tica si sminuz.ia in tante piccole battaglie in cui ogni candidato tende a battere l'altro: con quanto vantaggio dello scontro delle tesi politiche ciascuno può facilmente inimaginare. È ovvio che giungere all'annullamento completo delle preferenze, e quindi alle liste bloccate in sede circoscrizionale, equivarrebbe ad aggravare la partitocrazia ed a limitare gravemente la libertà del votante, che sarebbe costretto in ogni caso ad inghiottire soluzioni già bell'e pronte: un tale ri11iedio, dunque, è _forse peggiore del male. Ma una soluzione potrebbe essere quella di limitare il voto di preferenza ad u11asola unità: in questo modo la fusione tra proporzionalità e uninominalità sarebbe perfetta, e insieme i votanti r.ifietterebbero assai bene prima di dare quel/' unico voto ad un candidato che non sia veramente il candidato del cuore. Gli accordi tra due o più candidati all'interno di ciascuna lista dive12terebbero impossibili ed ognuno sarebbe indotto a curare più attentamerite i suoi propri diretti elettori (correggendo così automaticamente uno dei difetti della proporzionalità); e soprattutto si creerebbe negli elettori un rifiesso sano e posi-- tivo che certamente servirebbe a migliorare il costume politico. Un altro fatto su cui le classi dirigenti italiane dovrebbero meditare attentaniente è anch'esso un fatto di costunie politico, nel quale esse harino una non piccola parte di responsabilità: vogliamo alludere allo sconcio per cui le elezioni amministrative sono sempre montate dai partiti come un referendum pro o contro una certa politica, come vere e proprie elezioni politiche, · e non sono mai sdrammatizzate, come invece converrebbe, presentandole per ciò che veraniente so110, comizi per provvedere i comuni e le provincie dei loro 12aturali amministratori. A noi sembra assai pericoloso questo costume invalso ormai da dodici anni nella politica italiana; e in confronto il fatto di tenere le elezioni per la Camera dei Deputati nel 1958 e quelle per il Senato nel 1959 ci sembra tutt'affatto innocente. E le cose appaiotio nella loro giusta luce, che è manco a dirlo una luce pessima, ove si rifietta che non si è neppure pensato di co1icentrare in una sola domenica ali'anno tutte le elezioni amministrative parziali, quelle che si tengono cioè in seguito a scioglimento dei consigli comunali o provinciali precedentemente eletti. Si giunge, e l'esperienza del 1957 non dovrebbe lasciare più dubbio alcu1io, ad avere certi periodi dell'anno punteggiati settimanalmente dai piccoli e meno piccoli guidizi di Dio nei quali si misurano governo ed opposiziotii, sì che il governo [6] BiblotecaGino Bianco
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