Nord e Sud - anno V - n. 38 - gennaio 1958

morale pei delitti del comunismo e per la disonorante omertà dei manutengoli italiani dei dirigenti russi. Ma sul piano della battaglia delle idee che cosa riscatta questa loro indignazione dall'accusa prevedibilissima dei loro ex-compagni, di cedere ad un sentimentalismo filisteo? Una cosa sola può riscattarli, è il rifiuto perentorio della falsa dialettica onnigiustifìcante, la lacerazione· della tela di ragno della ideologia comunista. Ma a Roma, al teatrino di via della Vittoria, la tela di ragno Diaz e Giolitti l'hanno ricomposta intera quando sono venuti a riproporre il messianesimo proletario, la mitologia della classe, la tragica chimera della società comunista. Pure, Carlo Antoni, nella sua relazione, aveva posto il problema nei suoi termini esatti e la più parte degli ami'ci ex-comunisti non l'hanno inteso solo perché tendevano ancora l'orecchio al confuso mormorio che veniva dal loro passato. Sulla crisi del comunismo, aveva esclamato Antoni, tout est dit: e cioè una volta che voi avete rotto la tela di ragno che vi teneva prigionieri, una volta che voi avete constatato quanta distanza separi il comunismo dalla_ libertà, non vi sono uscite di sicurezza, mezzi termini, punti intermedi. Anche qui il recente passato insegna quanto sterile e inutile e incoerente sia l'opposizione comunista al comunismo, l'opposizione del comunismo tradito. E allora resta il porto d'approdo dei socialdemocratici: ma allora, amici, proseguiva Antoni, riflettete che un'altra delle dimensioni della crisi contemporanea è la crisi del socialismo, del socialismo· che ha fallito le sue previsioni, che ha mancato ai suoi impegni, che finalmente nelle rivoluzioni morali e tecniche del nostro secolo s'è trovato d'improvviso invecchiato, mitologico, asmatico, senza formula e senza sostanza. E i medesimi concetti aveva ripetuto Altiero Spinelli nel suo intervento: la sola differenza era che Antoni aveva percorso. la dimensione teorica, mentre Spinelli aveva tracciato quella storica. Ma anche in Spinelli - vent'anni di galera per reato di comunismo! - v'era la medesima premessa: voi vi staccate dal comunismo per un sentimento, su un problema, e, ipnotizzati come siete dal sentimento e dal problema, non badate al resto ed anzi cercate di conservarlo intatto quanto più potete; ma la distruzione del vostro passato in voi stessi sarà . totale. E a quel punto, se avrete ancora il coraggio e la forza di pensare liberamente, non prenderete più terra col paracadute del socialismo, poichè a prendere terra con esso rischiereste di ritrovarvi nel secolo scorso. L'analisi delle realtà politiche, economiche e sociali contemporanee (cui la relazione di Ferrarotti aveva accennato) prova che tutto il bagaglio di previsioni del marxismo va abbandonato, che la sua mitologia è frusta e rozza, che il _suo metodo è fuorviante sul piano della scienza come su quello dell'azione politica. Se si rompe con lo stato comunista non vi sono terze vie: v'è soltanto la via della democrazia occidentale, la via del liberalismo moderno. Tra Antoni e Spinelli che proponevano l'esatto dilemma e Diaz e Giolitri che si rifiutavano d'intenderne i termini, fu Onofri e non Riccardo Lombardi r6o] Bibliotecaginobianco

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