Annamaria Lonibardi operazioni di manutenzione delle merci. A titolo di esempio, ricordiamo una stima fatta in Nuova Zelanda 5 , dalla quale si rileva che il tempo strettamente necessario per la discarica delle: merci rappresenta solo il 15% del tempo totale speso dalla nave nel porto; tale percentuale scende al 12% nel caso della caricazione delle merci. Il restante 85% è assorbito dalle domeniche e dai giorni feriali non lavorativi; dai tempi morti, che possono rappresentare fino ai 2/3 della giornata lavorativa; o ancora dagli spostamenti delle navi dovuti alla natura delle merci o a disposizioni delle autorità portuali. Si aggiungano i ritardi di entrata e di uscita dal porto, la sosta per l'attracco alla banchina, i tempi dovuti alla congestione delle stesse o dei magazzini generali che provocano l'arresto delle operazioni. Se è vero, quindi, che la congestione è spesso sintomo di uno sfruttamento irrazionale dell'organizzazione portuale, la stessa causa si può dire sia all'origine degli elevati costi di manutenzione, nonché degli aumenti di costo derivanti dalla immobilizzazione delle navi. È perciò necessaria una organizzazione efficiente dei servizi, in modo che, riducendo i tempi di attesa e quindi i costi delle operazioni, si produca una tendenza all'incremento dei traffici. In tal senso, la funzionalità di un porto è la condizione della sua produttività: le economie che un porto funzionale permette sono rappresentate dal coefficiente di utilizzazione del naviglio, dai più brevi tempi di stallia e da una generale spinta alla riduzione dei costi per le operazioni portuali. L'aspetto tipico della moderna economia portuale consiste, quindi, nella tendenza alla minimizzazione di quella parte rilevante del costo di trasporto che è imputabile al porto. Tale obiettivo può raggiungersi sia aumentando la capacità fisica del porto, mediante investimenti addizionali, sia mediante la ricerca di un migliore impiego della ricettività disponibile. Nel primo caso, si tratta di realizzare un miglioramento che adegui la capacità fisica del porto ai bisogni del traffico attuale o di quello previsto nel futuro; nel secondo caso si tratta di modificare il sistema d'impiego delle attrezzature esistenti, di sfruttarle più razionalmente ai fini dell'aumento della produttività. Il problema, in ogni caso, è di natura economica; ma la sua soluzione passa per l'efficiente organizzazione tecnica degli spazi portuali, che, oltre a poter disporre di funzionali attrezzature, devono essere destinati ad attività specializzate. · Dall'esigenza di questi perfezionamenti del sistema portuale, non può· non derivare una notevole ripercussione sui relativi investimenti, la cui 5 New Zealand Overseas Trade, Report on Shipping Ports, Transports and other Services, New Zealand Trade Streamling Commitee, Londra, 1964. 70
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