Editoriale Gli anni di Kritscev, così sorprendentemente e repentinamente finiti, debbono in verità aver· mutato assai poco_della struttura -e della nàtura del regime sovietico. Nuove aspirazioni, timide speranze, fine degli incubi, lieta· consapevolezza del « disgelo »: t11tto ciò clie è stato scritto sulla Russia degli ultimi dieci anni da C(?loroche. vi sono stati e hanno reso con maggiore indipendenza e acume le loro impressioni concorre a delineare il quadro di mutamenti di ordine psicologico tutt'altro che trascurabili se riportati al clima di chiusura e di terrore che contraddistin- - . . gueva il « paradiso » sovietico negli anni in cui · i comunisti di tutto il mondo· (e quelli italiarii in primissima linea) guardavano a Mosca come al crogiolo e a Stalin come all'artefice del radioso futuro comunista. Ma l'esperienza, 'la lezione delle cose è qui ancora una volta ~ provare che la libertà non può risolversi in un fatto di costume, non· pu·ò éssere . . considerata equivalente ad alcun « disgelo »; l'esperienza, la lezione delle cose è qui ancora una volta a provare che la libertà - se deve avere significato e consistenza politica, se deve manifestare per intero la sua f~rza liberatrice, - ha bisogno di tradursi in istituti di cui sia ~ garantita l'auto•noma e spontanea azione. Dove impera il partito unico, dove il partito è arbitro di tutto nello stato e nella società, dove è arti- -colo di fede che la verità è una ed una sola e che il partito ne è l'unico e infallibile depositario, ivi il parlare di libertà o è superfluo o è esercizio sofistico di ·propaganda. Sarà, invece, sempre vero che chi domina il partito, domina tutto; e, quando i nodi verranno al pettine (e la vita e· la storia esigono che essi, una volta o l'altra, vengano al pettiné), allorq, tùtti gli ispirati discorsi sulla « democrazia sostanziale » saranno spazzati via dalla bruta eloquenza dei fatti e appariranno per quel· che sono, per una inane mascheratura democratica di una realtà totalitaria ed · oppressiva. Ecco perché. la caduta di K_ri,sc~v, ·se._,cicolpjsce e ci tocca come cittadini del mondo che ama.no ·za pàce e 'l'ordine internazionale e ne pqventano l'ev~ntuale turba1n.ento;· non ci colpisce poi affcitto come antichi e corivinti ·assertori della -natura tirannica e illiberale del comu- . . . ; nismo ·e della minaccià gravissima che ·il comunismo rappresenta per i regimi in cui ancl1e solo un poco di _libertà si sia · raggiunta e realizzata. I I • 3 Bìbliotecaginobianco
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