Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Recensioni la misura finale, c'è da restare perplessi sulla qualifica definitiva - la « definizione», per intenderci - che lo scrittore merita gli venga attribuita. A parte le ricerche rivolte a campi d'interesse più rigidamente specifici, Aldous Huxley è da considerarsi, per il complesso della sua opera, ua « narratore » oppure u·n « sociologo »? Per rispondere sarebbe necessario un esame del significato dei due termini. Dal diciannovesimo secolo ad oggi, la fatica degli studiosi della società è sempre stata rivolta a fissare delle « leggi», paragonabili, per il loro rigore, a quelle della fisica; a trasformare la loro materia in una scienza esatta. Perciò, in mancanza di una scienza sociale meno astratta, ossia meno « scienza », gli artisti - romanzieri, poeti ed autori dran1matici, ma ancl1e, in taluni casi, musicisti e pittori - furono, per buona parte del secolo scorso, i soli interpreti dei drammi individuali .e collettivi. L'arte, tuttavia, non è sufficiente da sola a risolvere i problemi e non deve neanche proporsi questo come suo fine principale. E quanto al sociologo, sempre che non creda di avere inventato o di possedere la spiegazione del mondo, egli può comunque indicare delle soluzioni per determinati e circoscritti problemi. Posto questo, se v'è differenza tra i termini « sociologo» e «narratore», non v'è tra essi inconciliabilità. Si può essere entrambi, in eguali o differenti misure, e perseguire in due modi un identico interesse al problema sociale. Questo è forse il caso di Huxley; e, ci sfugge, per ora, la possibilità di definire altrimenti lo scrittore scomparso. FRANCO CUOMO 119 Bibliotecaginobianco

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