Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

, ,\1.SI: doppia faccia della continuità il riflusso a destra dell'elettorato. I partiti democratici napoletani hanno la pesante responsabilità di aver fornito sempre il pretesto, anche se non la giustificazione, per ogni tipo di esplosione ribellistica. Il sottoproletariato partenopeo vive in condizioni drammatiche. Borghesia e notabilato agiscono in funzione della conservazione dei privilegi acquisiti. L'economia della città o è quella del vicolo o è di tipo coloniale. Gli imprenditori non amano il rischio delle moderne intraprese, ma ancora puntano sui facili guadagni della speculazione edilizia. Le loro energie sono rivolte alla creazione di uno stabile rapporto di complicità e di connivenza con le autorità comunali preposte al rilascio delle licenze edilizie. Il ceto medio è avvilito e impaurito. I servizi sociali (case, scuole, trasporti, verde, difesa dell'ambiente) sono di gran lunga al di sotto, per quantità e per qualità, del fabbisogno. Napoli - la « capitale morale della Destra Nazionale» - è una gigantesca gabbia in cui vivono più di centomila disoccupati e altrettanti sottoccupati. Alcune opere pubbliche che pur sono state realizzate, hanno inciso tutt'al più sugli effetti del male, non sulle cause. In tutte le altre città italiane, anche in quelle dai nervi più saldi, la propaganda missina trova sempre un argomento per penetrare: fenomeni tipici della disgregazione urbana, profondi squilibri territoriali e setteriali, la crisi industriale, la caduta dei livelli di occupazione, il carovita, i frequenti attacchi all'ordine pubblico, la disaffezione di vaste fasce di cittadini verso una democrazia che non difende con sufficiente vigore e risolutezza i suoi istituti, il malgoverno, l'indebolimento dell'azione degli Enti locali. In questa situazione di dissesto complessivo, la Destra Nazionale si configura - come ha scritto Enzo Forcella su ' Il Giorno ' - come la punta di un « iceberg » e sotto il livello dell'acqua si agitano forze e interessi che, pur non essendo 'fascisti' nel senso rigoroso del termine, finiscono per portare la loro acqua al mulino del fascismo, dimenticando cose che non debbono essere dimenticate e che cioè il fascismo è stato il regime della miseria, della stagnazione e del ritardo sociale. Purtroppo, però, le maggioranze silenziose, quando si formano e cominciano a premere, non rinunciano solo a parlare, ma anche a ragionare. La loro « presenza », se si avverte, va presa come la testimonianza di un malessere generalizzato che può avere sbocchi imprevedibili. La Dest~a Nazionale, concentrato di ·movimenti eversivi e di ri~ bellismo neo-borbonico, va neutralizzata sul terreno dell'iniziativa 31

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