Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

mi normali, e una pruderie spesso grottesca, dovuta al timore delle censure, ecclesiastiche o no; e c'è anche il solito timore illiberale per il difficoltoso dischiudersi di un Paese per troppo tempo soffocato in un angusto ambito provinciale, folcloristico, ad orizzonti più ampi, ad esperienze nuove. Così il meglio, dal punto di vista -culturale, viene condensato nel progra1f1ma culturale per antonomasia, il Terzo, ma con una rassegnazione per la supposta inadeguatezza del maggior numero, che a volte sembra veramente eccessiva. Facciamo un solo esempio: alcune piacevolissime commedie dél teatro inglese postelisabettiano, trasmesse dal Terzo Programma, sarebbero state probabilmente godute e apprezzate da un pubblico assai più vasto di quello che generalmente segue questo programma, per quel vigore popo• laresco e quello. schietto umore satirico che non hanno bisogno, per essere intesi, di alcuna eticl1etta specificamente culturale. A scorrere l'elenco dei collaboratori del Terzo Programma, ci si rende conto cl1e il concorso degli uomini della cultura laica è già oggi considerevole. Il guaio è però che queste collaborazioni si concentrano nel Terzo, creando una specie di isolotto aristocratico, per iniziati. Ma il problema no11 è solo italiano. Il nostro Terzo e stato ricalcato sul Terzo Programma della BBC, che è per ora soggetto ai medesimi limiti e, per quel che ci risulta, alle medesime critiche. Resta però vero che da noi ancora troppi uomini d1 cultura guardano alla radio e alla televisione con un certo disdegno, e, se collaborano, lo fanno quasi con un senso di imbarazzo, e un po' clandesti- . namente. È certo che la collaborazione di personalità vive e aperte della cultura e 1 dell'arte rappresenta una delle condizioni necessarie del miglioramento della produzione radiotelevisiva normale. I precedenti - non molti, ma probanti - dovrebbero ormai fugare ogni perplessità. Il settore ricreativo, che occupa una cospicua parte della produzione radiotelevisiva, è di livello alquanto discontinuo. C'è dentro un po' di tutto, ed è quello che più risente, in taluni programmi, del pregiudizio della stoltezza del pubblico. La maggior parte degli individui ha, in queste cose, una larga tolleranza, che ammette vari livelli: se le viene imposto un basso livello, tende ad adattarsi a questo; ma non già perchè sia l'unico ad essa accessibile. D'altronde, trattandosi di svago, sono pochi coloro che, normalmente, ritengono di doversene fare un problema. Qui è chiara la responsabilità dell'ente radiotelevisivo, che non deve [20] Bibliotecaginobianco .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==