Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

... Antonino Répaci che possono anche essere compartecipi del potere stesso - intese ad attentare alla sua esistenza. In tali frangenti il potere rinu·nzia alla legalità formale per rimettersi a quella sostanziale e originaria della collettività; e, sem.preché la collettività risponda all'appello, si avrà una nuo1 va legalità che si sostituisce alla precedente; ma, a differenza dalle situazioni rivoluzionarie, questa legalità nuova non avrà mirato alla estinzione dell'ordinamento, bensì alla sua conservazione. 9. Una configurazione tutta particolare della dinamica o, se si vuole, della dialettica del potere nel complesso giuoco delle forze sociali, è offerta da quella che in termini correnti si suole chiamare la « piazza ». Questa terminologia, se pure corrente, merita di essere mantenuta perché rende più im1nediata la cognizione del fenomeno-; peraltro, nell'assumerla co·n significato tecnico in sede politico-giuridica, è necessario determinarne con la m.aggior chiarezza possibile le componenti co•ncettuali, al fine di evitare confusioni con altri concetti che possono apparire analoghi o similari. La prima e più importante confusione da evitare è quella fra « piazza » e « po·polo »: la piazza è popolo, ma non il popolo. Quando la volontà collettiva si manifesta global7nente ed eff ettiv.amente, il fenomeno può essere anche di piazza - come può non assumerne le caratteristiche - ma coinvolge tutti i settori della vita collettiva. mediante una serie infinita e non prevedibile di atteggiamenti, ·che attuano in modo inequivoco il dissenso dal potere vigente, opp1 ure - co1me nella vacatio ad populum che sia stata accolta - il consenso alla conservazione dell'ordinamento aliunde minacciato. Il co·ncetto cli piazza non si realizza neppure in talune manifestazioni con le quali uno o· più grup·pi di persone si radunano per protestare o per esprimere punti di vista in contrasto con la con.dotta del potere. Tali so,no, per esempio, le adunate a scopo di sciopero o,ppure per solidarietà razziale, o ·d'altro genere, oppure quelle - tanto in voga oggidì - a favore d~lla pace. In tutti questi casi, infatti, le persone radunate - ancorché ricorrano ad azioni violente - non mirano affatto a contestare la legittimità del potere, ma unicamente a manifestare opinio-ni che possono essete - come non essere - in contrasto con una determinata condotta del potere stesso. Per « piazza » deve dunque intendersi quel movimento o quella serie di 1novimenti provocati da minoranze più o meno organizzate, che· inten·do·no imporre la loro volontà contrapposta a quella del potere con modalità e forme contrarie o non previste dall'ordinamento giuridico. Le modalità e le forme possono essere molteplici, _per quanto le 96 Bibiiotecaginobianco

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