Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

guatamente quelle decisioni medesime: a quella cioè che si potrebbe definite una concezione ed una impostazione «passiva» degli interventi pubblici - sovente destinati a e< seguire » indiscriminatamente le trasformazioni in atto, od a far fronte ad esigenze da tempo maturate, o ancora a correggere e compensare realtà e situazioni prodottesi « spontaneamente », ma non per questo automaticamente necessarie e positive - si tratta di sostituire una concezione ed una impostazione più cc attive)), ispirate alla determinazione di antivedere le esigenze e le funzionalità delle modificazioni e delle trasformazioni che si vanno generando, allo scopo di preordinare e garantire il soddisfacimento dei problemi ad esse connesse nei termini economicamente meno onerosi e più «produttivi». 11problema di fondo, come sempre nei problemi di politica economica, consiste nel mettere in atto tutte quelle misure necessarie a massimizzare i benefici in rapporto ai costi che si debbono sopportare in relazione al mutamento delle strutture degli insediamenti. Nel caso specifico, si tratta di intervenire attraverso adeguate misure per risolvere i problemi inerenti alle forme, alle direzioni, alle dimensioni ed ai tempi di codeste trasformazioni, tenendo presenti sia le esigenze di lungo periodo che quelle di carattere più immediato e fatte salve. sempre e comunque, per ragioni di civiltà, le esigenze e i principi della libertà individuale di movimento, trasferimento, insediamento, esigenze e principi che troppo spesso si tende a mortificare, o addirittura negare. II Nella prima parte dell'indagine storico-statistica sulle migrazioni e gli insediamenti nell'Italia meridionale ( « La popolazione meridionale dal 1861 al 1951», cfr. « Nord e Sud: n. 48, nov. 1958), si è già messo ampiamente in rilievo il ruolo di primaria importanza che questa parte del Paese ha rivestito e riveste, come protagonista dello sviluppo demografico del paese. Non sarà inopportuno, a questo proposito, riassumere in qualche breve pagina i caratteri differenziali che distinguono le « due Italie » con riguardo alle strutture demografico-professionali e, principalmente, con riguardo alle strutture ed ai caratteri economici degli insediamenti (con l'avvertenza che qui si farà riferimento al Mezzogiorno per indicare l'insieme dell'Italia meridionale ed insulare). [63] Bibfiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==