Nuova Repubblica - anno I - n. 2 - 20 gennaio 1953

merrdcrcosr-urri:esorcr-di guerra del quale si conoscerà forse un gior:10 esattàmente !'_ammontare ma si sa già che è considerevole. Dal caso Tillon, e da quello di un altro capo della resistenza, oppositore anch'esso, pare-che una parte del– le somme allora accumulate sareb– be stata lasciata a disposizione di certi militanti considerati come uo- . mini di fiducia. Sull'argomento, non si sa ancora se non ciò che rivelano discvssioni come quelle che hanno luogo in questo mo– mento. Se il caso Tillon non ha ancora preso il suo pieno sviluppo, q..1el– lo di Marty è entrato in una nuo– va fase : la sua espulsione dal Par– tito è stata alla fine pronunciata ~cl egli si trova per conseguenza in istato di presentare pubblicamente la sua difesa. Se, al processe di Praga, si è vista una donna ·chie– .dere la corda per il marito, Marty, dal canto suo, è stato tradito da un cognato al quale aveva affidato dei documenti che questi ha ri– messi al Partito. Dato il carattere cl i Marty, questo fatto non può che incitarlo a prendere una vigo– rosa offensiva contro uomini che l'accusano ora d'essere un poliziot– to; egli è già ben deciso a conser– vare il suo seggio di deputato. Rac– coglierà attorno a sé altri membri del Partito? Potrà o vorrà costi– tuire un gruppo? O semplicemen– te raggiungere uno dei gruppi dis– sidenti già esistenti? ~ molto dif– ficile dirlo, tanto più che è pos– sibilissimo che non sappia ancora neanche lui quale decisione' pren– dere. Ma ciò che questo caso ha già provato, è che la direzione del Partito è in piena decomposizione. li ritorno di Thorez, annunciato, a più riprese, come « prossimo » e sempre rinviato, aumenta lo scompiglio. Per il momento, Mo– sc,1 lascia manifestarsi due tenden– ze che si oppongono quasi pubbli– camente : Duclos, protago,iista del fronte nazionale unito, e Billoux che insiste sul compito direttivo del Partito, che si deve affermare dappertutto. Ciò può d'altronde ri– spondere al suo abituale doppio giuoco. Le ripercussioni della crisi nella massa del Partito sono serie, an– che a confessione della direzione. L'autocritica imposta ad una fede– razione, quella della Somme, ha fornito l'occasione d'avere cifre precise: gli l l.189 aderenti del 1946 non sono più che 4.600; si trovano 14 cellule d'azienda invece di 53, e 156 cellule locali ·o rurlli invece di 447. Ed è possibilissimo che le vere cifre siano ancora in– feriori a queste che sono 1.fficiali. L'armatura amministntiva èel Par– tito, - di un Partito infinitamen– te più ricco di quanti· la Francia ne abbia mai conosciuto, dalle risorse materiali inesauribili, che dispone di ·16 quotidiani che, ogni ~iorno, in tutto il paese, portano invariabilmente la versione stali– niana degli avvenimenti -, ma– schera in parte questa deromposi– zione dei vertici e ne attenua gli effetti. Viene messo l'accento sulla difesa della pace e sull'eccitazio– ne permanente d'uno scio, inismo antiamericano delirante. In questo campo. il Partito riporta ancora surcessi. Perde operai, ma il << fron– te nazionale» gli arquista dei bor– _ghesi nazionalisti e reazionari, e • _gli capita di guada_gnare occasio- 1 nalmente qualche intellettuale. 1. P. Sartre:: potrà presto sostituire il !)é~":111~ di Canlc:rbury. ALF'Rl>DROSMF.R o G o NUOVA REPUBBLICA I L polari:zarsi dell'opi11io11tttmbblira mlfe di stttndere, in /orma di tratlato interno:io– so,ti della C.E.C.A., auentuatosi dopq noie, "" proietto che fissasse le norme in le dichiara:io11i di /~ussemburgo e Strasburgo Jor:a delle quali sarebbe stato possibile proi:– del Ullrmbre srorsn, 11011de,,, tultauia la- vedue all'101i/ica:ione dei z.·ari eserciti no– srin, /mssare in St>condo pia,10 gli suifop/1i :io11ali in rrn solo esucito e11ropeo, limi– d,lla C.E.D., rhe resta, sen:a dubbio, lo ta11do però l'auordo al solo piano t,rnico, pi,i importante delle autorità s1wcialiuatc presci11de11do cioè da og11i implico:ione sul si11 ,,ui prez·ist,. piano politico nei rapporti tra gli Stati, giu- 1 rnoi prerednlli storiri sono da rira- dirata allora, o,iclie da pc,rle itolio11a, pe– corsi nrl Piano - prttsu1talo al Parlamento ,ùolosa o prematura. (Era quttllo il tem– /ranrru il 24 ollob,e del '50 - rlu pr,se po in wi parlarr di [cdcralismo sembrava il ,wmr dalfattuale .Ministro della Difesa delitto di lesa ... ~erietà, me11tre l'il"4sio11e e ullu1ll P,esidentr del Cn11siglio /ran<Y,, funiionali.sta /arella strage!). Re11! PUtt11. N,lla Con/ertm::a si parlò 1w po' rii tutto: Fm lr oppollr len,/e,,::, ,i pon,i•o op- delle uniformi, drl gi,unmeulo, dr/ soldo, punto J'lfr,m, il 11uol, /oniit•a geniolme11te. del soluto, della ba,,diera, dilla lingua, drl ro11 il s1w ,wot·o Piano, la possibilità di tras/erime,,to di co11tinge,ili doll'11no all'al– u11'11tili::::o.:il'/ne, sul terreno lt't'11ico, del pre- tro pan,, dtd limilt' d,lle 1111ità110.:ionoli, .:ioso apparato militare tedesco, sen:a /U'- dttl'impi,go di truppe in colonia, delle /or– raltro i,uorrere nel rise/aio di 1rn rin,uu·ato tr,1tati1:a di egemonia germa11ira Sili ro11- ti11t:t1le. A suo c:olto, r,ueslo Piano s11scitai•a rner– gicl1e reu:io,ri di vasti ambie,lli specie della porte di là dol Re110, trt, c:11i la socialdemo– ua:ia di Srllumot'lier, l'Ui 11011 garbava af– fatto la prospettii:a di fornire truppe mer– ce,wrie allo.-vschiuame11lo ouidntal•, di!l q,wle pure si sn,tivo s/Jirit1,al111e,1teporte . Si po,1ei:a quiHdì, t'On carallue di as– so"'ta priorità, l'esigen.:a di una riacqui– stata autonomia sul piano /1olitico, la cui /,osta ero i11 /Jratirn ra/1/1rese11tata dalla /in110 del t1·a1toto di pace e dall'a.mmissio- 11e al N.A.T.0. o condi::io11i di parità con t11tti gli altri partuipo11ti. ORGANI della nuova Et1ropa di Luciano Bolis ::e a11siliarie di poli::ia, dell'armamento, del– l'er,11ipaggiome11to, dii ri/or11imenti, delle ceu Philip: « /• suis pour la mllhodc /onc– tion~ne Jt, con il che i:pl•va app;mto dire l'h'rgli non era a/lotto per quel metodo, poiché sop111a be11issimo che nOn polet·a /un– :io11ar,). ln/alli, romr pretender, rhe u11 ,•sacito fu,1:ioni: . l)se non fa rapo ad u,w Stato clie tutti i ro111batte11li /1ossa110 ro,uiderar, r sentire rome la propria l'atrio comune? 2) se 11011ha ossir1ualo un /i11an::iu– me11to proprio l'ht' 11011dipenda dai si11goli Stati, romt1 p11rc dovrebbe i11segnarr l'esem– pio dtlla Co,i/rdera:iont ameril'ano dal 'i6 a/1''8i? 3) se ai rriteri del suo eventuale impiego 111">11 presiede "n'u11ità d'indiri::::o nella po• litiro eslera quale solo un t·ero poterr statale può assicurare? No11 troua11dosi uno risposta a riunti .lll'. .fÌ a11drà /att1lmet1te · i11co,ttro all'assurdo di 1rna /or::o armalo che, per non poter fa, rapo all'aulorilà di u110 Stato rhe cor,-i– spo,,da a.nche teogra/icamen~t all'ompie:.:a del territorio che esso rstrcito sarebbe chia- moto a dife,ulue: - - J)nq_1t /1111:ion,ra rame '"' l'".,!O argan,.- smo 1111itario ma solo come -coali:ion, di /or:e <lrmale na::io11oli, che è poi la tradi– :io11ale so"':io11e d[ tutte l, alle,111:r; 2) oppure, di fatto, 1·ertà a dip,.,1drre uniro111e11te dal Como,ida11te del N.A.T.O., t'Ìoè in definitiva da 11110 poten:a straniera, 11ei rui co11/rot1ti ossim,uebbe la f1oro sim– />atira /ig11ra di rserrito vassallo. Per /ortu11a l'allom Coma11dqnte dtl N.A. T.O. e oggi /Jre,idente degli U.S.A., gene- • Mt1 torna11do al nostro rscrcito eu,opro, la pi,ì sensa::io,rnle /1roposla sul 1,ir1110par– lamentare resta qu,lla che /rre il i·urhio Churrhi/1 ali' .Asu,•i.blra Consultiva del Con– siglio di Europa 11 1I agosto del 1 50. spese e dei me::i J,er forvi fronte: i11som- rolr Eiset1hower, comprrse il pericolo di mo direi che sul piana tecniro nie11te si è scarsa el/icin1::a proprio di unn simile so/r;. tralasciato di prevedere! :io11e e, neWi11tertsse el/ettivo della difeso lo ebbi la t•ttllut·a di assistert a quello s:orico seduto e ricordo che, quando subito dopo Churchill proe la parola Reynaud per presentare lo ca11didatura del primo all'alto i11cariro dì Commiuario alla Difesa europea, 11,tti a,emmo la senso::ione che, per q11esta strada. si sarebbe presto reali:::ata un'uni– /ica:ione dell'Europa chtJ romprendesu an– che il Regno Unito, il cui più ,wto,et·ole espo11e11te si po,ui·a allora come il simbolo della ,iuo1•a resist,rn:a oc:c:id,t1tale, così co– me 11el gi11g110del '40. o Du11kerr,ue, 01·e– va i11can111to11uella di t11tto il, mondo liberu all'ai·a,1:ala del /asrismo i11t,•r,ra:ionole. I successivi ovi·enimenli ha,1110 tutlai·ia dimo– strato come 1111tlla prima impressio,u /osu etrata. All'entusiasmo d, r11ul momu1to s,uasu– ,o in/olli le_ disarn1a11ti batt11te Jel/'attrsa sul pia,w pt>litil'o e sul /1ia110 tec11iro, ra– me 11111/>re s11uedr quando si l,ulla di ptu– sore dt1l teorirn al proliro: lo elabora:io,11: del trattato per la co,n·ora:io11e di imo speciale co11/ertn:a diplomatica e lo sua opprova:io11e do parte dei vari Porlame,ili. I vari roppruerrlarrti dei gouerni in della Co11/ere11:o, insediatasi a Parigi il 15 feb– braio d,l '51, m:evo110 rice:•r,to il mandato Ma mentre per le questioni mi11ori l'ac- dell'Europa, si schierò apertame11te, lui mi– ro,·do tra i rappresentanti dei uari Co- /ilare, fJer la soluzione /ederaluta ... cerni era /ac:ilr o quanto meno possibile, Sta di fatto che nl fine i governi com– trattandosi per l'appunto di interessi non presero l'impasse in cui si erano cacciati, essen::iali, quando poi si L'enne a parlare, con l'ilfuJione di ncore 1111 esercito europeo ad esem/1io, della messa in comune del ie- •sen:a uno Stato europeo, e cercarono di greto militate, degli armamenti che ot11i rimediord, lasciando rientrartJ per la finestra Stato doveva prtuurar, e, sopraltullo, degli quello che avevano prima cacciato dalla impegni /inan:iari rui per questo dovet·a J1orJa, rioè il pri11cipio dell'autorità politica sottostare, ciò che aurebbe necessariamente romportato il riesamt e il l'Oniro/lo delle fit1golt politiche /israli e prod11ttit·e, allora gli esperii si resero co,ito rl,e stavano eso1·– l,ita11do dt1l 111011dato rireu,4(0 e rirhiestro ri,1110,·ote islru::ioni t1i governi. li: app1,nto interrssante rile11are comtJ, in q11ella fase interlocutorio, usi pu 1,rimi abbia110 /atta /,rese11te ,,i go1·erni la 11e– assità di stabilire le basi 1,olitich1· sull, quali l'tdi/it"io dtl rn:.tit11rna·n uorilJ rup,o do1·rr·a erigersi. In r,uelle dichit1r11.:io11idegli esperti, clir at·eva,w pot11to touare cot1 ma110 l'i,,s,,J– /irie11:a di rerte so"':io,1i, o meglio /'i11a• deg11ate::o del piano su wi si nano fi,w t1lloru ricercate, sta lo migliore sro11/essio11e d,I metodo funzionale! (Mi sono ricordato allora di 11110 slogan clae ai·ei•o sentito 1111 giorno s1tlle labbro dtl leader socialista /ro,r- sopra11a:io,u1I,. Vi ~ così 11110 spiraglio, aperto> ntl muro dr/ Trattalo, dal suo articolo 38. cht io ro11sidao come l'appiglio obbligato eh~ t'Oll1'Wlirà al rocciatore sospeso d1 trt1rsi d'im– /)(lcrio, sempre clte 11e sappia far 11so t'OII la dovuta oculate::::o ed e11ergia. Q11esto articolo si prr/igge in/atti di al/i– do,e oll'AsumlJleo della Comunità lo studio della t"ostilu::ione d1 1111an11nr·a assemblea tltllo \U btui drmnrratit".~t', tlae pnssa co– stituire uno dtgli elemrnti di una succ:essi– r·a strutturo federale o confederale, bCJsota s11I /Jri,,cipio d~llo separo:io11e dei poteri e -comportante i11 particolare u,i sistema rap– prtsentath:o bicameral,. Du11r,ue il pri11ripio dell'autorità soprana– .:io,wle è stato accettato! Si li atta,' da pri11- ri11io, di /0111r rt<altà e di questa realtà far buo11 uso. LUOIANO llOLIS Un socialista del Nord del S·ud- • • ai compagni To,ino. 30 diccmb,c 1952 Cari compagni, non si può aver tutto in questo mondo. Firmando. insieme alla ri– forma elettorale. il patto d'unità d'a– zione con la Democrazia cristiana, il Partito socialista democratico ha ri– nunciato alla lotta per la costituzioni· cli un unico partito socialista, indi– pendente dal Comunismo e dalla De– mocrazia cristiana. E noi ci siamo dimessi, o abbiamo meritato di es• Sl're espulsi dal Partito socialista de– rnocratico, per non a,·er voluto ri– nunciare a tale lotta: per a,·rr con tinuato a credere che· la costituzioni di un unico partito socialista incli– p1.·ndcntf•sia possibilr: <· che sia im– possibile· rinunciarvi, senza rinunciare alla basl' stessa di una forza po1iticn cli centro t' di un Co,·l'rno ,·cramcn– tl' democratico. Ciò non significa eh{· il Partito socialista italiano abbia acquistato il diritto di rimprOVl·rarc· al Partito sc– C'i«listJ democratico il patto d 1 unitt d'aziont· con la Democrazia cristia– na. o l'aecrttazionr della riforma <'– h·ttoralc: e non significa che il bloc– co comunista abbia il diritto di por– re in istato d'accusa il blocco demo– cristiano. Ognuno dei due partiti giu– stifica l'altro. ognuno dei due bloc. <'hi giustifica l'altro, ognuno dei due partiti e dei due blocchi t correspon– sabile di tutti _gli l-rrori dell'a1tro. f'. per mc motivo di grande orgo– glio, e di grande speranza, l'essermi trovato subito d'accordo su questo punto con gli operai di Savigliano, e della « Grandi Motori > e della « Lingotto:> di Torino: e mi sareb– be motivo di un più grande orgo– glio e di una più grande speranza, il trovarmi subito d'accordo anche con voi: il sapervi convinti che non possiamo chiedere, né accettare, fcr• mc restando le sue attuali imposta– zioni politiche, la solidarietà del Par– tito socialista it31iano, e tanto mrno quella del Partito comunista. Noi non possiamo, infatti. ndlo stesso tempo combattere contro la ri• forma perché l'Ssa approfondisce il dissidio fra i due Partiti socialisti. e rallegrarci di questo dissidio, e contribuire ad approfondirlo, parteg– giando per uno dei due Partiti so– cialisti: non possiamo nello stesso tempo combattere contro la riforma perché essa aggrava il pericolo di un conflitto diretto fra il blocco demo– cristiano e il blocco comunista, e rallegrarci di questo pericolo, t' con• tribuire ad aggravarlo, parteggiand0 per uno dei due blocchi. Dobbiamo dunque combatlere la nostra battaglia da soli, almeno per ora: dobbiamo rifiutare anche In so– lidarietà dei compagni del M.L.I., e di quelli fra loro pur vicinissimi a noi. finché in essi non si sia spento del tutto quel rancore anticomunista 1 quell'anticomunismo di cx comuni• sti, in cui il loro movimento rischiava di degenerare, e ,per cui era desti– nato, fin dall'origine, e dalla volontà dei suoi fondatori, a dissolversi in un movimento più ampio. Dobbiamo aver coscienza della no– stra forza ideale: non ripetere l'er– rore del P.S.U.: non commerciarla, per un successo o per una serie di successi immediati, in frettolose al– leanze. Soprattutto non dobbiamo in– graziarci il favore di nessuno, con una astiosa polemica unilaterale verso il Partito o i dirigenti del Partito, da cui siamo usciti. E anche la polemica unilaterale meno astiosa - immedia• tamente necessaria per alcuni di noi e per la giustificazione di alcuni loro atti - deve cessare nel pi l1 brc~vc periodo di tempo. Le sezioni dei « Grandi Molori >. di Savigliano, di Chivasso, di Torre Pcllice e del «Lingotto>, uscite per prime dal Partito, sanno di essersi assunta una grande responsabilità verso i compp.gni socialisti di tutta ltalia, e verso l'opinione pubblica. Per loro il periodo delle polemiche unilaterali, o non è mai cominciato, o è già chiuso. Esse hanno fatto qual– cosa di più che costituirsi in Sezioni socialiste autonome: hanno chiara– mente dimostrato la loro reale auto– nomia in confronto a tutti i Partiti. 3 Sanno che noi dobbiamo rappresen– tare non l'ex frazione dissidente <li un partito che aspetta di diventan· la frazione dissidente di un altro, ma la stragrande maggioranza cll'i socialisti di ogni partito e di nessun partito, oggi pili chiaramente di iC'ri avvilita dai propri errori e dagli er– rori dei propri dirigenti: ma che ap– punto per ciò fonda più èhiaramrnt<· cli ieri tutte le sue speranze, per l'a,·– vènire dei lavoratori. e per la sal– vezza della democrazia italiana, in un partito socialista che sia un par– tito socialista: indipendente dalla Democrazia cristiana, ma dal Comu– nismo: indipendente dal!' America. ma dalla Russia: un partito sociali– sta e italiano; che incominci ad avere almeno il coraggio di dichiarare la propria parentela politica coi socia– listi, prima che coi democristiani o coi comunisti, e con gli italiani, prì .. ma che con gli americani o coi russi. Naturalmente, per dar vita ad un partito simile, non basta essere una ma'ggioranza dispersa e i rapprcsen .. ... tanti 01- una maggioranza dispersa. Bisogna non aver fretta. Bisogna non aver fretta, cari com– pagni del Sud: cd è perciò che vi scrivo e non solo per l'amicizia che mi lega a Finocchiaro, a Patrono e - ad alcuni dei vostri uomini migliori. Voi avete il diritto di fare accettare quest.o consiglio di prudenza da t.utti i compagni. Si tratta di dar vita ad un partito che non esiste, non di tracciare un programma d'azione per un partito che esiste già. Bisogna eli– minare prima di tutto una fonte di equi\"oci, di finzioni e di ipocrisie fra noi stessi e fra tutti coloro che, seguendo il nostro esempiot vorranno dirsi socialisti. Perché non è vero che coloro che si dicono socialisti, e non è vero neppure che coloro che si dicono o sono pronti a dirsi socia– listi indipendenti, siano d'accordo sul significato che si deve dare a queste parole. E bisognerà anche superare l'ostacolo di queste parole fra noi e coloro che si sono finora espressi con parole diverse per affermare le no– stre aspirazioni e le nostre stesse esi– genze. Bisogna non auer fretta e non auer paura: l'eccessiva paura, in al– tri tempi e in altri ambienti giustifi– cabile, dcll'intellettual;smo, trasforma– tasi in paura dell'intelligenza, ha re– so assolutamente stupidi gli antiintcl– letfuali del P.S.I. e del P.S.D.I. Bi– sogna che ognuno di noi dichiari sen• za reticenza alcuna che cosa intende per socialismo, quali siano i principii ai quali questo socialismo deve ispi– rarsi, e· confe precisamente esso si debba distinguere, e se si debba di– stinguere, dal «socialismo> ,dei co– munisti, dal « liberalismo :. rivoluzio~ nario, e dalla « democrazia » delle sinistre democratiche. Senza un'ampia e profonda di– scussione iniziale su questi problemi teorici, senza una chiara professione iniziale di fede dei suoi uomini più preparati, un nuovo partito sarebbe necessariamente un partito di tradi– tori e di buffi, perché ognuno at– tribuirebbe all'altro i proprii prin– cipii e non saprebbe spiegarsi le azioni dell'altro, eventualmente in– spirate a principii diversi. Ma bisogna non aver fretta e non perdere un minuto. Bisogna che la prima riunione cfei promotori del nuo– vo partito non si concluda frettolosa– mente in uno dei soliti compromessi. Bisogna che essa· sia preparata con ogni cura, .come un lungo e serio convegno di studiosi e di uomini po– litici, e non come uno dei soliti con• vcgni o congressi di accademici, o di aspiranti deputati o di politicanti. Ma bisogna prepararla sin d'ora. Non bisogna perdere un minuto. Non bisogna rischiare di dire un minuto troppo tardi - a noi stessi e agli italiani -· che abbiamo avuto ragio– ne di credere, che molti di loro hanno avuto ragione di credere, nella pos– sibilità e nella necessità di un par– tito socialista indipendente, perché abbiamo avuto ragione di credere chr il nostro socialismo non fosse soltanto una parola, o una espressione no– stalgica, o l'antico marxismo, ,;na una dottrina antica e nuova. non an– cora formulata, ma radicata in noi, e già formulabile, se soltanto avre– mo il coraggio di formularla, se avre– mo il coraggio di vivere nel nostro tempo per risolvere i problemi del nostro tempo, e non per i·nseguire i fantasmi del passato. Buon Anno, e buon lavoro, dun– que, cari compagni! Vo,tro lllACJOMONOVENTA

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