. . .. Giornale a più voci libero :professionista, in un funzionario inserito nell'apparato amministrativo della Giustizia, agiva « l'astuzia della ragione». Nelle loro parole, « l'idea giaceva più profond~ dell'accadere esterno». La proposta -di burocratizzare il difensore era giustificata dal fatto che l'attuale istituto del grat11ito patrocinio che, come è noto, è ufficio onorifico ed obbligatorio della classe degli avvocati e procuratori, a beneficio dei nullatenenti, non garantisce l'effettiva eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Il Consiglio dell'Ordine degli avvocati e procuratori di Roma, in un adirato ordine del giorno (datato. il 7 ottobre 1964), rispose prontamente « all'assurda ed incauta proposta avanzata inopinatamente», giudicando « inconsulte » le richieste che i due magistrati avevano « osato» fare e accusandoli di. aver messo in discussione « un problema che non esiste e non deve neppure esser posto». A conclusione si chiedeva che il riordinamento legislativo della professione forense confermasse « la più assoluta libertà » e « la più 'integrale autonomia» dell'avvocatura; ma risòlv-esse anche il problema del gratuito patrocinio « onde garantire l'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge ». A noi la proposta dei due magistrati appare radicale, ma non « osata » ed inconsulta». Anzi, essa acquisterà una luce nuova se la Corte Costituzionale si dovesse pronunciare per l'illegittimità degli articoli 128 (2° comma) e 131 (2° comma) del Codice di procedura penale, articoli che sanciscono l'obbligo del difensore, nominato d'ufficio, di assistere l'imputato·. Il giudizio è stato, infatti, promosso dalla sezione istruttoria della Corte d'Appello di Caltanissetta e, se le due norme saranno giudicate incostituzionali, bisognerà pur garantire in maniera alternativa l'eguaglianza dei cittadini, abbienti e non, di fronte alla leg.ge. In ogni modo la proposta dei due magistrati si inse .. riscè perfettamente nella logica dei servizi pubblici grattliti che è pr~tica corrente del welfare state, e che in Italia ha dato ottimi risultati nel campo d~ll'istruzione e potrebbe darli nel campo dell'assistenza sanitaria. Si potrà discutere sulle concrete modalità o·rganizzative del servi_zio; ma non si può escludere in via di principio il tipo della soluzio-ne proposta a Perugia. A chi volesse impegnarsi a progettare il nuovo servizio nazionale di assistenza legale noi suggeriremmo a modello il solito Servizio Sanitario britannico che, come è noto, lascia ai professionisti la libertà. di lavorare o meno per lo Stato, o di farlo part-time; e lascia ai cittadini la libertà di scegliere un professionista di propria fiducia, tra quelli pagati dallo Stato, e di cambiarlo quando crede con un minimo di formalità. A nostro avviso un servizio nazionale di assistenza legale comporterebbe per la collettività più di tin vantaggio; comunque, indipendentemente dal problema sollevato a Perugia e dalle soluzioni possibili, cerchiamo di anticiparci le conseguenze della burocratizzazione sul modello dell'avvocatura Lib.erale. È piuttosto facile: basta comparare 1~ conçlizione liberale con quella dipendente, quale è osservabile attualmente in un gran numero di amministrazioni pubbliche e p:r;ivate. Immaginiamo l'avvocato liberale modello nella condizione di ·pura craft~ 65 ·sibliotecaginobianco
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