Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

questo nu~ero di Nord e Sud. Niente centrali atomiche nel Sud e niente iniziative pubbliche per le centrali atomiche nel Sud, secondo gli ambie nti confindustriali e secondo i loro portavoce, tenori o comprimari del massi malismo liberista. E questo malgrado che - come ha giustamente rilevato un editoriale della Voce Repubblicana (del 15 marzo 1959) - « per oltre dieci anni Je imprese elettrocommerciali non hanno realizzato nulla di concreto, mentre le sole iniziative in via di attuazione sono dovute alle imprese di Stat o >. Se poi, di queste richieste inaccettabili, volessimo indicare un caso più vistoso, basterà riferirsi alle voci che sono circolate, durante la crisi del governo Fanfani, intorno aìla presidenza dell'ENI: sembrerebbe ch e all'on. Segni, da parte di qualcuno dei più esigenti fra i nostri liberisti, sia st ata chiesta perfino la testa dell'ing. Mattei (cfr. Il Jvlondo del 18 marzo). Certo Nord e Sud, nei confronti dell'ing . .Mattei, non è stata mai indulgente quando si è fatto questione di politica mediorientale e di politica meridionalista dell'ENI; e oggi come ieri noi riteniamo che l'ENI non debb a avere una sua politica mediorientale e debba essere uno strumento della politica meridionalista del governo (così come riteniamo che certe prese di p osizione e certe impostazioni politiche che a volte si leggono sul Giorno pretendono forse di giovare all'ing. Mattei, o di essere ispirate da lui; ma in realtà si tratta di prese di posizione e di impostazioni politiche così grossolane e semplicistiche da sembrare quasi ispirate dall'intenzione opposta, di arricchire, cioè, il dossier da cui si alimenta la requisitoria dei liberisti contro l'iniziativa pubblica). E tuttavia noi ci auguriamo il pieno insuccesso dell'offensiva s catenata dalla Confindustria contro l'E I etl i suoi dirigenti. Si può essere infatti d'accordo nell'esigenza di porre dei limiti ai poteri di Mattei; ma questo non significa, ovviamente, togliere ogni limite, ogni freno, ogni contrapp eso, ai poteri di De Micheli; specialmente se si tengono presenti gli orient amenti che farebbe prevalere la Confindustria ove non incontrasse pii:1 alcun limite, freno, contrappeso nell'esercizio della sua già eccezionale capacità di p ressione sui governi del paese. Non saremo noi naturalmente a negare le benemerenze dell'iniziativa privata, quando vi sono, e specialmente se e quando queste si manifesta no, in sede di industrializzazione del Mezzogiorno, con l'assunzione di impegn i come quelli della :Montecatini a Brindisi. Ma, proprio in sede di industr ializzazione 1el Mezzogiorno, come abbiamo avuto occasione di affermare e d i dimostrare anche altre volte, quell'impostazione tendenziosa del rapporto fr a intervento dell'iniziativa privata e intervento dell'iniziativa pubblica che i liberisti oltranzisti cercano di accreditare, si dimostra quanto mai insufficiente ad assicurare il conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano Vanoni. Ed a questa considerazione si possono aggiungere quelle altre, che La Malfa sull a Voce Repubblicana ha fatto valere in una re~ente sua polemica con la Confindustria, [35J Bibliotecaginobianco

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