenti, quale quello per la giornata delle otto ore che, nel t 906, spaventò la borghesia. La C.G.T. subì la sua prima scis– sione nel 1921, al termine e in conse– guenza della prima guerra mondiale. Aveva avuto U1lenorme affiusso d'iscri– zioni, i suoi effettivi erano saliti a due milioni di aderenti; la scissione fu cau– sata pai dirigenti che si erano com– promessi durante la guerra attraverso una stretta collaborazione col governo e dei quali i lavoratori organizzati sin– dacalmente, che erano ex ·combattenti, non volevano più sentir parlare; ve– dendo sfuggire loro di mano la mag– gioranza, questi dirigenti seguirono una politica di esclusione degli oppositori, che doveva determinare la formazione di un'altra organizzazione sindacale, la C.G.T. unitaria. L'unità tornò quasi spontaneamente nel 1936, durante il periodo del Fronte Popolare e ciel grandioso movimento di occupazione delle fabbriche. Tre anni dopo, la con– clusione del Patto Stalin-Hitler e lo scoppio della guerra la distruggevano cli nuovo e sotto il regime di Pétain la stessa C.G.T. fu sciolta. Un'organiz– zazione clandestina raccoglieva tutta– via àò che si poteva conservare del movimento siqdacale e in queste con- DECLINO Pleirogratlo UH7 . NUOVA REPUBBLICA INCHIESTE E DOCIJHEN'.l.'l SINDACATI impotenti • ID Francia ------·------------------,---------- Sette organi11zazioni mettono la classe nazionali " parecchie altre autonome lavoratrice nelL'impossibilità d'agire dizioni si verificò per 1, prima volta un ravvicinamento fra organizzatori della C.G.T. e organizzati dei sinda– cati cristiani. Vnità. dopo lo Hbe- U NA spinta analoga a quella del 1936, ma ancor più poderosa, si determinò al momento della libe– raiione; nell'organizzazione unitaria ri– costituita, Jouhaux e i suoi amici, da un lato, Frachon o gli stalinisti, dal– l'altro, si dividevano le cariche diret– tive. I sindacalisti cristiani ne rimane– vano però fuori e ciò non era privo di significato: anche i loro effettivi erano aumentati in modo considerevole - erano diventati un milione - e so– prattutto, fatto nuovo, avevano fra i loro organizzati degli operai, e in tutte le industrie. DUia.nte que to primo pe– riodo, gli scioperi sono frequenti e nu– metosi, ma hanno sempre un carattere nettamente di categoria. Il nuovo regi– me - che ha alla testa il generale De Gaulle - si sviluppa in un'estrema confusione: il blocco dei prezzi, dei salari, degli stipendi, effettuato in ba– se a una do\trina dirigista inconsisten– te, provoca continue agitazioni che coinvolgono tutte le categorie di ope– rai" e d'impiegati una dopo l'altra. J comunisti hanno allora i loro rappre– sentanti al governo; condannano gh scioperi e accusano gli scioperanti di essere dei sabotatori; gli operai delle tipografie di quotidiani avendo sospeso il lavoro per appoggiare una rive.ndi– cazione, un ministro comunista, l'ex operaio meccanico Croizat, tenta di mettere loro contro gli operai delle of- ficine Renault. DUiante l'anno 1948 tutto cambia. I ministri stalinisti hanno perduto i loro portafogli ministeriali : il doppio giuoco era diventato difficile; era im– possibile essere contemporaneamente al governo e all'opposizione. Quando il socialista Ramadier formò il suo mini– stero senza la loro partecipazione, quel– la decisione apparve a tutti inevitabile. A tutti tranne che a Stalin, il quale ne fu assai scontento, tenendo ad avere i propri rappresentanti nei ministeri per sorvegliare l'azione di governo. L'attività del Partito comunista assunse aliora la forma di una pressione, di un ricatto sul governo, attraverso agi– tazioni continue, miranti a paralizzare o a tUibare una difficile ricostruzione economica. Il punto culminante di quest'agitazione fu costituito dai gran– di scioperi dell'autunno, che mobilita– rono soprattutto i minatori, i metall UI· gici, i ferrovieri, e durante i quali la violenza si manifestò in tutte le sue forme. Queste tUibarono il governo, ma in fin dei conti il loro effetto più si– curo fu quello di un'energica rivolta della base, della massa degli operai contro un'agitazione ~ una politica, il cui scopo, che era quello di servire la politica della Russia, diventava chia– ro anche ai più ciechi. Quello fu il punto di partenza della grande disarti– rnlazione del movimento sindacale: fra gli aderenti alla C.G.T. si sviluppa uno sbandamento generale; sorgono orga– nizzazioni nuove, create sulla base del– l'indipendenza, dell'autonomia; « For– ce Ouvrière » tiene la sua assemblea costitutiva; inentre un, numero elevato di lavoratori organizzati si ribella a qualunque organizzazione. DI VN.A Ril'OLIJZIOl\lE Berlino Esi 1953 ---.-- delle 'fJRrle Q UANTI lavoratori organizzati ha conservato la C.G.T. stalinista dopo questa bufera? Qual'è l'im– portanza degli altri ,raggruppamenti sin– dacali? Ecco quanto occorre cercare, ma occorre non far conto, per giungere a una valutazione, sul numero degli ade– renti, perché quello è un segreto che tutti concordano nel tenere accurata– mente celato. Gli elementi di valuta– zione sono di natura diversa, il pili preciso fra questi essendo costituito dalle elezioni che si verificano nelle imprese per la designazione dei dele– gati. Si può allora constatare che la C.G.T. stalinista, pur essendo general– mente ancora in testa, manifesta un dadino costante in tutti i settori. In seconda posizione vi sono i sindacati 'cristiani, occupando qualche posizione importante assai solida. Si ha quindi « Force Ouvrière », benché gl'Jndipen– denti le disputino talvolta il ter,o po– sto. Un altro elemento di valutazione non meno importante è costituito dal– l'attività di queste organizzazioni, dalla natura della loro propaganda, dalla reazione degli, operai ai loro appelli. Da questo punto di vista, è la stessa C.G.T. che ha messo in luce la su'a grave perdita d'influenza poiché, dopo avere accettato di correre il rischio di un appello allo sciopero generale per -protestare contro l'arresto di Jacques Duclos, segretario del Partito comu– nista, non le è nemmeno passato per la mente di ricominciare, tanto era stato scottante il suo insuccesso, quando uno dei suoi propri segretari, Le Léap, era, stato a sua volta incarcerato (Le Léap non è d'altronde imputato come segre– tario della C.G.T., ma come agente di collegamento fra Mosca e un'organiz– zazione stalinista camuffata). Dopo una agitazione di carattere _pUiamente poli– tico, che è stata disastrosa per il suo prestigio, la C.G.T. si sforza ora d, riprendere in mano i lavoratori organiz– zati che aveva ·perduto, attraverso ap– pelli all'unità d'azione. fondati questa volta su rivendicazioni di categoria. I sindacati cristiani rispondono ab– bastanza spesso a questi appelli; essi ritengono sia una buona taÌtica il ri– spondere a una manovra con un'altra manovra; l'importanza che hanno as– sunto è certamente la caratteristica più sorprendente dell'attuale periodo. I sin– dacati di « Force Ouvrière » si rifiutano invece di prestarsi a questo giuoco. Gli appelli unitari, infine, non sono mai stati così numerosi, forse in con– seguenza dell'estrema dispersione; grup– pi e giornali nascono con questo scopo precipuo. ~[a essi "nonhanno successo: uno scopo del genere, nelle attoali cir– costanze, è forse troppo ambizioso. ALt'HtD ltt1~m:1t B1b 10 ec oBa ZANARDI e PIERACCIN SONO CONOI 3 1n occasione della recente, seduta del nostro Comitato Di– rettivo, abbiamo , icevuto la seguente lettera : Carissimi amici, impossibilitato di venire a Firenze al comitato direttivo del movimento autonomo so– cialista, vi prego di considerar– mi aderente ai vostri delibe– rati. La prossima battaglia elet– torale deve trovarci uniti sot• to la bandiera socialista, lon– tani dalla politica dell'Oriente e dell'Occidente, fautrice di guerra, per iniziare l'interna• zionale di tutti i lavoratori, che è la suprema aspirazione di tutti gli uomini civili. Saluti augurali FRANCESCO ZANARDI Nella stessa O,fCasione, il compagno Gaetano Pieraccini ha tenuto a con{ermare la sua piena adesione al Movimento di Autonomia Socialista. Glioperai di Lambrate a Greppi e a Mondolfo Noi operai e lavoratori di varie categorie che abitiam<} nella zona di Lambrate ed an– che oltre, abbiamo seguito con fede sempre immutata le va• rie vicende del Socialismo e abbiamo dato sempre il no– stro appoggio e il nostro con– tributo. Gli uomini socialisti però, che hanno guidato fino ad ora ci hanno purtroppo delu– so contribuendo a dividere an– ziché ad unire. A dividere : asservendo i va– ri tronconi alle forze del ca– pitale da una parte e al Co– munismo dall'altra. Pochi uomini si sono man– tenuti sulla retta strada. Da questi uomini ora noi speria– mo ·qualche cosa. Vogliamo essere indipen– denti anche se poveri. Voglia– mo difendere il lavoro con i suoi doveri e i suoi diritti. Vogliamo che si uniscano tutti i socialisti disillusi e sbandati perché da essi molta gente attende che si ristabili– sca un giusto equilibrio di forze nel Paese. Vogliamo essere adulti ed essere trattati da adulti. Crediamo ancora in alcuni µomini e specialmente in voi, Greppi e Mondolfo, che desi– deriamo nostri capi perché ci avete dato prova di sociali– smo difendendolo con sacrifi– cio, disinteresse e lealtà. Apriteci le porte e noi vi seguiremo con immutata fede. Vittorio Turrin, Zani Antonietta, A– licino Carmelo, Pagani Carmela, Du– blini Luigi Colombo Fster, Marcella Turi in, Maddalon Giuseppina, Sopran• tini, Cavieri Giuseppe, Curioni Amedeo, Renata Pagliarini, Carlo Cittc1 io, An– gelo Corinelli, Vcaa Fcrra1i, Virginia Ferrar i, Mace1 i Filippo, Pace neo Carla, Dosio Filippo, Confalonieri. Mcrnni Pasquale, StafTOri11i Gemma, .Mo, ini Alfredo, Dcnardi Rita, Strapazzon Er• silia, F1igerio Luigi. E. J~1igcrio, Elpi• dc de Filippi, Sbarbato, St·galini ~fa. ria, Pasquali Amilcare,- Pasquali Mai ia Beneli Adalgisa, Bertelli Ct'.!ia1t'.,Bt1• tclli Pompeo, Manzoni GiuSt'.pfJe,Am,:, li T.uis.,, Bèrloli F., nesto, ecc ..
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