causa dell'espansione demografica, è consuetudine compiere le opere in previsione di futuri, ulteriori ampliamenti, ciò che richiede una maggiore immobilizzazione iniziale di capitali in attrezzature che daranno i loro pieni benefici dopo parecchi anni. Tutto ciò induce a ritenere che - quale che sia il giudizio di valore sul significato sociale, culturale, urbanistico delle grandi città - sarebbe notevolmente più conveniente distribuire gli insediamenti in un maggior numero di città minori, sia pure a distanza ravvicinata, sì da contenere i costi e le immobilizzazioni di capitale suddette, senza tuttavia compromettere quei ·benefici della concentrazione territoriale che costituiscono il maggior fattore d'attrazione dei grossi insediamenti t1rbani. ·una politica di tal fatta sembrerebbe senz'altro possibile, almeno in certune delle « zone industriali regionali» che si possono individuare nel Mezzogiorno: in alcuni casi, come in quello di Napoli, ad esempio, si dovrebbe addirittura tentare di contenere l'ulteriore espansione cittadina, favorendo l'insediamento delle industrie nelle cittadine circostanti, del resto già in via di sviluppo. Si è così pervenuti ad accennare ai problemi di carattere più << particolare>>, inerenti ai nuovi insediamenti urbani e industriali: pr.oblemi che coi11volgono,oltre ed al di là delle determinazioni di politica di intervento a livello governativo, la determinazione e la cooperazione delle singole comunità. Suscitare un'adeguata intesa delle particolari amministrazioni locali, in ordine ai problemi di localizzazione, non sarà certo impresa facile, quantunque gli organi centrali dispongano di poteri « persuasivi », di efficace portata: d'altro canto sembra difficile che, in mancanza di un attivo spirito di collaborazione sul piano degli organismi locali, sia possibile realizzare soddisfacenti soluzioni. Bibliotecaginobianco
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