Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Il porto di Napoli Questi fondi, tuttavia, sono stati utilizzati per lavori d'ammodernamento delle strutture portuali (banchine, darsene, moli, piazzali) e per il potenziamento delle attrezzature meccaniche, riuscendo appena a sanare le maggiori delle antiche carenze di cui soffriva il porto, senza poter intervenire per la realizzazione di alcun progetto di sviluppo. Recentemente il CIPE ha deliberato lo stanziamento di altri venti miliardi per i porti campani, di cui quindici per Napoli, ma come si intende si è ancora molto lontani da quel fabbisogno che la programmazione portuale napoletana ha creduto d'identificare nell'adottare il Piano Regolatore del Porto. Difronte a tale enorme squilibrio tra previsioni di spesa e disponibilità finanziarie, sembra impossibile immaginare che il nuovo assetto portuale possa mai uscire dalla fase progettuale; in ogni modo bisogna convenire che in tutto il mondo il potenziamento delle attività portuali è stato possibile soltanto quando si è riusciti a realizzare uno sforzo finanziario che, in non pochi casi, è stato ben superiore a quello prospettato dal porto di Napoli. C'è, inoltre, da considerare come il problema del futuro del porto napoletano si inquadri nella più vasta tematica dello sviluppo economico delle regioni meridionali nei cui confronti il ruolo svolto dalle attrezzature portuali non può essere sottovalutato. Il problema istituzionale dell'Ente portuale. - Allo scadere della legge istitutiva dell'Ente Antonomo del Porto di Napoli è subentrato un regime transitorio di gestione straordinaria che si è concluso lo scorso dicembre. Nonostante l'attiva iniziativa degli enti economici cittadini, da parte governativa non si è riusciti a dare una concreta risposta alle esigenze di riordino dell'organo istituzionale che presiede alle attività portuali, lasciando perdurare l'equivoco intorno alla forma giuridica e alles attribuzioni del nuovo organo 16 • In attesa di risolvere la questione sembra che si ricorrerà ad una formula di compromesso rappresentata da una proroga a tempo indeterminato con la quale si fisseranno alcune attribuzioni esorbitanti l'ordinaria amministrazione. Per valutare correttamente quali problemi siano sul tappeto bisogna ricordare come gli Enti portuali siano sorti come strumenti per attuare il trasferimento di funzioni prettamente statali ad organismi di gestione, preposti al coordinamento di differenti competenze spettanti ai diversi Uffici della pubblica amministrazione, ai quali la legge demanda specil6 Il testo, sostanzialmente, riproduce il pensiero già espresso sull'argomento in questa stessa rivista (D'Aponte T., Un porto per la Regione, in « Nord e Sud», febbraio 1972). 89 BibliotecaGino Bianco

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