Nord e Sud - anno V - n. 38 - gennaio 1958

. anno prima le lauree universitarie. E se pensiamo che a tanti di codesti <<somari in cattedra» è affidata la formazione, tra ·l'altr.o, anche dei futuri insegnanti eleme11tari, ~potremo renderci conto ancor più che una « razionalizzazione >> dei nostri studi universitari è condizione determinante affinché siano resi efficienti tutti gli alrtri ordini e gradi di studio, fino a quello primario. Ogni riforma genera1e d·ei nostri ordina,menti scolastici non potrà fare a meno, pertanto, di essere incentrata e di cominciare d~lla riforma degli studi universitari. In secon·do luogo, la .polemica <li questa estate 'ha certamente richiamato ad una più intr,ansigente battaglia per la scuola ile sparse e discordi forze della democrazia laica. È forse necessario sottolineaire la gravità del fatto che il quotidiano della DC aibbia potuto ,agevolmente <<scaricare » sulle spalle di ministri <<laici » le accuse rivolte all'aggressiva politica scolastica dei cattolici? Lo studio e l'approfondimento generale dei problemi sono, naturalmente, premesse indispensabili di ogni azione poli- • tica che voglia essere :pienamente seria e res.ponsabile. E a qu·esto proposito ci sembra pienamente da sottoscrivere quanto, sulla Voce Repubblica1 na • f detl 17 novembre ·u. s., Elena Craveri Croce ·replicava ,a Salvatore Valitutti, che, ancora sul Giornale d'Italia, aveva sos•tenuto la op.portunità di soprassedere all'iniziativa repubblicana di richiedere al Governo un rapporto esauriente sulla scuola. Tale rapporto, aveva affermato il prof. Valitutti, « finirà con l'avere una funzione distraente, nella forma di un dibattito puramente teorico... al riparo del qua(le la scuola continuerà a decadere »; men,tre urge soprattutto « scoprire >> il problema della scuola come problema di ,buona ,amministrazione, anzichè portarlo sul pericoloso terreno di un rinnovamento statale. Senonché, obiettava Elena Craveri Croce, gli utopisti non sono davvero coloro che propongono << di affrontare il rinnovamento delle nostre istituzioni sociali muovendo da un probllema particolare che, come è in questo caso la scuola, meglio si presta a sbloccare e insieme a in,dirizzare le esigenze ed energie innovatrici >>; bensì proprio coloro che, in nome di un preteso « tecnicismo » o <<concretis,mo », si trovano a proporre nè più nè meno che <<un'azione rinnovatrice da svolgere in una specie di armonioso concerto ,per cui tutti i problemi vengono contemiporan·eamente toccati e fatti progredire >>. Non è possibile, insomma, sostenere che <<fermarsi ,ad a.p,pr.ofndire le divergenze di 1 princlpi distragga [55] Bibloteca Gino Bian·co

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