Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Cronache 1neridionaliste cessariamente a soluzione - la questione si sposta perciò su un terreno diverso, quello politico, dove si tratta di giudicare se esistono oggi forze e volontà sufficienti a restituire alla questione meridionale il suo carattere di tema determinante, su cui si misura la coerenza delle scelte, dei comportamenti delle figure sociali dominanti (imprenditori e classe lavoratrice) e delle loro espressioni politiche. L'appello o la richiesta che viene mossa da più parti a riprendere o a fare una rogorosa politica economica orientata in senso produttivistico e quindi a darsi carico anche dello sviluppo economico del Mezzogiorno, si scontra non a caso contro forti resistenze e rischia di ricevere risposte scettiche anche perché l'esperienza degli insuccessi registrati negli anni passati (gli ambiziosi programmi in gran parte irrealizzati o realizzati solo per caso). L'esigenza di ristrutturare l'apparato -produttivo (cioè di adeguarlo ai nuovi livelli salariali ed alle condizioni di un'accresciuta competizione internazionale) e di estendere al tempo stesso la base industriale del paese ad esempio alle regioni del Mezzogiorno, significa in astratto che è necessario elevare il saggio d'investimento complessivo dell'economia italiana ad un livello di gran lunga superiore a quello attuale; significa cioè dare luogo alla formazione ed all'impiego di risorse produttive in misura che forse è al di fuori dell'orizzonte immediato dei capitalistiimprenditori e comunque dei centri di decisione pubblici e privati oggi dominanti. La gestione politica di un programma tanto ambizioso, comunque la si voglia configurare, non può essere certamente del tipo di « ordinaria amministrazione »; né può essere tale da soddisfare immediatamente tutte le esigenze che provengono dal corpo sociale - qualunque esigenza che qualunque gruppo sociale avanza ai pubblici poteri. Una politica economica di riforma e di estensione della base produttiva, comporta cioè una rigorosa lista di priorità, e quindi lo scontro come l'incontro tra le classi sociali i cui interessi vanno sacrificati o i cui interessi coincidono. Se questo è in astratto il corso politico che può darsi carico di questioni apparentemente incompatibili o di fatto incompatibili nell'attuale organizzazione della società italiana (come la questione di un incremento della produttività e quella dello sviluppo meridionale, cioè la conciliazione di sviluppo intensivo e sviluppo estensivo), viene da chiedersi se . ed in che misura le maggiori forze politic;he siano all'altezza della situazione, non tanto e non solo per le ripetute dichiarazioni di buona volontà quanto per i comportamenti concreti che esse assumono. La base sociale e quindi anche il comportamento dei maggiori partiti politici italiani - in primo luogo del partito di maggioranza rela47

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