Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

sempre stati, e che ai nostri tempi mcxle,gerghi e convenzionalità si trovano più facilmente in certi ambienti intellettuali che tra le cosiddette masse. In tutti i tempi, comunque, ci sono state moltitudini ottuse, facilmente fanatizzabili, moti di folle, suggestioni collettive: non è una prerogativa della nostra società. (È certo che oggi quella che gli anglossassoni chiamano « the curse of bigness » ingigantisce la scala di ogni fenomeno collettivo). La meccanicità di molti aspetti della società attuale è un fatto incontestabile, ma sarebbe opportuno « rivedere il giudizio sulla condizione dell'individuo nel mondo contemporaneo », quale gli è stata creata dalla civiltà industriale, dalla rivoluzione tecnologica. Gli «ozi» e i «giochi>>hanno acquistato una funzione sociale e vitale, ma la loro diffusione e il ìoro incremento rappresentano un progresso, in quanto sottraggono l'individuo alla fatica bruta. (In un'antologia sociologica americana, dedicata al tempo libero (1 ), si disserta intorno al fatto che « nell'antichità e nell'età di mezzo le festività erano normalmente, nel corso di un anno, 115», e che « sotto le leggi del1' ancien règime la Chiesa garantiva al lavoratore 90 giorni di riposo, 52 domeniche e 38 festività, dura_ntele quali gli era severamente proibito di lavorare». Dal canto nostro, siamo invece propensi a credere che nel corso dei secoli la maggioranza degli uomini sia stata costretta a lavorare pressochè ininterrottamente all'unico scopo di sopravvivere, e che di tempo libero, come fatto socialmente rilevante, si possa cominciare a parlare solo 4 partire dai nostri tempi. La riduzione dell'orario di lavoro è uno degli aspetti più importanti della rivoluzione sociale contemporanea: eµ è alla base del successodei -moderni mezzi di comunicazione). Proprio l'impersonalità e la rigidità - continua Antoni - della funzione che, in fabbrica o in ufficio, il mondo attuale assegna all'individuo, hanno come contropartita una mai prima conosciuta possibilità di muoversi, di vedere, di apprendere quanto fino a poco tempo fa era concessoa _pochissimi.Questa è una liberazione, un prodigioso arricchimento degli spiriti. Si tratta, per le «masse», dell'apertura di orizzonti nuovi, della conquista di terre ignote, del godimento di beni insospettati. Non è vero, d'altronde, che radio, televisione, cinema siano confor- ( 8 ) Mass Leisure, a cura di Eric Larrabee e Rolf Meyersohn. [15] Biblioteca.Gino Bianco

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