Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

... Rosellina Balbi a qualificare i loro prodotti. Questo è un discorso falso [ ...]. È un tentativo di farsi una verginità. Invece questa verginità non può venirvi riconosciuta: la vostra malafede è dimostrata dallo smercio che fate dei vostri prodotti. Non solo: ma col dichiararvi comunisti, marxisti o ' di sinistra ' fate sorgere dei gravi equivoci. Presentando i vostri prodotti con questa etichetta, come prodotti dell'ideologia della classe operaia, squalificate la classe operaia per prima. Vi presentate come delle verginelle che non hanno responsabilità su come vanno le cose nel mondo capitalistico. Altro che verginelle. Siete corresponsabili di tutto ». Che cosa ha opposto Moravia, a qt1esta aggressione frontale? Praticamente, l\lloravia, si è limitato a rovesciare l'accusa su coloro che gliela muovevano: « Mi dispiace dirvelo, perché la vostra rivolta mi è molto simpatica, ma l'altra sera ho sentito gli studenti parlare esattamente come parla la bo,rghesia burocratica e professionista. I contenuti erano magari rivoluzionari; ma il linguaggio rendeva gli studenti integrati, se non altro linguisticamente ». Avrebbe potuto aggiungere: « Voi avete ricordato la frase di Che Guevara, secondo la quale gli intellettuali si devono suicidare come classe. In realtà non ha senso parlare di una classe intellettuale, così come non ha senso parlare, come pure voi fate, di una ' classe studentesca' ». Anche l'onorevòle Natta, in una intervista a « Vie Nuove », ha sottolineato- l'ambiguità e l'inconsistenza di « una contrapposizione in termini di classe, come talvolta appare dalle formulazioni di alcuni gruppi minoritari del movimento studentesco, in termini di contrapposizione professori-studenti come padroni-oper~i ». In realtà, mette:re sotto accusa gli scrittori di sinistra per il fatto che accettano di svolgere la loro attività in un contesto « borghese » è piuttosto facile, ma non risolve il problema di che cosa dovrebbe fare uno scrittore di sinistra, il quale si trovi a vivere, per l'appunto, in un contesto « borghese ». Uno studente, ricordando anche lui una frase di Stokel:y Carmichael, ha detto a Moravia: « L'intellettuale non ci interessa per quel che fa, ma per quel che fa per noi ». Si potrebbe osservare che Beaumarchais «_ strappava gli applausi a quelle parrucche incipriate a cui spianava la strada della ghigliottina» 2 • Era da considerare un « integrato » o un « rivoluzionario »? E si può comunque obiettare che il legame tra il sistema in atto e l'uomo di cultura perde, almeno in parte, la sua capacità costrittiva nella misura in cui l'uomo di cultura è co·nsapevole dell'esistenza di tale legame. Ma, ai fini del discorso che vogliamo fare, non è la maggiore o 2 VITTORIO DE CAPRARIIS, Il pregiudizio fatiorevole, « Nord e Sud » n. 84, novembre 1961. 30 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==