Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

zogior.Q9 nell'ultimo decennio, che costituisce qualitativamente il difetto maggiore del processo svoltosi. Per contro, anzi, abbondano tipi di iniziative strettamente legati ai programmi straordinari di opere pub•bliche e che è probabile dovranno, almeno parzialmente, essere eliminate o convertite. Infine, un problema essenziale - che finora è stato trascurato, ma che -sembra finalmente avviato a soluzione - è quello della preparazione della manodopera e, in generale, del personale d'azienda. La maggiore risorsa «potenziale>> del Mezzogiorno, per tradursi effettivamente in fattore << attuale » di attrazione, nei riguardi di iniziative industriali, deve essere preparata ad occupare i posti di lavoro. Ovviamente è possibile entro certi limiti che una manodopera qualificata o specializzata sia più << mobile » e quindi più propensa ad emigrare verso regioni già industrializzate, ove potrebbe essere occupata con facilità relativa, data la generale deficienza, nel nostro Paese, di lavoratori opportunamente qualificati: ciò non elimina tuttavia la fondamentale necessità - e convenienza - di dedicare, in forme appropriate, le massime disponibilità possibili a quest'opera di «valorizzazione>> del fattore lavoro, dal momento che, sia dal punto di vista nazionale che, in particolare, da quello dell'industrializzazione del Mezzogiorno, è certo meglio correre il <<rischio >>di un esodo totale di qualificati (o addirittura avere dei disoccupati <<qualificati>>)che il rischio di «perdere>> delle possibilità di occupazione. Fino a questo momento si è accennato alla politica di industrializzazione del Mezzogiorno intesa essenzialmente, ai fini operativi, come problema che grosso modo potrebbe dirsi di compensazione delle deficienze di attrazione ubicazionale: ossia come intervento diretto a modificare certi giudizi di convenienza localizzativa, piuttosto che a creare convenienze di iniziativa. Naturalmente la distinzione non può certo essere netta: è indubbio che sussistono per così dire zone di «sovrapposizione>> nei giudizi di convenienza, così come è indubbio che l'effetto indiretto della modificazione delle convenienze ubicazionali di certi .operatori, è quello di suscitare delle convenienze di iniziativa in altri operatori. Tuttavia non si può dimenticare che l' <<ambiente >>meridionale è per molti versi assimilabile a quello di ur1 paese sottosviluppato: in particolare sembra corretto ritenere che i consueti _incentivi cui si ricorre (e che tutti per un verso o per l'altro fanno riferimento e tentano di incidere su giudizi di convenienza tipici di un sistema capitalistico) non siano in grado, in [85] Bibliotecaginobianco

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