Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Editoriale sospettato di star per commettere un reato si potrebbe applicare ai contestatori-guerriglieri che hanno le automobili con il portabagagli carico di sbarre e di catene, o portano a tracollo il tascapane carico di altre « armi improprie », si dovrebbe obiettare che costoro potrebbero essere fermati non solo in quanto « indiziati » di reato, ma anche per il reato di detenzione delle armi improprie: questo infatti è già un reato. La formulazione e la dizione del disegno di legge sul fermo di polizia sono dunque troppo ambigue per non condividere il giudizio che ne ha dato, sulla « Voce repubblicana », Paolo Ungari: di tutto si può parlare, nel caso della facoltà conferita alla polizia di fermare il cittadino sospettato di stare sul punto di commettere un reato, tranne che di indicazione « tassativa » di casi eccezionali: « basta riflettere al dubbio in cui verserebbe il magistrato chiamato a ricostruire il processo psicologico dell'agente di polizia per stabilire in sede di convalida se la illazione di quest'ultimo fosse più o meno fondata». E comunque il « potere di sospetto» è in contrasto con l'art. 13 della Costituzione che dichiara eccezionale ogni misura restrittiva della libertà personale, « circondandola di garanzie che ne escludano l'impiego su basi latitudinarie, o magari per conseguire gli effetti un tempo tipici della decimazione». C'è, infine, al di là di ogni considerazione sulla legittimità costituzionale del fermo di polizia in base al « potere di sospetto », il problema della sua legittimità etico-politica. In 1nateria di tutela della libertà individuale, « nessuna diffidenza è troppo gelosa». L'esperienza storica ci insegna quanto costi ai popoli barattare questa libertà con l'ordine. Ecco: da questa posizione, che nega la convenienza e la legittimità di un conferimento alla polizia di poteri arbitrari, noi ribadiamo, tuttavia, il convincimento che nessun potere di farsi ragione da sé può essere più o meno tacitamente concesso a bande private, anche se tale potere, questa o quella banda, volesse arrogarselo nel nome dell'antifascismo e per dare una risposta alle provocazioni dei fascisti. Come ha scritto Giuliano Vassalli, « contro i fautori e gli autori della violenza fisica e morale, di qualsiasi colore e di qualsiasi ideologia, non c'è che elevare a poco a poco una barriera di isolamento e di unanime riprovazione morale». _Noi non abbiamo atteso le aggressioni a Schiavinato e a li igezzi per accomunare nel giudizio di riprovazione morale ultra-destra e ultra-sinistra: ci bastò l'aggressione a Trimarchi per capire quanto fossero sin1.ili ai fascisti coloro che lo avevano aggredito. 5

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