Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

' In:vestirrLentie contratti agrari Il problema è grosso, e naturalmente richiede una più ampia discussione e maggiori approfondimenti. Ma proprio per questa ragione mette conto di proporlo per la discussione. Se dovessimo esprimere un giudizio sulla possibilità che una politica come quella che abbiamo indicato ha di essere impostata e portata avanti nel nostro paese, si dovrebbe concludere cl1e le prospettive 110n sono del tutto inco·raggianti. Un eleme11to ch•e potrebbe i11durre a bene sperare è, però, la maggiore attenzio,ne che altri paesi del MEC sembrano riserbare alle politiche strt1tturali per l'agricoltura. Ed anche in Italia non si può negare che ci sia un sempre maggior interesse per la forn1ulazione di una politica agraria di lungo periodo . .D'altra parte, se si considera la possibilità di una revisione della politica agraria nel senso di una liberalizzazione dei contratti agrari, è difficile individuare quei gruppi di opinione, o di pressione, che abbiano la volontà e la possibilità di influenzare in tal senso i pubblici poteri. La Confederazione dei Coltivatori Diretti, per esempio, che si è ritagliata la parte del leone nel condizio·nam·ento della politica agraria nell'ultimo decennio, per definizione deve difendere gli interessi sindacali dei coloni e mezzadri; e quindi poco di cor1creto si potrebbe sperare da essa in questo senso. Né l'altro gruppo di pressione che agisce in questo settore, la Confagricoltura, ha la forza sufficiente o l'autorità per un'efficace azione ai fini dello sblocco dei contratti, anche perché diffiçilmente può liberarsi dal pesante condizionamento del feudo bo- • nom1ano. Quanto ai partiti della maggioranza di centro-sinistra, essi sono ancora legati a vecchi preconcetti ideologici, o vincolati ad antiche campagne di stampa e a promesse che è difficile ora non mantenere. E tuttavia, proprio per questa ragione sarebbe importante che in quei circoli che hanno contribuito alla svolta del centro-sinistra si cerchi ora di impostare in termini nuovi il problema dell'agricoltura, aprendo spregiudicatamente la discussione su alcuni aspetti nuovi di tale problema: sulla base. delle mutate condizioni economicl1e e sociali del paese. Il nostro articolo, nei suoi limiti, vorrebbe proprio avere lo scopo di suscitare una discussione sul tema della politica agraria in generale, e dei co1 ntratti agrari in particolare, che serva a svuotare alcuni pregiudizi oggi esistenti, e spiani la via ad una nuova corrente di opinione su· questo complesso problema. GIOVANNI CODA-NUNZIANTE .ss Bibliotecaginobianco

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