Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

· L'esperimento Milazzo di Marco Cesarini Sforza 1) Sulla formazione dell'attuale maggioranza siciliana e sulla attività della giunta regionale presieduta dall'on. Silvio Milazzo sono stati fin qui forniti soltanto giudizi ideologici e di principio. Il cosidetto esperimento Milazzo è stato cioè esaminato unicamente sotto l'aspetto del suo significato politico generale (delle sue ripercussioni su scala nazionale, della sua possibile riproduzione al centro, ecc.) e del suo contenuto ideologico e morale. Siamo ormai alla scadenza del mandato esercitato dalla terza assemblea siciliana, eletta il 5 giugno 1955. Le consultazioni elettorali sono state fissate per il giorno 4 giugno p.v. Si voterà con una nuova legge elettorale proposta da una commissione speciale eletta dall'Assemblea stessa, che prevede l'abolizione del vecchio premio di maggioranza (quoziente « pi,) uno >>), l'utilizzazione dei resti in sede regionale e la possibilità per ogni candidato di presentarsi in non più di cinque cir-coscrizioni. Tutto sommato, la legge è favorevole alle grandi formazioni e sfavorevole ai piccoli partiti, in particolare ai cristiano-sociali dell' on. Milazzo e alle cosidette liste di disturbo. La coalizione governativa ha subito in proposito una dura sconfitta, e l'ha subita ad opera del grùppo consiliare democristiano che l1a minacciato una manovra ostruzionistica capace, a conti fatti, di far tenere le elezioni con la vecchia legge, ancor più sfavorevole ai ,cristiano-sociali che non quella proposta dalla commissione speciale. La battaglia si è svolta sull'utilizzazione dei resti. I cristiano-sociali (con l'appoggio dei comunisti) avrebbero voluto una utilizzazione dei resti s11 scala circoscrizionale, il che, stando alle previsioni correnti, avrebbe portato la loro rappresentanza alla futura assemblea dagli attuali cinque ad almeno [25] Bibliotecaginobianc ·

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