Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

·' I Argomenti Si ricordava in precedenza il progressivo depotenziamento del Parlamento a favore di nuovi, o anche tradizionali, centri di potere (partiti, gruppi di pressione, sindacati, Governo). È un processo ormai git1nto ad uno stadio avanzato, ma che non ha, si è visto, nel complesso, un significato negativo. D'altronde ha ragione Norberto Bobbio quando afferma che « ora quel che conta per dare una valutazione di un Parlamento non è la potenza, ma l'efficienza ». In questa prospettiva il migliore rimedio contro il declino dei Parlamenti consiste indubbiamente nel « fare meno e farlo meglio », perché « la condizione per rimediare alle disfunzioni, o per prescrivere nuove funzioni, è di alleggerire il carico delle assemblee rappresentative, è di 'liberare energie' risparmiando nel tempo impiegato, o comunque sprecato in minuzie. Perché un organo estenuato, al quale si richiedono prestazioni ultra vires, diventa eo ipso un organo minacciato da paralisi » 33 • Questo discorso, che pure tien conto dei contributi più meditati e recenti, rischia di sembrare di stampo tradizionale, a confronto degli ultimi avvenimenti internazionali che hanno riproposto, con intensità e durezza, il problema di una crisi - generale e diffusa - della rappresentanza e della partecipazione. La sostanziale estraneità delle masse all'intero corso dei processi decisionali ha stimolato, nei paesi più sviluppati, la diffusione di gruppi di opposizione che si pongono al di fuori dei rispettivi sistemi parlamentari, contestandone in blocco la validità. Si tratta, in molti casi, dj forze particolarmente vivaci per la prevalenza di giovani e di intellettuali, le cui istanze, ben oltre una semplicistica svalutazione, devono approfondirsi nella ricerca di una condizione più solida per le democrazie parlamentari che, conseguito da tempo il fondamentale obbiettivo della libertà, si tro-vano oggi a dovere finalmente risolvere i problemi, altret- . tanto essenziali, della giustizia, della partecipazione, in una parola della civiltà degli uon1ini oltre che delle macchine. Indubbiamente ci troviamo di fronte ad un momento difficile per i sistemi rappresentativi, ma non bisogna dimenticare che la democrazia diretta è piuttosto un'esperienza del passato che un esperimento valido per il futuro. Resta il problema di cercare soluzioni nuove, che adeguino gli istituti politici ad una società che cresce, tumultuosamente, secondo un ritmo che deve comprendersi con una « sensibilità » capace di creare nuovi strumenti di democrazia, in grado di sostituire opportunamente. quelli attuali, che una lunga tradizione ci ha tramandati, ma che non possono restare immutabili all'infinito. - FRANCESCOBARBAGALLO 33 ibidem, pp. 365-366. 85 Bibiiotecaginobianco

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