Il Pubblico /'vlinistero cutivo. Quest'ultima è soluzione che incontra le maggiori e più vivaci resistenze: esse possono ricondursi, in sostanza, ad un duplice ordine di ragioni. Le prime sono di natura costituzionale, ma non credo che siano del tutto insuperabili: elementi favorevoli e contrari si possono rinvenire nelle norme costituzionali, l'esame delle quali, in questa sede, è, ovviamente, da tralasciare. Solo mi sia consentito di ricordare, dichiarando di accettarla pienamente, l'opinione di Pizzorusso, secondo cui, un procedimento di razionalizzazione delle norme riguardanti il Pubblico Ministero, va affrontato cominciando proprio dalle norme costituzionali, giacché non è dato riscontrare in esse, una concezione univoca del Pubblico Ministero. Altri motivi di ripulsa hanno scaturigini assai lontane nel te1npo, riallacciandosi alla tradizione giuridica italiana. Una lunga battaglia è stata condotta per sottrarre il Pubblico Ministero da ogni ingerenza dell'Esecutivo. Nobilissimi gli intenti che hanno guidato e sorretto quella battaglia, quando il Pubblico Ministero, alle dipendenze dell'Esecutivo, gravava pesantemente sui giudici, disponendo persino delle loro promozioni; una democrazia sbiadita si affacciava timidamente alle porte del Paese, ed il Senato di nomina regia, i poteri del trono e dell'altare, celebravano lo sconcio mimo, l'invereconda parodia democratica! Coraggiose e nobili, le pagine di Giuliano Vassalli, che una trentina di anni fa, nel mirabile lavoro « la potestà punitiva », di fronte all'imperante sistema totalitario fascista, sostenne il taglio del cordone ombelicale tra Esecutivo e Pubblico Ministero, questo considerando come organo di giustizia. Ma oggi, quanta della loro validità conservano quelle posizioni? È vero, rimane pur sempre un atteggiamento di sospetto verso il governo, retaggio di antichi dolori, di libertà conculcate, di soprusi. Ed è purtroppo vero che la Repubblica rion ha saputo, specie con la mia gente del Mezzogiorno, cancellare l'immagine del governo impersonato dal Carabiniere, dall'esattore, o focalizzata alla luce della coscrizione obbligatoria! Mi domando, però, se sia bene coltivare e rafforzare codesti stati d'animo, se sia giovevole per l'educazione democratica, approfondire il distacco del Paese dagli organi che lo governano, presentandoli sempre pronti a consumare ogni sorta di ribalderie; mi chiedo, se a forza di esasperare la separazione dei poteri, non si giunga al. .. divorzio! In materia• ritengo sia doveroso essere antidivorzisti, altrimenti è fatale che la teoria della divisione dei poteri venga trasformata, come paventava Mazzini, in « teoria di diffidenza » che porta alla lotta lacerante fra i poteri! Ma poi, se il nostro si imposta come problema di fiducia, consentitemi di proclamare esser per m~ ostico ed incomprensibile negar fiducia al go105
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