Lettere al Direttore insulto all'intelligenza, e non. esagero definendolo eversivo e fanatico, ipocrita e filisteo. Il parla1nentare trentino si è valso di tutti i le·nocini della più volgare retorica, fino a str'i-trnentalizzare · ìl passo· di un discorso di Paolo VI il cui finale, « abbiate la carità», suona drammaticaniente ironico sulle labbra di questo ex-dossettiano così simile ad un inquisitore· postridentino, convinto di possedere tutta la verità· e perciò di poter condannare « senza alcuna carità » gli avversari. Prima di' essere stato il discorso di un uomo di destra, si è trattato di un invito alla « Crociata » da parte di un integralista asso.Zuto, e questo ne è l'aspetto più preoccupante. c·ranelli ha osservato che, se il partito f asse governato da uomini come Piccoli, il centrosinistra, anche se verbalmente accettato, nòn reggerebbe dalla sera al mattino. Ed è qui che si porte il pro·blema· cruciale: le idee espresse da Picco-li sono condivise dalla maggioran,za della sua corrente, oppure rappresentano l'opinione dell'estrema destra dorotea? Il prossirno futuro dovrebbe darci la soluzione di questo ansioso dilemma. Ben pochi si sarebbero attesi da lvloro un discorso così impegnatò. Egli ha parlato da Segretario in carica, il qitale aveva ricevuto it nzandato. da un Congresso e lo rimetteva ad un altro Congresso: in tal modo non solo si difendeva la scelta da lui co1npiuta; ma addirittura si poneva tra parentesi il periodo della segreteria Rumor. Per qitanto riguarda il partito, dopo l'inévitabile confernia della sua adesione alla linea di « Impegno democratico», Moro ha avuto parole ben chiare e inequivocabili di apprezzamento per l'opera e l'appoggio della sinistra, rneritre non, ha accennato ai fanfaniani. Ma un discorso ancora più deciso egli ha · fatto sulle forze politiche: non solo ha ribadito la vo.Zontà ferma di proseguire nel grande disegno· storico del centro-sinistra, . distanziandosi, per questa sita ampia prospettiva kennediana, dal tatticis1no a corto respiro di Rumor, ma a più riprese ha posto in evidenza l'apporto leale, impegnato e democratico dei socialisti all'interno del Governo. Lo spregiudicato cinismo di dorotef e f anf an'iani poteva far pensare che la giubilazione di Moro fosse imminente. Dopo il :suo intervento, se pure il pericolo non· è del tutto scomparso, sarà assai più, difficile rimuovere un uomo che è stato il vero protagonista del Congresso e al quale va la fiducia delle forze socialiste e della sinistra laica, nonché di una cospicua 1!linoranza della D.C. La giubilazione di Moro deterniinerebbe una rottura dei- rapporti di forza all'interno della D.C., e tale operazione potrebbe dimostrarsi, per i dorotei, controproducente ai fini dei loro stessi interessi. Per questo motivo non condivido il giudizio di Galasso, secondo il quale Moro sarebbe stato - il grande sconfitto del Congresso; potrà apparire strano, ma su questo punto sono piìt ottimista~ E un fatto da non trascurare suffraga questo mio giudizio: se· la Direzione unitaria, sostenuta da dorotei., fanfaniani e centristi, e ostacolata dalla sola sinistra, non si è fortuna.ta1nente costituita, ciò rappresenta un successo non· solo per la sinistra, ma anche per Moro; Inoltre 124 \ Bibiiotecaginobianco
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