bisogna che tutto sia noto, invigilato, controllato, accentrato presso i gangli mediatori centrali. Con ciò, tutto continua a restare, sempre, opera di g~ verno dall'alto; mai diventa attività dal basso, mai auto-amministrazione, auto-governo, mai allargamento delle responsabilità direzionali democratiche e mai decentramento. La maggioranza e il governo dell' on. Milazzo sembrano destinate, per loro stessa natura, ad esasperare questa situazione. 6) La conclusione del nostro discorso pare ovvia. Non sembra che la maggioranza «destra-sinistra», fondata sulla sci~ sione dell'ex partito di maggioranza, sia oggi capace di uscire da quell'immobilismo che essa stessa chiamò in causa per giustificare la propria formazione. Al contrario, la sua esasperata e, diremmo, astratta politicizzazione, il suo assurdo tentativo di conciliare gli opposti, sembra piuttosto condannarla al nullismo amministrativo, a realizzazioni mediocri sul piano della cronaca e a dure sconfitte sui punti chiave dello sviluppo democratico dell'Isola. In sostanza l'espe~imento Milazzo non è che una proposta alternativa in ordine alla soluzione del problema generale italiano (se siamo d'accordo nel pensare che la questione essenziale sia quella di condizionare democraticamente i due opposti «strapoteri»). Una proposta si chiama apertura al socialismo democratico, visto da alcuni come forza di condizionamento all'opposizione, da altri di ricambio alternativo e, da altri ancora, di condizionamento al governo (questioni successive, da dibattersi in altra sede). L'altra proposta, quella giuntaci dalla Sicilia, si chiama frattura del partito cattolico e formazione di un'alleanza spuria di destra e sinistra: abbiamo visto e dimostrato come essa, realizzandosi in esperimenti tipo governo Mil~zo, sia un modo per squalificare tutto e tutti, la democrazia, il sistema, gli uomini e i partiti. [39] Bibliotecaginobia.nco ..
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==