Il porto di Napoli zione di tutto il sistema » 21 si fa esplicitamente riferimento all'unità funzionale costituita dai singoli approdi che si sviluppano lungo il litorale della regione. Allora, cosa concludere? -Certamente non si può liquidare il problen1a risolvendolo in uno o nell'altro dei modi a seconda che si voglia accettare o respingere le tesi dell'integrazione delle funzioni in un unico organo regionale di gestione. Anche sul piano finanziario non mancherebbero gravi difficoltà per la conduzione da parte di un organismo centrale di uno spazio portuale di estensione regionale 22 ; tuttavia, in rapporto alla situazione della regione campana sarebbe interessante approfondire l'argomento per verificare in quale misura la costruzione teorica, certamente valida, regga al confronto della realtà delle cose. Se questo tentativo di studio si potesse realizzare in anticipo rispetto alla formulazione dello schema di disegno di legge, certamente chi se ne rendesse promotore contribuirebbe concretamente alla definizione di uno dei più importanti aspetti della stessa futura vita portuale. Tutti gli altri temi, da quello dei poteri delegati, sino a quello della strutturazione degli organi interni del consorzio, pur se di rilievo, discendono dal tipo di soluzione che si vorrà adottare in rapporto all'estensione territoriale, nel senso che se lo spazio portuale dovesse coincidere, o avvicinarsi a coincidere, con lo spazio del demanio marittimo della costa campana, ne deriverebbe che anche le attribuzioni e i poteri del consorzio dovrebbero necessariamente essere amplissimi, così come conseguentemente adeguata alla dimensione dello spazio portuale dovrebbe essere l'articolazione e la strutturazione degli organi interni. Conclusioni. - Il porto di Napoli rappresenta un punto nodale di notevole rilievo nella geografia della circolazione nell'ambito della regione mediterranea, nello stesso. tempo la sua naturale vocazione è rivolta all'assolvimento di una funzione di tramite per lo sviluppo economico del Mezzogiorno. Se l'attuale livello del movimento complessivo delle merci e dei passeggeri non lascia del tutto soddisfatti, ciò è da met~ 21 Schema di Sviluppo Economico della Campania (1966-1970), Com. Reg. Progr. Econ. della Campania, vol. II, Napoli, 1968, Cap. XI, pag. 23. 22 In sostanza il problema finanziario di maggior rilievo che si pone è relativo all'inevitabile complicazione che si creerebbe in rapporto ai risultati di gestione degli scali maggiormente produttivi che potrebbero essere compromessi dal carico derivante dagli oneri passivi prodotti dagli scali in cui le attività portuali dovessero ristagnare. Ma, anche in questo caso, si tratterebbe di aspetti particolari che la programmazione portuale, realizzata a livello di Organismo centrale, potrebbe debitamente correggere. C'è infine da ricordare come la differente classificazione dei singoli scali comporta talune difficoltà a livello di differente ripartizione degli oneri tra i vari enti territoriali e lo Stato. · 93
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