Nord e Sud - anno V - n. 38 - gennaio 1958

parso il 7 dicembre come « fondo sul Tempo., sotto il titolo ... suggestivo: In difesa dei « mariuncelli »). Vere magari le accuse mosse a Lauro - questa la tesi dell'editoriale - ma tale la realtà di Napoli da togliere ogni gravità a quelle accuse: ci sarebbe un de ficit che è l'eredità di alcuni secoli di spagnolismo e borbonismo, rispetto ai quali la conduzione cc piemontese » e la democrazia repubblicana non avrebbero alcun merito; anzi esse avrebbero osato e preteso quello che non sarebbe stato assolutamente ìecito osare e pretendere, nè con l'inchiesta S aredo sull'attività dell'ammi11istrazione Summonte, nè co11gli accertamenti predisposti dall'on. Tambroni nei confronti dell'amministrazione Lauro. E per la prima volta, con Lauro appunto, il deficit pauroso, a giudizio del Tempo., « non si è totalmente disperso in mille rivoli caritativi, ma trova in parte giustificazione nel risanamento di interi quartieri, forse temerariamen te affro11tato, però praticamente realizzato ». Chi voglia verificare la serietà di quest'ultimo giudizio non ha che da recarsi al « Rione Carità ». Ma quello che c'è di più grave nella difesa del la consorteria intrapresa dal Tempo è il tono spavaldo e provocatorio, la sfida grossolana e volgare alla cc calvinistica purezza nordica », la quale ,pretenderebbe di imporre a Napoli, afflitta da tanta miseria, nientedimeno che ia buona amministrazione. Al che giustamente e p acatamente Vittorio Gorresio ha replicato, sulla « calvinistica » Stanipa., che « non è serio pensare che la miseria, che esiste a Napoli in una misura ch e è tragica e fantastica a un tempo, possa venire combattuta coi sistemi na poletani, spagnoleschi e borbonici, ereditati da Lauro, perchè essi appunto so110 i sistemi che per secoli hanno aggravato, fino quasi a farla credere fa tale, la miseria di Napoli ». Purtroppo la verità è questa: Napoli deve ess ere liberata, non difesa; certi « difensori » di Napoli non hanno mai voluto o potuto capir e quanto discre .. dito recasse a Napoli la loro cc difesa » e come questa non potesse approdare ad altro risultato che a quello di consolidare u na situazione che non è soltanto di miseria, ma anche di servitù: una situaz ione che ha raggiunto adesso il massimo grado di infezione. Con una tesi difensiva come quella riferita, i l Tempo ha chiesto ora l'assoluzione della consorteria napoletana; e lo ha fatto con la consueta spavalderia di quell'Alberto Consiglio che in ques ti cinque o sei anni abbiamo incontrato più volte nelle vesti dello zelante ammiratore di Lauro e più volte nelle vesti dell'accanito accusatore dello stesso Lauro. Ma, è venuto il momento di ricordarlo, ammiratori zelanti, l 'amministrazione del sindaco Lauro ne ha trovato anche, in occasioni recen ti, fra gli cc inviati speciali » del Corriere della Sera. Auguriamoci che Grazzini e Barzini, leggendo ora il testo del discorso dell'on. Tambroni alla Camera, abbiano potuto documentarsi meglio di quanto non abbiano fatto d urante i loro soggiorni napoletani. E comunque ci sembra che le cose siano giunte a un punto tale che l72 I

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