Sergio Pistone estera. Proprio il fatto che questa abbia rinunciato alle sue posizioni di intransigente chiusura verso l'Est europeo ed avviato una serie di contatti co1nmerciali e diplomatici in tale direzione, sia pure con fortemente e ripetutamente sottolineate i11tenzioni pacifiche e distensive, ha reso attivi soprattutto nell'URSS, nella D.D.R. e nella Polonia antichi timori di fronte alla prepotente vitalità tedesco-occidentale, e quindi di fronte alla possibilità che essa possa svolgere un'azione disgregatrice nei confronti del blocco orientale. E in effetti una delle ragioni che hanno contribuito all'intervento in Cecoslovacchia da parte delle forze del Patto di Varsavia (Kaiser precisa peraltro che questo ha rappresentato soltanto un motivo marginale, mentre il motivo di fonclo va cercato nei problemi interni del comunismo sovietico e di quello dei paesi satelliti, e nei loro reciproci rapporti nella attuale fase di sviluppo e di crisi) è costituita dal fatto che la R.F.T. co1 n la sua nuova, più elastica Ostpolitik - che, nel caso della Cecoslovacchia, si era tradotta nel riconoscimento da parte tedesca della non-validità del Trattato di Monaco del 1938 - stava diventando un troppo importante centro di attrazione, soprattutto per le sue possibilità economico-commerciali, per i paesi dell'Est europeo. Pertanto l'intervento in Cecoslovacchia ha anche voluto significare per la R.F.T. un avvertimento che essa deve trattare col blocco sovietico come un tutto, senza tentare in alcun modo di giocare sui contrasti interni al blocco stesso. Il terzo aspetto problematico della Ostpolitik su cui Kaiser richiama l'attenzione conc~rne t1n pericolo non attuale, ma potenziale, e cioè la possibilità che l'Unione Sovietica si decida nei prossimi anni a giocare la carta dell'unificazione tedesca, per tentare seriamente di staccare la R.F.T. dai suoi legami con il blocco occidentale e dal suo inserimento nel processo di integrazio11e europea. Su questo punto egli precisa preliminarmente che di certo l'Unione Sovietica non può essere disposta ad accettare un effettivo ricostituirsi dell'unità tedesca, anche in condizioni di neutralità, di disatomizzazio.ne ecc. E ciò per il problema de]le dime11sioni di tale entità statale, troppo pericolosa per l'equilibrio europeo e per la posizione in esso della stessa Unione Sovietica. Tuttavia l'URSS potrebbe, con delle p1 romesse sul problema della riunificazio,ne, con dei seri assaggi di una strategia nella direzione sopraddetta, porre seriamente la R.F.T. di fronte al problema di un riesame dei propri rapporti con il sistema atlantico e l'integrazione euro·pea. Questa possibilità non è affatto immaginaria, e diventa tanto più consistente, quanto più la R.F.T.~ avendo con la sua nuova attiva Ostpolitik rinunciato alla rigida chiusura dell'epoca della guerra fredda, che in definitiva comportava al di là delle apparenze esteriori una vera e 116 Bibiiotecaginobianco
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