Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Giornale a più voci di tali raccomandazioni ed i piloti sono costretti a vere prove di equilibrismo per scendere sulla pista di Napoli. In particolare la Reggia di Capodimonte (che con un lapsus freudiano l'assessore Servidio, nella sua relazione al Consiglio comunale di Napoli, ha inserito fra gli ostacoli artificiali difficilmente eliminabili) co·ndiziona il decollo e l'avvicinamento. Pur in queste condizioni, lo scalo di Napoli ha fatto registrare nell'ultin10 decennio, incrementi del 500% del movimento passeggeri, del 300% in quello degli aeromobili e del 500% per le merci. Inorementi parcentuali notevoli, ma che, tradotti in termini assoluti, mostrano chiara.mente la ancora scarsa importanza che il trasporto aereo riveste a Napoli: in campo nazionale, infatti, l'aeroporto di Capodichino occu·pa il quinto posto per movimento passeggeri, non solo dopo gli aeroporti di Roma e Milano - che, da soli, asso,rbono oltre il 66% del traffico totale -, ma anche dopo quelli di Venezia e di Rimini, il quale ultimo funziona quattro mesi all'anno (quelli estivi). Questa « indifferenza» aeronautica è dovuta a due 01rdini di considerazioni; una, co,mune a tutta l'Italia, consiste nella mancanza di una mentalità aeronautica non solo nella popolazione, ma soprattutto a livello governativo; l'altra nella insufficienza della infrastruttura aeroportuale. Questo secondo fattore è decisa~ mente esploso negli ultimissimi tem,pi e, in sede di Consiglio comunale napoletano si è cominciato ad affrontare seriamente il problema e a discutere la necessità di un nuovo scalo a servizio di Napoli e dell'intera regione. Abbiamo già visto l'evoluzione del trasporto aereo nell'ultimo decennio; per i prossimi dieci anni si prevede un ulteriore incremento del 300% per il traffico aeromobili, del 500% per i passeggeri, del 300% per la posta e del 1000% per le merci. Queste previsioni, che possono risultare approssimate per difetto, ma non, certo, per eccesso, fanno sorgere spontanea la domanda circa la capacità di Capodichino di assorbire un così rilevante aumento di traffico. La· risposta è decisamente negativa; Capodichino già oggi, come abbiamo visto, è incapace di far fronte alle esigenze del traffico: tanto più lo sarà domani, quando entreranno in funzione gli aerei subsonici a grande capacità del tipo « aerobus» o « jumbo», e i supersonici del ti,po Concorde o Boeing, che richiedono piste di almeno 5000 metri. D'altra parte Capodichino, a prescindere dagli inamovibili ostacoli naturali cui abbiamo fatto cenno, è circondato anche da ostacoli artificiali, quali l'ospedale psichiatrico, il nuovo rione INA-casa e gli abitati di Secondigliano e San Pietro a Patierno, che rendono problematica non solo la costruzione di una seconda pista, ma anche l'allungamento di quella esistente. Occorre dunque, per il futuro, un futuro che per il tras•porto aereo è in continua evoluzione, un nuovo aeroporto senza limitazioni di spazio e preoccupazioni di ostacoli, non solo, ma anche in una zona dove il traffico aereo non arrechi disturbo ai centri abitati e in cui sia possibile ubicare quelle industrie di cui un aeroporto è un potente fattore di richiamo: prima fra tutte, naturalmente, quella aeronautica. A questo proposito, lo studio che l'Amministrazione comunale ha affidato 1 all'ing. Antonio Canta per l'individuazione di una zona in cui potrebbe sor57 Bibliotecaginobianco

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