Antonino Répaci teva quin.di fare il gesto di dimettersi, nella piena consapevolezza di recitare il penultimo atto della commedia di cui egli stesso era il regista. Infatti Vittorio· Emanuele III, riuscite vane le consultazioni - fatto già scontato· anche qu·esto di fronte alla volontà preventivamente manifestata da Giolitti di non accettare l'incarico - rinviò Salandra al parlamento, che gli rinnovò_ la fiducia. Come aveva fatto il parla.mento a trasformarsi da un giorno all'altro da neutralista (si ricordino i trecento biglietti da visita recapitati in casa di Giolitti!) in interventista? Si ignorano naturalmente - né interessa conoscerli - i vari intrighi di corridoio e le pressioni più o meno « amichevoli » esercitate sui singoli parlamentari; fatto si è cl1e il parlamento era stato messo sotto accusa di essere diventato il nemico della nazione, l'ostacolo al conseguimento dell'unità della patria e dei suoi immancabili destini. In Italia peraltro non s.i era ancora formata una coscienza civile così salda da resistere a una coazione morale di tal fatta. Perciò il parlamento cedette: e fu questo l'inizio di un cedimento continuo che toccò il fondo col « discorso del bivacco ». Luigi Salvatorelli, che su questo argomento scrisse pagine illuminanti, si pose il quesito se l'iniziativa regio-governativa_ abbia realizzato un colpo di Stato. Egli dice, nel considerare questo episodio, unitamente a quelli del 28 ottobre 1922 e. del 25 luglio 1943: ... Il potere monarchico nelle mani di Vittorio Emanuele III ha funzionato come elemento determinante, in modo e misura tali che si può ben parlare di tre colpi cli Stato: se non in un rigoroso senso giuridico della parola -- senso che non è facilmente precisabile -----per lo meno in riferimento alla prassi consuetudinaria e J?,el significato politico-morale, che è quello più importante 10. Sembra a chi scrive che colpo di Stato vi fu nella •pienezza giuridica del significato di questa espressione. Si è delineata al paragrafo 8 la nozione del colpo di Stato, e si è detto che esso consiste in 11na azio11e del potere o ·di taluni suoi organi, tendente a sostituire O· a modificare l'ordinamento giuridico esistente. È fuori discussione che le « radiose giornate » non distrussero l'ordinamento liberale quale disciplinato dallo Statuto albe_rtino, ma ne intaccarono un cardine basilare, apportando una « lesione permanente » alla legalità parlamentare. Afferma giustamente il Salvatorelli: Formalmente il procedimento del re fu corretto ... Ma la sostanza eticopolitica è esattamente l'opposta: ed è tale da ,potersi legittimamente parlare di un colpo di Stato gravissimo di conseguenze. 10 L. SALVATORELLI, Tre colpi di Stato, « Il Ponte», 1950, p. 341. 100 Bibiiotecag inobianco
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