Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Antonino Répaci Mussolini, per la verità, reagì violentemente di fronte a questo fenomeno e minacciò finanche di abbandonare il mo·vimento; ma intanto gli eventi maturavano-, favorendo l'evoluzione reazionaria del governo, nonché del disinvolto capo del movimento fascista. Giolitti trovò modo di abbinare la liquidazione del cosiddetto pericolo rosso con quella della impresa fiumana. Prima di procedere alla maniera forte co-ntro il poeta, Giolitti mirò a isolarlo e diminuirlo di . fronte all'opinione pubblica. È ormai fuori di dubbio - ancorché 11e manchino le prove materiali - che un accordo venne stipulato- fra Giolitti e Mussolini: questi avrebbe desistito· dalla sua azione fiancheggiatrice dell'impresa fiumana, abbandonando il p,oeta al proprio destino, e Giolitti avrebbe lasciato mano libera alle squadre dei fascisti di esercitare la vendetta padronale contro le organizzazioni operaie e co11tadine. Il primo risultato della manovra giolittiana fu il cosiddetto « Natale di sangue», ovverossia l'attacco che il generale Caviglia sferrò contro Fiume. facendo cannoneggiare la città e mettendo così fine all'avventura -dannunziana. Mussolini era stato ai patti, limitandosi a deprecare l'azio11e governativa con espressioni accorate, ma prive della carica polemica che gli era consueta. Altrettanto adempiente fu Giolitti, come provano le cronache di quei tempi, che segnalano all'inizio del 1921 un repentino e massiccio rincrudimento delle azioni fasciste. Nei piani di Giolitti questa manovra era intesa no·n già a distruggere la forza del socialismo, ma unicamente a ricondurre questa forza nell'alveo di quel sistema liberale manovrato, che pure nel « decennio felice » aveva conseguito brillanti successi. Anzi, Giolitti no·n disperava di portare il socialismo alla collab·orazione pé\rlamentare e financo governativa. Il piano di Giolitti era complesso, ma peccava di utopia. Egli nutriva il fondato timore di una prossi,ma collaborazione fra socialisti e popolari e non gli era sfuggito che, a conti fatti, un evento del genere avrebbe rovesciato il baricentro del potere, travolgendo quell'egemonia dinastico-borghese, che aveva costituito fino ad allora l'alveo invalica .. bile oltre il quale una democrazia autentica sarebbe potuta diventare un pericolo mortale.· Giolitti inoltre aveva il dente avvelenato contro il Partito popolare e segnatamente contro il suo leader, Luigi Sturzo: il suo intento era quello di isolare i popolari, imbarcando magari i socialisti nel governo, in modo da evitare quella coalizione che non prometteva nulla di buono per i destini delle tradizionali forze al potere. Così alla piazza « rossa » subentrò la piazza « nera ». Fu un'azione travolgente di violenze di ogni genere, un'autentica sarabanda di tutti i reati previsti dal codice penale. Previsti ... ma non puniti, giacché omicidii, devastazioni, incendi, sequestri df persone, saccheggi e bandi si 110 Bibiiotecaginobianco

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