Il Parlamento 25 anni dopo bersaglio dei nazionalisti, i quali, con le loro teorie, dettero al fascismo un prodotto già confezionato e che servì per porre « sotto accusa » il sistema parlamentare e, con esso, la democrazia. L'assassinio di Matteotti, come quello di Giovanni Amendola, la decadenza dal Parlamento dei deputati aventiniani, questi ed altri episodi di violenza, compresi l'arresto di De Gasperi e l'incarcerazione di Gramsci, avevano avuto le loro premesse ideologiche nella campagna denigratoria condotta, con diverse tonalità, contro il Parlamento e i suoi esponenti. Ben si sa che, in se stesso, il Parlamento è l'antitesi dell'autoritarismo e dei fascismi d'ogni tipo. E, anche per questo, occorre garantire che, effettivamente, l'istituto funzioni, e che sia veritiera, il più possibile, la classica equazione che vuole il Parlamento sintesi o specchio della volontà popolare. Diversamente, gravose conseguenze possono prodursi nel tessuto dello Stato. Persino V.E. Orlando aveva osservato che era possibile che il Parlamento potesse non esprimere più, in certi momenti, la « volontà popolare »: e, in tal caso, affermava, sono le rivoluzioni ad entrare in scena. Il vecchio statista non considerava l'altra eventualità: cioè che fosse il fascismo, o fossero altre forme di autoritarismo, a trarre profitto da una eventuale crisi del Parlamento per proporre, o meglio per imporre, la loro alternativa autoritaria. Evidentemente il problema del rapporto tra istituzioni politiche e paese, rilevato anche da Alberto Sensini sul « Corriere della Sera », chiama in causa i partiti. Eccoci ad una delle forme nuove, più evidenziate nella nuova realtà politico-costituzionale. I partiti, sotto tale profilo, appaiono organizzatori e mediatori della volontà popolare, impalcature portanti del sistema democratico, a fianco de] Parlamento e degli organi costituzionali. Ne deriva, rispetto al passato, una maggiore loro responsabilizzazione. L'esigenza d'una vita democratica all'interno dei partiti diventa, indirettamente, condizionante per lo stesso sistema generale. Inseriti nella Costituzione con l'art. 49, che li consider~ come partecipi all'elaborazione della politica nazionale ( « Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica nazionale » ), sono i partiti ad avere, di fatto, la gestione delle elezioni. A questo punto è chiaro che la selezione dei <, quadri », e quindi dei parlan;ientari, da parte delle forze ·politiche, assume un aspetto che interesserà - a legislatura aperta - anche per ciò che concerne 7
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